Scritto da © sid liscious - Mer, 05/10/2016 - 18:07
Là nella sconfinata foresta del Bengala.
Là in un posto isolato e difficile da raggiungere.
Là dove un piccolo esuberante fiume formava un laghetto calmo e rilassante, là...
Là sorgeva il tempio.
Là stava il guru.
Là intorno abitava la tigre.
E là attirata da un'atmosfera a detta di tutti mitica era calamitata parecchia gente e pertanto...
Pertanto il felino banchettava abbondante e volentieri.
E ciò a parte le perdite era motivo di disturbo interiore naturalmente.
Non lo fa perché è cattiva diceva però il maestro.
Non la dobbiamo cacciare.
Vedrete diventerà buona e cambierà se noi saremo giusti e capiremo ed emaneremo, di per cui, le sane vibrazioni.
Al che meditava e digiunava e faceva meditare e digiunare ed ogni giorno mandava uno dei suoi adepti nella foresta per verificare...
Per verificare quanto s'era comportato bene e se la fiera fosse dunque sazia.
E si crucciava molto.
E si ritirava in profonda contemplazione allorché...
Allorché questi non tornava.
Il messaggio era chiaro.
Troppo facile mangiarvi per disturbarsi nell'andare a caccia.
Il teorema semplicissimo.
Anche la tigre era capace di rinunciare ad essere tigre di fronte a tentazioni facili.
Il tutto andò avanti fra i tormenti del maestro e tra adepti scomparsi e sconcertati da questo non riuscire ad invertire la tendenza da parte della loro guida finché...
Finché un pomeriggio uno tornò dal giro nella giungla trionfante.
Il sorriso apparve sulla faccia di tutti e l'urlo di liberazione, ed a questo punto pure di probabile illuminazione, scosse le acque e le arie.
L'ho trovata morta, disse in seguito il redivivo una volta condotto di fronte al maestro ma...
Ma questi non rispose, dato che a sua volta era morto.
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