Scritto da © Nievdinessuno - Ven, 29/05/2020 - 10:09
L’odore del fango,
stessa sostanza
con cui una barca
frena i suoi remi
sulla riva di uno sguardo,
quando si espande
e cede al legno gli anni.
La mia pupilla
è un luogo antico,
oltre ci vive una battigia
che non sa il giorno né l’ora
con cui apparecchiare
il lampo in una tempesta.
Poi c’è il vento
a cui detto i versi
che non ho mai scritto.
Rime incise sul mio stare sparso
e conficcato dentro
la costola di un sogno.
Prima che sveglio,
mi guardo a fuori.
Ho avuto vicino al corpo
il mio sguardo aperto,
l’attimo
senza un recinto
per l’esistenza.
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Inserito da live4free il Sab, 30/05/2020 - 08:44. #

Bellissimo questo sguardo dall'esterno verso se stessi, un riconoscersi nella propria identità e mostrarsi, semplicemente, come si é.
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