Una serata assieme a Carlo Goldoni e ai suoi Rusteghi | Recensioni | maria teresa morry | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Una serata assieme a Carlo Goldoni e ai suoi Rusteghi

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 Ieri pomeriggio sono stata a teatro per assistere a quel capolavoro  di intelligenza, ironia, sottigliezza e studio dei caratteri, che è la commedia I RUSTEGHI di Carlo Goldoni, interpretata dalla compagnia teatrale " La Goldoniana". Che dire? questa commedia è dal 1760  che incatena il pubblico, lo fa ridere per la sua modernità. Quattro mercanti veneziani, ostici, ostinati, " salvadeghi" - come  vengono  definiti da Goldoni - sono messi  sotto torchio dal commediografo. Dietro alla combinazione di  un matrimonio  tra " putti" ( ragazzi) figli di due di questi stravaganti misantropi, si snoda la vicenda, che mette in luce l'intelligenza e la briosità delle donne , mogli  di tali soggetti, le quali si ingegnano a superare gli ostacoli  posti dal padre  della  novizza , il quale non vuole assolutamente che la giovine veda il promesso sposo prima delle nozze. In Goldoni la  classe dei borghesi-mercanti  è duramente fustigata, costoro non pensano  che ai danari e spesso  sono privi di educazione e buone maniere ( le maniere civili, come le definisce lui). Egli parteggia per lo spirito e l'arguzia femminile, solo apparentemente  sottomessa ai dettami formali della società del tempo, che vede l'uomo padrone di tutto in  casa, e che alla fine , con disinvoltura  e buon senso riesce a sistemare ogni cosa. Inoltre Goldoni  non tralascia mai di stoccare la classe  nobiliare, ritenuta vanesia e inconcludente, e che - alla metà del 1700, in  Venezia - era sull' orlo del tracollo. Nella commedia, infatti, trova posto il personaggio  affettato  di un " nobilomo" , il classico cicisbeo un poco parassita, foresto  ( il conte Riccardo da Milano), che si intromette aggrovigliando la vicenda. A Goldoni, poi, piace sempre inserire nelle sue  commedie l'atto formale del matrimonio  ( lo si trova anche in Sior Todaro Brontolon) che in Venezia  si celebrava alla maniera del " negòssio"  ( negozio) ossia  i due promessi si dovevano  prendere per mano e pubblicamente, davanti a parenti, dire " questo  xè mio marìo ", " questa xè mia muggèr". Il matrimonio goldoniano  è sostanzialmente un  contratto, anche se sostenuto dall'amore dei due interessati. Goldoni fa sempre sposare giovani che si piacciono, anteponendo il sentimento al costume  del tempo che voleva  matrimoni  combinati a suon di doti. Infine resta la bellezza della lingua veneziana, davvero poco mutata in oltre tre secoli e che, per  chi la conosce  bene, è un gran bel sentire. La foto che allego rappresenta due attori della Compagnia La Goldoniana, nel pieno della  recitazione. Insomma,  se avete occasione di assistere ad una  commedia del nostro  Carlo, andateci che ci troverete  molto di attuale e di finissima  satira!

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