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Un curioso cinquantesimo: Alice B. Toklas in Acqui Terme

E’ proprio vero che il passato ci interroga e continua a farlo anche quando meno ce lo aspettiamo. Come se, da dentro gli interrati scuri della storia, in modo casuale, provenissero i bagliori per rischiarare trame abbandonate o rimosse. Così mentre sto preparando un nuovo libro sulla beat generation, ecco che m’imbatto in una notizia curiosa quanto inaspettata. Uno dei personaggi più controversi ed anticonformisti del 900 ad Acqui Terme. Era il maggio del 1961, come ricorda Fernanda Pivano, quando la scrittrice Alice B. Toklas, su consiglio dell’amica Anita Loos, soggiornò presso l’Hotel Nuove Terme.
 
A ottantaquattro anni incominciò ad andare ad Acqui coraggiosamente da sola; arrivava a Milano e noi la portavamo in macchina fino ad Acqui dove, le aveva promesso Anita Loos, sarebbe completamente guarita dell' artrite.
 
Fernanda Pivano, Amici Scrittori, Mondadori, 1995.
 
Ormai sul viale del tramonto, l’amante della grande Gertrude Stein, da Parigi, si spingeva in Monferrato per curarsi dall’artrite ignorando che da lì a qualche anno il suo -Il libro di cucina- avrebbe ispirato tutta una generazione, quella dei figli dei fiori. Già perché in quel suo esperimento di letteratura e cucina campeggiava una ricetta a base di marjuana (La più famosa delle ricette contenute, fornita dall'amico Brion Gysin, era chiamata "Hashisch Fudge", una mistura di frutta, noci, spezie e cannabis sativa) e quella stessa  ricetta, sul finire degli anni sessanta, sarebbe diventata un imperativo per tutti gli sperimentatori psichedelici.
 
Ma, l’Alice ottuagenaria, che conobbe la nostra città, nulla aveva a che fare con la generazione -peace and love – e neppure era impaziente di aprire le porte della percezione.
 
Come ricorda Fernanda Pivano, torturata com'era dalla malattia, la si vedeva incedere con la dignità di una principessa russa spodestata mentre distribuiva mance favolose a guardarobiere, cameriere e autisti che certo non immaginavano l’incredibile storia artistico-intellettuale della Toklas.
 
Così Alice è rimasta nella memoria dei vecchi acquesi, tra verità e ricami di leggenda. Una nobile decaduta alla quale i medici, dopo alcuni soggiorni in città, cominciarono a dire che aveva il cuore troppo stanco per sopportare i fanghi, e che sarebbe stato più prudente  se si fosse tenuta  l' artrite.
 
I am a scandal, soleva dire alla sua amica Fernanda. Lo diceva con la gentilezza e con la serenità di chi ha raggiunto un’età che spesso non può che lasciare rimpianti. Ma Alice non sembrava averne. Seduta nella penombra della sua stanza, parlava con voce calma senza impennature come se non gli importasse del suo ego o ne fosse talmente sicura da potersene dimenticare.
 
Con una Pall Mall in mano, centellinando un bicchierino di sherry, raccontava compiaciuta la sua vita, i suoi incontri con i grandi del secolo (Ernest Hemingway, Thornton Wilder e Sherwood Anderson, e pittori d'avanguardia tra cui Picasso, Matisse e Braque), ma su tutto, l’amore che per otto lustri condivise con Gertrude Stein. In quei suoi racconti, la vita a New York e poi Parigi nella casa di rue Christine in mezzo ai libri e ai quadri preziosi prendevano forma. Sembrava non provare rancore per essere stata defraudata dagli eredi di Gertrude ed essere stata estromessa dalla famiglia Stein.
 
Certo è, che in quegli anni di inizio boom economico, la nostra città, al riparo dalla congerie culturale europea e statunitense, non avrebbe mai potuto sospettare la ricca ed amara sorte  toccata a quella aristocratica ed eccentrica dama proveniente dalla Ville Lumiere, la cui abitudine era quella di saltare il pasto della cena, ma assolutamente puntuale al rito del the alle cinque della sera.
 
Dopo il 1961 non torno più ad Acqui.
 
L’anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1967 (riposa al Père La Chaise accanto alla tomba di Gertrude Stein), sarebbe iniziata la rivoluzione culturale ed i suoi scritti diventati la fonte ispiratrice delle utopie degli anni 70. Un’icona per i movimenti gay e lesbici e per quelli psichedelici.
 
 Nel 1968, ispirato al suo trattato di cucina e letteratura uscì il film di successo Love You, Alice Toklas del regista Hy Averback interpretato da Peter Sellers e l’omonimo disco Pop degli Harper Bizare.
 

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