sid liscious book 10 | Filosofia | sid liscious | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

sid liscious book 10

Il novantunesimo estratto
 
( Bango legge la bacheca pubblica degli ospiti del manicomio )
 
AAA
Con un massacro si ferma un massacro ch'è cominciato dopo un massacro perpetrato contro un massacro successo per colpa d'un massacro.
(George Wa a uoschingtown e restaci)
AAA
Oggi devo essermi molto vergognato mettendomi otto ore nudo sotto il sole.
Cavolo è notte e sono ancora tutto rosso.
AAA
Inutile girarci intorno.
L'uomo è solo una macchina da merda e nulla più.
Nulla più.
Nulla più e...
E nulla più.
AAA
Il grado di felicità d'una coppia è direttamente proporzionale al peso della quantità dei liquidi seminali lì estratti consensualmente e con gusto.
AAA
In estrema sintesi la politica...
La politica è il sale per la merda.
AAA
Ah le donne...
Le donne.
Tu dagli una palla che subito si prendono anche l'altra.
AAA
Cerco affannosamente fumo, erba, coca, oppio, morfina, eroina, trip, pasticche ed affini indispensabili alla mia nuova scuola d'addestramento per cani antidroga.
Massima riservatezza, pagamento in contanti immediati e se la copertura mi salta anche stavolta giuro che smetto.
AAA
La cosa più scema che la mente umana ha partorito è senz'altro la guerra.
D'altronde però la grandezza la mente umana la trova solamente con una vittoria quindi......
Quindi è molto probabile che per diventare lo scemo più grande sia assolutamente necessario prima vincere almeno una guerra.
AAA
L'abito non farà il monaco però fa benissimo carabiniere.
AAA
Zebra per vaglia.
Serpe senza piede.
Pentagono quadrato.
Formaggio di bussola e cioccolata per istruire felicotteri.
Poi.
Cappello da seta.
Maglia per naso.
Gengiva d'ombrello.
Giraffa rana e sesso fra pietre.
Ancora.
Ginestra da frigo.
Atlante liquido.
Bolla di pavone.
Minestra a sfera.
Polo da coniglio e...
E per finire vi spiegherò tutta questa "creatività" ma...
Ma solo se saprete dirmi esattamente quanto fa quaranta quindici più tanti sette.
E non state tanto a pensarci.
Dovrebbe essere elementare la connessione.
Fa...
Fa quest'anno la mia piantagione segreta ha dato un raccolto eccezionale.
Eccezionale veramente.
AAA
Cerco casa.
Da due mesi vago disperato.
Ha la facciata rossa con quattro avvolgibili beige ed una porta azzurra.
Se la vedete telefonatemi.
Grazie.
Grazie.
Grazie.
AAA 
Ah la moda, mademoiselle De Coltè, madame Bona in Tailleur e lady Reggie Pet.
AAA
Due mozzarelle, dadi, manitoba, passata di pomodoro, pane, prosciutto, patate fritte e vino rosso non è la lista degli appuntamenti importanti. 
Però tu uomo non dimenticarla lo stesso, ch'è decisamente meglio.
AAA
Se vedete il figliol prodigo ditegli di starmi distante altrimenti lo meno.
Non doveva tornare indietro il bastardo mai, mai, mai, e poi mai.
AAA
Io so che cos'è realmente successo ai dinosauri.
Praticamente ad un certo punto della loro evoluzione sono diventati tutti convinti omosessuali e....
E buona notte fratellini.
AAA
Vendo cento ventotto Fiat, anzi no scusate Fiat cento ventotto.
Cavolo la mania del grande imprenditore non mi molla proprio mai.
AAA 
Ma...
Ma se l'anima è politica allora lo spirito è anarchia vuoi...
Vuoi vedere ch'è per questo che...
AAA
Credo il vero problema gravissimo del genere umano è che qualcuno che pensa di dover pensare per tutti prima o poi nasce sempre.
AAA
Mai fatto in vita mia una cosa tanto per fare o per vedere ma...
Ma sempre e solamente per sapere.
Sapere cosa avrei potuto trarre dalle esperienze oltre il bieco trascorrere del tempo.
Più in là del credere d'essere già convinto dentro.
AAA
Amanti iscrivetevi alla passeggiata romantica in notturna.
Imparerete l'amore è cieco ma io è preferibile anche no.
AAA
Il lupo che perse il vizio divenne presto molto molto...
Troppo peloso.
AAA
L'egologia... che tra parentesi non dovrebbe rimanere una creazione mia...
L'egologia è la scienza che aiuta gli uomini a migliorare senza progredire.
AAA
Antico proverbio punk.
Domani non esiste perché oggi non spreco.
AAA
Nord. 
Schiene rotte destino chino.
Sud. 
Braccia distratte senso fino.
Padania. 
Teste bollite cervello vino.
Morale.
Morale ditelo a quel cretino.
AAA
Scambio Shortbus e Ferro 3.
Mi dispiace immensamente bensì altrimenti non faccio altro e continuo a guardarli.
AAA
Iscriviti alla F.i.t.a. 
La federazione italiana tossicomani analfabeti. 
Grandi vantaggi medicinali e foto gratuita e tante, tante, tante, succulente visite guidate in questura.
AAA
Se la televisione non ti mangia muore.
Vedi tu.
AAA
Piccolo quesito.
Siamo proprio certi di non avere completamente sbagliato evoluzione?
AAA
Credo mi darebbe fastidio comunque chi, innalzandosi ed incensandosi, si dichiara un dio.
Tranquilla madre infermiera. 
Non è una questione personale. 
 
