Se salta fora la Locandiera. IIa parte. | Prosa e racconti | maria teresa morry | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Se salta fora la Locandiera. IIa parte.

Arrivò in scena l’attore teatrale  numero  uno  del momento. Era reduce da un grande trionfo al Sistina di  Roma. Perfetta  parrucca bianca  in capo  ed  abito d’epoca. Mi sentii avvampare. Era davvero  un bell’uomo ! Notissimo ,  poi…molti rotocalchi  avevano parlato di lui e  delle sue conquiste  femminili.  Un tipo come Mirandolina lo avrebbe messo  k.o. in pochi  minuti….
Ci presentammo e lessi nei suoi occhi una  certa incredulità, allorchè il regista lo informava che io ero una grandissima  interprete  goldoniana. Egli commentò  con sufficienza : “ Mai sentita nominare, né vista recitare”.
Prima di metterci  in posa per iniziare   il dialogo, Mirandolina mi fece parlare.
“  Scusate, ma questa camicia  non va bene…”   dissi  sfiorando con le dita la manica  dell’attore.
“ In che senso ? ’’  chiese il mio compagno  di scena , seguendo  il movimento  della mia mano.
“ Sì  ,  in che senso ? ”   fece eco il regista, incuriosito.
“Mai  visti  questi  bottoni  a Venezia, con questo  gancetto qua, ai miei  tempi…noi usavamo  piccoli lacci per chiudere il colletto”.
Poi passai ai calzoni dell’attore: “  E anche le  brache…troppo strette …ma da che sarto  vi servite,  voi?”
Stupefacente! avevo da  ridire  sugli abiti di scena come avessi  davvero conosciuto il vero abbigliamento  in uso nel Settecento.
“  Fate  venire qui le sarteeeeeeeeee”    - urlò il regista.
Una volta che le  due sarte  , piuttosto allarmate, presero nota delle  correzioni da  apporre agli abiti del Cavaliere,  iniziammo a  ripetere le parti.
Ma alla seconda battuta che l’attore  ebbe   a pronunciare, rieccomi trasformata.
“ Ma no no  no  … - interruppi  battendo  il piede chiuso nello stivale di gomma  -  il Cavaliere  non ha questo fare sussiegoso!  Il  Cavaliere  ha un finto distacco, si atteggia , ma in cuor suo è innamorato di Mirandolina ! ”.  E rivolta  all’attore ,  esclamai :  “  Tu devi guardare Mirandolina  con una sguardo preso, rapito…sei costretto a  fingere disinteresse, ma in cuor tuo l’ami…brami dall’abbracciarla ! ”
Intervenne  il regista, agitando  il copione in faccia al  Cavaliere di  Ripafratta  : “ Lo sapevo , lo sapevo … quante volte ti ho detto che devi apparire  più  combattuto, più contrariato quasi con te stesso ! …Ma lei, cara signora, ha una conoscenza  perfetta di questo  testo goldoniano!..”
“ Te credo -  rispose Mirandolina secca -  mi ghe  giero col  Cavalier, miga recitavimo…el giera proprio inamorà perso de la sotoscrita…” (4)
“ Ma che donna divertente!  Che eccentrica!  Devo sapere  tutto  di lei, tuuuutto ! “  gongolava il regista “ Resta  inteso che  lei  verrà in tournée con  noi  in tutte le città in  cui dobbiamo recitare.
Domani dobbiamo  vedere il suo contratto…”
“Ma se lavoro alle Poste !  -  cercai di  ribattere.
 
