Scritto da © maria teresa morry - Lun, 04/11/2013 - 12:50
Ieri pomeriggio sono stata a teatro per assistere a quel capolavoro di intelligenza, ironia, sottigliezza e studio dei caratteri, che è la commedia I RUSTEGHI di Carlo Goldoni, interpretata dalla compagnia teatrale " La Goldoniana". Che dire? questa commedia è dal 1760 che incatena il pubblico, lo fa ridere per la sua modernità. Quattro mercanti veneziani, ostici, ostinati, " salvadeghi" - come vengono definiti da Goldoni - sono messi sotto torchio dal commediografo. Dietro alla combinazione di un matrimonio tra " putti" ( ragazzi) figli di due di questi stravaganti misantropi, si snoda la vicenda, che mette in luce l'intelligenza e la briosità delle donne , mogli di tali soggetti, le quali si ingegnano a superare gli ostacoli posti dal padre della novizza , il quale non vuole assolutamente che la giovine veda il promesso sposo prima delle nozze. In Goldoni la classe dei borghesi-mercanti è duramente fustigata, costoro non pensano che ai danari e spesso sono privi di educazione e buone maniere ( le maniere civili, come le definisce lui). Egli parteggia per lo spirito e l'arguzia femminile, solo apparentemente sottomessa ai dettami formali della società del tempo, che vede l'uomo padrone di tutto in casa, e che alla fine , con disinvoltura e buon senso riesce a sistemare ogni cosa. Inoltre Goldoni non tralascia mai di stoccare la classe nobiliare, ritenuta vanesia e inconcludente, e che - alla metà del 1700, in Venezia - era sull' orlo del tracollo. Nella commedia, infatti, trova posto il personaggio affettato di un " nobilomo" , il classico cicisbeo un poco parassita, foresto ( il conte Riccardo da Milano), che si intromette aggrovigliando la vicenda. A Goldoni, poi, piace sempre inserire nelle sue commedie l'atto formale del matrimonio ( lo si trova anche in Sior Todaro Brontolon) che in Venezia si celebrava alla maniera del " negòssio" ( negozio) ossia i due promessi si dovevano prendere per mano e pubblicamente, davanti a parenti, dire " questo xè mio marìo ", " questa xè mia muggèr". Il matrimonio goldoniano è sostanzialmente un contratto, anche se sostenuto dall'amore dei due interessati. Goldoni fa sempre sposare giovani che si piacciono, anteponendo il sentimento al costume del tempo che voleva matrimoni combinati a suon di doti. Infine resta la bellezza della lingua veneziana, davvero poco mutata in oltre tre secoli e che, per chi la conosce bene, è un gran bel sentire. La foto che allego rappresenta due attori della Compagnia La Goldoniana, nel pieno della recitazione. Insomma, se avete occasione di assistere ad una commedia del nostro Carlo, andateci che ci troverete molto di attuale e di finissima satira!
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