Scritto da © Piero Lo Iacono - Sab, 30/03/2019 - 13:40
Oh la mia capacità di ferire gli altri!
A volte ci penso.
Quelli che ho finto di non vedere.
Facendoli sentire più soli.
Quelli che mi hanno teso la mano
e io ho ignorato.
La mia distrazione.
Sento di aver ferito con occhiate di sdegno.
Recito l'individuo che grida “io non mi divido”.
E mi blindo come un geode di dolomite.
Più tetragono di una piramide di travertino.
Medicare la vita.
Medicare in tempo.
Non ti conosci o lettore,
è di te che parlo,
questa poesia te lo dice
porgendoti uno specchio.
Ecco io sono il tuo doppio
e vengo a scimmiottare il tuo tormento.
O mio lettore davanti ad uno specchio ti vorrei legare
e costringere a guardarti, a diradare
quella spocchia indifferente che ostenti.
Sbadato o sbiadito.
Scolorito o roseo che tu possa essere.
E leggendo una mia poesia tu possa dire:
“mi sembra di guardarmi in uno specchio!”
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