Scritto da © sid liscious - Gio, 20/12/2012 - 08:31
Ciao Marco io sono stato ai raggi tu da dove arrivi?
Sei andato da qualche dottore?
<Ciao Mario.
No... non capisco perché ma mi mettono tutte le volte a pelare patate in cucina.
Arrivo da lì>.
Eh tocca sempre ai soliti.
<Per me non c'è problema personale che adoro palparle solo che loro...
loro invece le sento vibrare di terrore quando le afferro e la lama le fa rabbrividire chiaramente... tanto da farle diventare fredde sul palmo della mano.
Al che io percepisco la loro presenza viva e capisco che sanno benissimo essere in procinto di perdere la pelle.
E non è che ne godo poverelle anzi cerco di agire con sensibilità e rispetto... però allora la suora mi rimprovera eccessiva lentezza>.
Tu arrivi sempre da troppo distante Marco... pure se parti da vicino.
Bensì oggi il tuo problema quotidiano guarda caso è anche il mio attuale... che stavo paragonando i giorni della settimana ai luoghi dell'universo... e non volevano saperne.
<Intendi come che il lunedì fosse un deserto o il giovedì un buco nero?>.
Sì... ma nessuno di loro accetta il mio paragone... nemmeno il venerdì allorché gli ho detto che per me lui è il paradiso.
<Lo sai vero che se tagli a metà una patata e pianti per terra le metà ottenute... spunteranno due piante>.
Non capisco Marco.
Intendi dirmi che se taglio i giorni in due accetterebbero meglio i paragoni o che le due piante da grandi sapranno di essere da taglio?
<Non lo so... mi è venuta quella frase così... e l'ho detta.
Comunque due venerdì no... per favore.
E nemmeno due paradisi per carità>.
Capita di sentirsi dire... tu mio caro in questo luogo hai trovato il paradiso... poi ti cambiano posto e dunque capita di sentirsi dire... tu mio caro in questo luogo hai trovato il paradiso... un'altra volta.
<È quello che volevo sottolineare>.
Uffa ti insegnano che qualora righi dritto finirai in paradiso...
e ci sono paradisi dappertutto.
<Ci chiamano per il tè>.
Non ho voglia di sentirmi dire bevi questo tè ed arriverai al paradiso... in codesto pomeriggio.
<E difatti non è venerdì né intero né a metà Mario.
Ed io dunque prendo solamente i biscotti e li porto alle patate venerdì... quando l'avrai sezionato e saprai dirmi dov'è finito tra le due metà il paradiso... ovviamente>.
Andiamo dai.
A parlare con te viene immancabilmente sereno nei miei pensieri.
<Dici che le patate non mangiano biscotti Mario?>.
No!
Non mangiano biscotti Marco.
Sarebbe l'equivalente di un tè nel mezzo venerdì giusto...
e non sappiamo ancora quale sia.
Sei andato da qualche dottore?
<Ciao Mario.
No... non capisco perché ma mi mettono tutte le volte a pelare patate in cucina.
Arrivo da lì>.
Eh tocca sempre ai soliti.
<Per me non c'è problema personale che adoro palparle solo che loro...
loro invece le sento vibrare di terrore quando le afferro e la lama le fa rabbrividire chiaramente... tanto da farle diventare fredde sul palmo della mano.
Al che io percepisco la loro presenza viva e capisco che sanno benissimo essere in procinto di perdere la pelle.
E non è che ne godo poverelle anzi cerco di agire con sensibilità e rispetto... però allora la suora mi rimprovera eccessiva lentezza>.
Tu arrivi sempre da troppo distante Marco... pure se parti da vicino.
Bensì oggi il tuo problema quotidiano guarda caso è anche il mio attuale... che stavo paragonando i giorni della settimana ai luoghi dell'universo... e non volevano saperne.
<Intendi come che il lunedì fosse un deserto o il giovedì un buco nero?>.
Sì... ma nessuno di loro accetta il mio paragone... nemmeno il venerdì allorché gli ho detto che per me lui è il paradiso.
<Lo sai vero che se tagli a metà una patata e pianti per terra le metà ottenute... spunteranno due piante>.
Non capisco Marco.
Intendi dirmi che se taglio i giorni in due accetterebbero meglio i paragoni o che le due piante da grandi sapranno di essere da taglio?
<Non lo so... mi è venuta quella frase così... e l'ho detta.
Comunque due venerdì no... per favore.
E nemmeno due paradisi per carità>.
Capita di sentirsi dire... tu mio caro in questo luogo hai trovato il paradiso... poi ti cambiano posto e dunque capita di sentirsi dire... tu mio caro in questo luogo hai trovato il paradiso... un'altra volta.
<È quello che volevo sottolineare>.
Uffa ti insegnano che qualora righi dritto finirai in paradiso...
e ci sono paradisi dappertutto.
<Ci chiamano per il tè>.
Non ho voglia di sentirmi dire bevi questo tè ed arriverai al paradiso... in codesto pomeriggio.
<E difatti non è venerdì né intero né a metà Mario.
Ed io dunque prendo solamente i biscotti e li porto alle patate venerdì... quando l'avrai sezionato e saprai dirmi dov'è finito tra le due metà il paradiso... ovviamente>.
Andiamo dai.
A parlare con te viene immancabilmente sereno nei miei pensieri.
<Dici che le patate non mangiano biscotti Mario?>.
No!
Non mangiano biscotti Marco.
Sarebbe l'equivalente di un tè nel mezzo venerdì giusto...
e non sappiamo ancora quale sia.
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