Alla fine, ci limitammo solo a ripassare qualche passo.  Qualsiasi scena , io l’affrontavo come cosa da me vissuta da sempre. Mai un  errore ,  mai una esitazione.  Conoscevo persino le battute degli altri protagonisti.   Solo che man mano  che ci si addentrava nel testo,  sempre  più Mirandolina prendeva il sopravvento e oramai spadroneggiava  sulla scena come fosse  stata nella sua locanda.
Ad un’ora dall’inizio dello spettacolo , mi fecero indossare l’abito da  locandiera e mi  acconciarono  i  capelli.   A cose fatte,  guardandomi allo specchio,  nel mio camerino,  trasecolai. Non ero più io!! E osservandomi  per bene    in quella  camiciola sbracciata, chiusa nel bustino che mi alzava il seno come due mele , con l’ampia gonna di lana color vinaccia e scarpe in cotone ricamato e  pianelle con tacco a rocchetto,  osservandomi  davvero bene  -  dicevo -  vidi  nel fondo dei miei  occhi una luce furbetta  e piccante. 
La trasformazione era  avvenuta…
Sentii   bussare alla porta.  Era il regista.  Voleva sapere come mi  sentivo, se ero  pronta. Quando mi  vide , nei panni di Mirandolina,  lessi nel  suo viso una meraviglia assoluta.
“ Cristo  Santo, ma lei sembra uscita da una antica stampa del  Longhi (5)…..quand’è arrivata, stamani , coi  stivaloni di gomma,  non mi  aveva colpito tanto…poi la  sorpresa  della sua recitazione, la spontaneità assoluta, e ora in questi abiti ! …lei è un miracolo  !  -  esclamava l’uomo  stringendomi le mani  con foga – il teatro  è pieno,  strapieno…sarà  un successo , lo sento! “
“    Ma la veda,   Siorìa Lustrissima, xè roba de poco conto… Quel  che conta el xè lo spirito. “  risposi,  con un accento un poco strano. Era la Locandiera che rispondeva, non io.
“ Ah ma che donna divertente che è lei …e che gusto !  “  esclamò   il regista  divertito “ mi risponde facendo il  motto della locandiera ?
“ Ma  mi son la locandiera !  - risposi un po’  piccata.
“ Su su andiamo, tra poco si  va in scena ! -  sussurrò  il  capo  con aria fascinosa, quasi volesse conquistarmi  e avvertii una leggera  pacca sul sedere.
 
Una truccatrice mi ripassò il rossetto sulle labbra. Il corsetto cominciava a stringere  nei perfidi lacci  che avevo preteso  venissero  sostituiti ai gancetti.  Improvvisamente dalla  tasca  del  io impermeabile , appeso  al muro,  sentii il  trillo del telefonino.  Oddio!  Mancavo da casa  da almeno  una decina  di ore, nessuno  sapeva niente né tanto meno dove fossi.  Era  un problema? No, non lo era affatto.  Sorrisi. Anzi  Mirandolina sorrise, aggiustandosi dentro allo  scialletto di lana  e preparandosi  a salire sul palco. Passando  davanti ad un elettricista  del  teatro , questo mi  disse : “  Ma la xè proprio precisa identica a la Mirandolina che gò cognossùo mi…la giera bela  a quei tempi, ma ‘ desso la  xè  ‘na maravéggia !  “ (6) ,    La locandiera  guardò fisso il volto dell’uomo in tuta blu e nel fondo dello sguardo ne   riconobbe il Cavaliere di  Ripafratta.
 
 Di colpo  le luci si abbassarono, rimase accesa  solo una lampada al centro della  scena,  che rappresentava   l’interno di  un’ antica locanda  veneziana.  Sul palco erano già pronti i due protagonisti  per la prima  scena , il Marchese di  Forlimpopoli e il Conte d’Almafiorita.  Le pesanti tende erano calate a piombo. Mirandolina avvertì , oltre  il drappo  di  velluto , il brusìo sommesso del pubblico  in attesa.  Sul bel viso truccato  le si aprì un sorriso  radioso … era il  mio sorriso. Finalmente,  si fece buio  e  si alzò   il sipario!
 
 
SEGUE.
 
4) trad. “ Lo credo bene, io c’ero con il cavaliere, mica recitavamo. Era proprio innamorato cotto della  sottoscritta”.
5) Pietro Longhi, noto pittore e ritrattista del  700,  riprendeva scene  interne di  vita veneziana. Sua collezione in CA’ Rezzonico , Venezia.
6)trad, “ Ma lei è proprio  identica alla Mirandolina che ho conosciuto  io, era bella a quei tempi, ma adesso è una meraviglia!”
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 2 utenti e 8661 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Ardoval
  • abcorda