Scritto da © Nievdinessuno - Lun, 20/01/2014 - 09:32
Giunto l’inverno, cera fu sparsa sul sangue con la maniera
con cui si stendevano veli sulle palpebre,
così il miracolo della sete s’innestò
a migliaia sui campi esuli, oltre le brume del nord,
tra le trappole d’amore sorte tra le lingue,
prima che fu la fame sulle dita
a divenire piombo sui cardini della croce,
poi lacrime sulle nostre stive, e lacci sui capelli mossi
dal vento delle schiere dei Suoi santi.
Discesero poi tra i salici immortali
per l’unzione delle mani, e furono in tanti
a trovare abbandono sui piedi
di chi, creduto caduto, pronunciò
alle spalle la bellezza del Risorto,
una volta che fu pane, vino, qualcosa in Dio.
con cui si stendevano veli sulle palpebre,
così il miracolo della sete s’innestò
a migliaia sui campi esuli, oltre le brume del nord,
tra le trappole d’amore sorte tra le lingue,
prima che fu la fame sulle dita
a divenire piombo sui cardini della croce,
poi lacrime sulle nostre stive, e lacci sui capelli mossi
dal vento delle schiere dei Suoi santi.
Discesero poi tra i salici immortali
per l’unzione delle mani, e furono in tanti
a trovare abbandono sui piedi
di chi, creduto caduto, pronunciò
alle spalle la bellezza del Risorto,
una volta che fu pane, vino, qualcosa in Dio.
»
- Blog di Nievdinessuno
- 626 letture