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A proposito di antiche ricette culinarie....

Dopo  aver letto l'interessante  articolo di Fausto Raso dove si accenna al  " porcus troianus" quale maiale farcito in uso  nella " leggera"  cucina  dei Latini, m'è venuta la  curiosità di cercare un brano di letteratura in cui si descrivesse  questo particolare  uso, il  quale  metteva  a dura prova non solo  i cuochi, ma anche una serie di servitori impegnati  nel servire siffatto  " porcus".
Credo  possa essere  divertente leggere  questi passi  tratti da Satiricon di Petronio ( morto  secondo Tacito nel 66 d.C. a seguito  della congiura contro  Nerone).
 
Ecco  che cosa accadde - tra le tante meraviglie - durante  una cena presso  Trimalcione, uomo ricchissimo:
 
" ...sopra un vassoio,  venne portato unn cinghiale  di prima grandezza con un berretto in testa e con appesi alle  zanne due cestini intrecciati  di foglie di palma, uno pieno di datteri freschi e l'altro  di datteri secchi. Intorno all'animale  c'era una  corona di maialini fatti con pasta  croccante  i quali, attaccandosi alle mammelle, facevano capire che si  trattava di una scrofa. I maialini  vennero  regalati ai  convitati perchè li portassero a casa  per ricordo. A scalcare il  cinghiale non venne quello Scalca che aveva  tagliato  i polli, ma  un omone barbuto, con le gambe avvolte in fasce e con indosso un mantelletto  multicolore. Costui sguainato un coltello  da caccia, squarciò  violentemente il fianco del cinghiale , dal quale uscì un volo di tordi. Subito gli uccellatori, che erano già pronti con le canne, si diedero ad abbatterli mentre volavano per il triclinio. Trimalcione  fece portare a ciascuno il suo uccello  dicendo : " Guardate di che delicate ghiande si cibava il porco selvatico!"
I valletti presero i cestoni   che pendevano dalle zanne del  cinghiale  e distribuirono in parti  eguali  i datteri secchi e quelli  freschi".
 
" ...fu portato  su di un vassoio  un  porco  gigantesco  che occupò tutta la  tavola. Eravamo meravigliati per la rapidità del cuoco. Neppure un gallo si sarebbe potuto  cuocere più in fretta. E si trattava di un  porco più  grosso del  cinghiale di prima (...).
Il   cuoco  afferrò il coltello e con gran cautela tagliò qua e là il ventre del porco. Dai tagli , che si allargavano  sotto la spinta  del peso, si riversarono  fuori  mortadelle e salsicce. A quella vista  la  servitù  scoppiò in un applauso   e gridò "Viva Gaio!" . Il cuoco  fu onorato  con una  bevuta  servitagli   sopra un  piatto di  Corinto e una corona  d'argento".
 
Erano  tempi in cui si  rispettavano  davvero le diete  ed i  cuochi !
 
 
( i brani sono  tratti dalla traduzione dell'opera, fatta da  Piero Chiara per Mondadori).  
 
 
 

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