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Aveva dimenticato la porta aperta. Come sempre. Cazzo, si diceva, mi devo rialzare! Le gemelle luci lampeggianti a turno sembravano piccole stelle sorridenti, ammiccanti riposo e sesso. E invece, doveva alzarsi. Non sbuffò nemmeno, era abituata ad incassare e ingoiare noiose routine. Il pavimento freddo, le restituì la sensazione della realtà, nuda e squallida. Camminando rasente i muri, tastando come cieca nel grigio autunnale nebbioso, sbattè contro uno spigolo, porca... camminando lungo salotto e cucina, mezza addormentata, un suono lontano cominciò a riaffiorare nella sua coscienza.
 
 
Un sirena lontana, come un... silenzio interrotto dal pianto lamentoso di un bambino... lento saliva, tipo marea, assordante. Non si era accorta, era impalata, in attesa curiosa del momento di massima potenza di quella sirena. Chiuse gli occhi, tanto non vedeva. Saliva e saliva, sempre più forte...
 
 
solo un'ambulanza, le luci sorridenti erano rosse ora. Svaniva, come un addio alla stazione.
Scuotendosi come un cane bagnato riprese la breve passeggiata nel grigio, raggiunse la porta, per puro istinto la aprì, scese le scale a piedi nudi, con un pigiama corto e sottile.
 
 
Scese, uscì dal portone nella notte fredda. Un passo dopo l'altro si imprimeva nella neve, intrisa la notte dello sciogliersi della neve, del viso, delle cosce. Andava e andava. Lungo i marciapiedi, seguiva un itinerario ignoto. Un parco, nudo e bianco. E lì in mezzo lo vide: l'uomo accucciato, nascosto da due gigantesche ali candide e lise. Sentiva un suono come di bestia feroce, un dilaniare carni. Ipnotizzata si avvicinò, e lo vide, da lontano: quell'uomo, angelo o che fosse, mangiava un essere umano, riconoscibile solo dal colore e dalla vaga forma delle membra rimaste.
V era inorridita ed affascinata.
 
 
 
Quando la trovo così, ogni notte di luna piena, sul pianerottolo che fissa il muro, con le dita intrecciate di piume rosse, le chiedo cosa ha visto e lei come un'ecolalica ripete queste parole: piume dolci, piume amare/rosso il sangue, rosso il mare.
 
Questa notte la seguirò, voglio vedere chi è. Ha un viso tondo e rubizzo un cappotto liso sui gomiti, un mazzo di palloncini colorati in mano. E' l'ultimo uomo di questa storia.
 
Viola Bosio
(violettavenere)

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