Ricordo di un poeta: Corrado Govoni 1884-1965 | Poesia | maria teresa morry | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ricordo di un poeta: Corrado Govoni 1884-1965

Propongo un poeta di origine ferrarese, del tutto  autodidatta, ma di grandissimo spessore. Come accade,  non se ne parla nemmeno più e occorre rintracciarlo in vecchie antologie un poco raffinate come questa di Einaudi sui poeti del Novecento italiano, risalente al  1972 e che non mi risulta riedita.
Govoni è stato  ritenuto  dalla critica posto tra " liberty e  crepuascolarismo", inteso come  impasto della sua poetica. Attraverso il  verso libero approdò al futurismo e al surrealismo.
In ogni  sua formula espressiva Govoni si distingue per la leggerezza, trasparenza del testo, dolcezza dell'immagine.
 
                                               Bellezze
 
                                     Il campo di frumento  è così bello
                                     solo perchè ci sono  dentro
                                     i fiori di papavero e di veccia;
                                     e il tuo volto  pallido
                                     perchè è tirato un poco indietro
                                     dal peso della lunga treccia.
 
 
(dalla raccolta  Il quaderno  dei sogni e delle  stelle , 1924)
 
                                         Ofelia
 
Quest' Ofelia stagnante lungo il fiume
vestita di lemne ora verdi ora rosse
eternamente rosicchiata
dal topo bianco d'acqua della luna
battila o passatore
che bevi e  fumi nebbia
pallida Ofelia
sposa dei fulmini che cadono nell'acqua
calamita di pesci e di stelle
limatura di chiarore
battila  col  tuo remo o passatore
illividisci la neve e il convento
deprava i gigli fa
che di quel corpo di pane inzuppato
non resti che la traccia  tremula sul fiume
della fuga del topo d'acqua  della luna
che cerca  rifugio tra i giunchi
malati di umidità e di vento.
 
 
( qui viene  ripetuto il tema  di Ofelia caro alla lirica francese, da Rimbaud  a Rodenbach e diffuso in Italia dai crepuscolari Corazzini, Moretti.)
 
 
     
 
 

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