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Il Cappotto erotico - ultima parte

Non pensava minimamente ch’io potessi pronunciare tali parole d’amore davanti a lei, così mi guardò intensamente ed io mi persi nei suoi occhi come la prima volta che la vidi. Alle elementari eravamo dodici in classe, tutti maschi, tranne Jess. Era stata col mio migliore amico, Michael Traffman, fino al liceo. Dopo il liceo si era lasciata. Fu là che cominciò a notare la mia presenza, non più come un amico ma come un uomo che probabilmente desiderava. A quanto pare l’attrazione tra noi aveva funzionato nello stesso istante in cui lei adesso, era nuda dinnanzi a me.
“Io non avevo idea che…”. La interruppi teneramente accarezzandole il viso. “Jess perdonami. Forse non dovevo dirlo. E’ stato un errore” dissi successivamente. Lei si voltò di spalle dicendo “James Martin, non puoi ritirare ciò che mi hai detto, adesso” . Si diresse di nuovo verso di me e mi abbracciò. Non riuscivo più a contenermi, mi veniva da piangere. Ma in me sapevo che Jess era la donna giusta, lo è sempre stata e lo sarà sempre. Non potevo lasciarmela sfuggire, non potevo avere dei rimpianti, né ritirare ciò che avevo appena detto. Nonostante fossi confuso, dovevo dirle chiaramente come stavano le cose. “Jess…” dissi, quando ad un tratto suonò il campanello.
C’era qualcun altro, me lo sentivo. Avrebbe rovinato tutto ed io non potevo permetterlo. Volevo stare da solo con lei. Il campanello suonò ancora con insistenza. Feci un segnale a Jess di rivestirsi velocemente e andai ad aprire la porta. La sagoma di un’altra donna si presentò davanti a me. Portava anche lei un cappotto grigio stretto e lungo. Erano delle curve che conoscevo bene. “Ciao, James. Come stai?” disse la donna all’uscio dell’ingresso. Aveva i capelli dorati, le sopracciglia allungate e fini ed i suoi occhi verdastri,mi penetrarono la vista. La invitai ad entrare. Era Rose, la mia ex donna.
Rose era una donna molto raffinata ed estremamente ruffiana. Qualsiasi cosa diceva era come un nido di serpi pronte ad inghiottirti le ossa. “Cosa ci fai qui, Rose?” domandai con toni di leggero nervosismo. “ Su, non fare così. Ero passata solo a salutarti, carissimo” rispose, con un leggero sorrisetto sulle labbra. “Accomodati pure nel salone, Rose”. Accettò l’invito, la buona e cara vecchia ex. La conobbi poco dopo il liceo ad una festa in onore di Michael che a quel tempo, seguivo ancora. Dopo di ché, ci frequentammo per sette lunghi mesi, prima di capire che mi ero innamorato di lei perdutamente già dopo il terzo mese. Ma ero certo che lei non mi abbia mai amato quanto l’ho amata io. Quando ci lasciammo, mi rifugiai in me stesso. Ma Jess non mi fece mai mancare la sua presenza. Veniva spesso da me a quel tempo, aiutandomi a capire dove avevo sbagliato e se fossi stato l’unico a sbagliare. Scoprii successivamente che Rose si era messa con un altro uomo, trascorso soltanto un mese da quando mi aveva lasciato. Questa cosa mi fece sussultare, mi arrabbiai, ero arrivato a pensare che lei non mi avesse mai amato davvero. Rose, adesso stava per accedere al salone. Quando entrò e vide Jess, la salutò affettuosamente, pur essendo sorpresa della sua presenza. “Ciao Rose, come stai?” esordì Jess. “Ciao carissima, ero passata per vedere come stava James” rispose Rose col solito tono ruffiano e pacato. Io le guardai, sembravano vecchie amiche. Tante volte si erano incontrate, quando io ero fidanzato con Rose. La mia ex non è mai stata gelosa di Jess, pur sapendo fosse la mia migliore amica. Sono sempre state in sintonia, fin da quei tempi. Ma io, non volevo che Rose restasse a lungo. Dovevo fare in modo che Jess rimanesse con me per finire ciò che avevamo cominciato. Lei ormai sapeva che la amavo, il primo passo era compiuto, non potevo di certo tirarmi indietro proprio adesso. “Rose, come mai sei venuta qui?” le dissi con aria sospettosa. “Caro James, mi sono lasciata da poco col mio uomo. E poi volevo passare di qui per salutarti. Non cerco mica conforto” rispose Rose con un leggero ghigno sulla bocca. “Rimani pure Rose, ci facciamo una chiacchierata” intervenne Jess con tono allegro e spontaneo.
Calò il silenzio per qualche istante, quando Rose ricominciò a parlare. “James, posso rimanere per qualche ora, vuoi?” chiese la donna. “Certo che puoi” risposi. “Magari facciamo un giochetto, cosa ne dici?” domandò Rose. “ A quale giochetto ti riferisci Rose?” contraccambiai la domanda.
Le due donne mi fissarono, ma fu Rose che questa volta mi sorprese. Si tolse il cappotto e rimase nuda dinnanzi a me. Poi lo fece anche Jess, come se le due donne si fossero messe d’accordo in un gioco di seduzione. Rose a differenza di Jess aveva la pelle più scura, il seno più prosperoso ed era un poco più pienotta. Ma anche lei, mi lasciò totalmente senza alcuna difesa. Si avvicinarono entrambe, mi presero per la camicia per poi alzarmi dalla sedia. Trascinarono il mio corpo verso la stanza da letto, ancora ero sotto shock. Non mi sarei mai aspettato una situazione del genere. Tolsero via i vestiti ed estrassero due legacci, mi legarono al letto. Rose fu la prima a distendersi accanto a me. Scavalcò la mia testa, poggiandomi una mano dietro il collo per poi spingermi a gustare la sua vagina. Nel frattempo Jess afferrò il mio pene e lo strinse tra le mani, massaggiandolo. Io ero bloccato, dentro di me avevo sempre desiderato una situazione simile, ma non ebbi mai il coraggio di ammetterlo. Due donne nude nel mio letto. Le due donne che più ho amato e desiderato, mi stavano violentando nel mio letto. – Vi amo – pensai. –Vi amo entrambe-.

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