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- Sola, con le tue parole fra le mani

          

"Succhiare la campanella di un fiore, seduta sul pianerottolo del terzo piano

di una casa diroccata fa sciogliere il filo di arido trattenuto lungo la gola

e si solleva, per una notte intera, l'esigenza sul tuo viso di fronte al mio sguardo

gonfio di voglia, da qui, fino al fondo muto del discorso, in una caduta

che nella retina serba il rosa delle mura crepate, chiazze aggrappate ai mattoni

come fossero tante unghie di naufraghi rimaste conficcate nel legno

mentre il corpo scende sul fondo."

    

Dopo ore che leggo non sento più le mani e

non è difficile capire la necessità di restare sola

senza dover pensare al cedimento delle spalle, alla bocca

piena di saliva e alla somiglianza delle foglie secche

che stridono rosse, gialle, a frammenti

come gli ultimi colpi di tosse di una stagione consumata.

        

Sono malata di solitudine

e vedo cose incompatibili che giocano tra loro

mentre io, da qui, abuso di pesanti crisi di leggerezza

aspettando l'ultima luce fioca che somigli a una scintilla

         

ma credo sia inutile

forzare l'angoscia della pioggia sul mio ventre piatto

o farla scivolare con la schiena lungo il muro del tuo desiderio

l'incertezza soffoca le tenebre, apre un grido che sale

fra le gambe del tavolo dove sono seduta - feroce -

una scheggia graffia la carne gentile, legata

alle zampe della vergogna per entrambe le caviglie

e a testa in giù, sottomessa e piena di libertà in volto

percorro la doppia corsia delle tue narici, fino alla gola

dove una forte sete, spinta sul pavimento, diventa acqua

da bere e si ritrova già sulle curve bagnate delle tue labbra

nell'attimo esatto in cui stanno per schiudersi e meravigliarmi.

                 

L'immagine che resta mi ha sempre voluto bene

e vola di anno in anno, in ogni fondo di bottiglia, nel rigolo sottile di futuro

che si allunga in un bianco pungente come la nostalgia di un gesto

da infilare tra i capelli, fra le pause a virgola delle tue parole

e il tesoro che tieni nascosto sotto l'arco delle palpebre.

            

"Poi ,una farfalla di carta si alza

dalla punta del naso

e vola

(non cade, vola)"

   

 

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