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Dentro la beffa la beffa atroce

È una storia quella che m'accingo a raccontare.
Una storia di quelle ch'è veramente una storia.
Sì perché, e lo dico con forza, all'epoca io cavolo...
Io cavolo m'ero impegnato convinto del sacrosanto diritto a certe rivendicazioni.
E mi sentivo di cuore e ragione assolutamente solidale con chi le pretendeva realizzate e trasferite nella realtà.
E m'ero ampiamente esposto fisicamente e socialmente in proposito.
Avevo promosso e guidato manifestazioni di piazza, dipinto striscioni, inventato slogan e scioperato perfino.
E partecipai inoltre attivamente a miriadi di convegni, firmai centinaia di petizioni, feci donazioni in moneta sonante per finanziare il movimento che rivendicava la parità per le donne, ed il salario garantito alle massaie, e la conseguente liberazione dal loro, fino a quel momento, obbligato destino di  badante allevatrice di figli totalmente dipendente, ed in balia, del maritato maschio onnipotente.
Tanto avevo fatto per togliere loro etichette e dotarle di diversa considerazione insomma se non che... se non che cinque anni fa persi il lavoro.
Persi il lavoro e con lui diverse sicurezze in proposito.
Da allora lavora la mia compagna infatti.
Ora è lei ad alzarsi la mattina brontolando tocca sempre a me.
Ora è lei a tornare stanca e dire la minestra fa schifo.
Ora è lei che paragona ad un purgante il mio modo di stirare le camicie.
Ora è lei a dire qui è sempre tutto in disordine.
I vetri delle finestre serve tenerli trasparenti.
I figli vanno a scuola vestiti orribilmente.
La bolletta del telefono fa rabbrividire.
Quella del metano ammalare.
Quella della corrente preoccupare.
Ed ora è lei che il sabato dorme fino a mezzogiorno e pretende il silenzio assoluto.
Che, ancora di sabato, il pomeriggio esce con le amiche e non rincasa prima di tarda sera.
Che la domenica guarda la televisione tutto il pomeriggio facendo richieste di generi alimentari vari dal divano e che... che in generale e nel particolare io non vado bene per niente.
Aspetto trasandato.
Costantemente a lamentarmi di mille problemi decisamente minori rispetto ai suoi.
E mai uno slancio.
Ogni giorno, ogni giorno, ogni santo giorno la medesima faccia di bronzo.
E credetemi per me ciò è una condanna.
Una condanna.
Una condanna.
Una condanna.
E non è non ho tentato rilanci o varianti.
Solo al branzino ha preferito un panino.
Solo al nuovo taglio di capelli m'ha detto sembri lo spazzacamino.
Solo alla proposta d'una gita fuori porta manco s'è degnata di fermare l'inserimento d'un tramezzino.
E sinceramente non ho il coraggio di criticarla.
Lei fa entrare in casa la sussistenza.
Lei sopporta il capo in azienda.
Lei rimane bloccata nel traffico di punta.
Lei ha un collega bastardo.
Ed in conclusione dunque i ruoli si sono invertiti ed adesso lei è, al di là di ogni ragionevole dubbio, la dominante.
Certo io vorrei dirle ti ricordi?
Ti ricordi di quanto vi siete lamentate allorché stazionavate nella mia situazione?
Ti ricordi le umiliazioni ed il senso di vuoto nel vedere rincasare uno che, visto l'impegno profuso, ha delle aspettative fuori luogo?
Ti ricordi di quanto così il suo comportamento diventava grezzo ed insopportabile?
Credi.
Credi in definitiva ti capisco le vorrei dire.
E comprendo le condizioni cambiano.
Ed ammetto sei sotto stress ma tu non dimenticare tutto per favore anzi... anzi almeno ricorda la questione che ti mandava più in bestia quand'eri ancora casalinga.
Non dovrebbe esserti difficile.
Lui sembrava rientrare unicamente per possederti.
Lui era un maniaco sessuale.
Lui non aspettava altro.
Lui capiva solamente rapporti carnali, orali, anali e quant'altro.
E tu... tu mia bella, per il resto in tutto e per tutto diventata pari pari, guarda caso quelli li hai seppelliti.
Un'atroce beffa nella beffa per me se permetti codesta.
E non va bene.
Vero abbiamo cambiato veste però rimango un uomo e pertanto, ripeto considerato materialmente e psicologicamente nel resto lo sei diventata, se ti preoccupassi di fare pure lì il marito cento, o anche centosessanta, per cento proprio non mi dispiacerebbe.
E stanne sicura non mi mancheresti di rispetto né... né ti rinfaccerei mi tieni buona esclusivamente per quello.
No, no, no.
 

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