Il novantaduesimo estratto
 
( "On my down down down gray deep" una performance multi personalizzata su medesimo tema di Toppy l'eclettica )
 
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
Degli indios di città allora, probabilmente gente non eccessivamente raccomandabile, manco mezza smorfia sprecarono ed i loro pittbul terrier così stranamente s'intimidirono.
No tranquilli non li biasimo, in effetti è parecchio possibile io sia superdotata di apri gambe automatico e non cerco scuse.
Ad ogni baco il suo bozzolo è pur sempre una delle sicurezze verità migliori della vita.
Le crisalidi disperse, abbandonate o ribelli non sono previste.
E mai dunque vorrei aprire un nuovo precedente universale in quanto, almeno di testa, mangiare la mela scontata è l'unica opzione rimasta.
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
Così il lampo fulmineo n'approfittò e m'innescò l'unica vicenda certa è che io so chi non sono. 
Quale turista accidentale.
Lui forse sarebbe distratto, io non posso esserlo.
Volenti o nolenti so.
Sarà la metà di quello che serve, bensì so e lo ripeto.
So chi non sono.
D'altronde è un raduno degli abbracci occasionali peraltro il mio pavimento di muco e so anche questo, ergo mai frase fu più azzeccata di "la storia è nostra e sono le persone che la scrivono". 
E di per cui aggiungo, in base a tutto questo sperpero d'incomprensibile azzeccato, un papale papale porco, schifoso, carogna, a qualsiasi stronzo che molla.
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
Ecco la prova.
Devo farmene una ragione. 
A camminare dove mi prude ottengo massimo serenata alla carpinese o passeggiata giapponese ed invece l'oltre non può essere il già stato. 
Nemmeno in occasione della mia prima volta sull'argomento.
Porca puttana!
Qui gli sgombri fanno i pavoni infatti ed è difficilissimo trarre diverse conclusioni.
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
E m'è partito un monologo.
"Questa coppa d'acqua è fresca, indi annunciatemi pure al pubblico, adesso sono pronta.
Madre e nonna, sandali azzurri e dei fiori color bugia ad undici giorni dall'inverno dove perenne vive la casa nera e...
E chiusa sopra e chiusa sotto del mio esclusivo liquido.
Pazzesco, pazzesco, pazzesco.
Solamente in talune circostanze c'è una donna dentro la mia bocca".
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
E m'è tornato subito in mente il mio nonno mi raccontò tanto tempo fa le lumache non nascondevano il cuore, poi unicamente si tratta di vivere pensarono, di pescare nel proprio fiume e da quel giorno molti figli del nostro dimenticato cantano la canzone, urgente, di chi mai potrà essere maturo all'inizio della primavera.
"Grazie per la vita d'uccello nell'acqua profonda. 
Da sparring partner di clessidre e da migrante fra l'inverso e l'indietro" fa il suo ritornello e c'è poco da stupirsi.
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia.
Una gatta? 
Qual fato spingeva lì una gatta?
Boia questo mistero ripetitivo ha bisogno d'una soluzione. 
E temo serva sapere esattamente quello che non sappiamo fare con le mani altrimenti... 
Altrimenti tutti a camminare in montagna.
Il misticismo e l'intimismo che voi sappiate sono parenti della concentrazione?
No no non rispondete, non ho tempo per confrontare pareri. Devo proseguire ed ho poca, pochissima, idea di quanti sensi possa contenere un guerriero.
Sul merito mi basta una rosa di serra costretta a fiorire d'inverno può rimanere bella non dubito, bensì lo stesso non la voglio vicina. 
Sparge tristezza inconscia, dovuta a forzature subite, che disarma e scade l'ambiente.
M'è caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia e...
Ed ora sto ammirando un bouquet di nervi, il grande incendio, pinguini volanti, delle torri odiate dalla gente, sangue, sperma, piattole e paradiso e polizia insieme schierati al mio arrivo per il matrimonio, ma non focalizzo nessuno sposo credibile.
Pertanto azzarderei sono stanca di fare la colomba in esposizione viva al parco, la carta bagnata che non può prendere il vento o la regina di strade voltafaccia.
Camminando ho capito e non verserò ulteriori termini alla vaselina che... 
Che m'era caduta nelle mani una vocazione per santi e stavo "perfino" considerando il da farsi se non che una gatta è spuntata dalla pioggia distraendomi ed i santi svelti se la sono ripresa inchiodandomi sul mio fato.
Inchiodandomi sul mio fato.
 
Il novantatreesimo estratto
 
( "La fulgida" dialogo filosofico dispersivo didattico )
 
Mi sono messo seduto su un sasso, Fabio.
L'acqua che scorreva, qualche rumore classico di bosco, due fringuelli che discutevano con i loro toni ed un cuculo in lontananza e parecchi insetti interessati ad unirsi al coro per far vibrare i miei timpani, Fabio.
«Bella locazione Giuseppe, dov'eri?».
In collina, Fabio, nel mezzo del torrente per l'occasione calmo e magnanimo di tonde e comode ed emergenti mezze pietre asciutte.
E mi sono messo a guardare le pareti dell'alveo, Fabio.
Cadono da un'altezza di circa quattro metri a piombo nel letto, Fabio e sono formate da sassi, terra nera, radici, piccoli vegetali misti, crepe ed anfratti, Fabio.
E catturati costoro durante varie fasi della relativa esistenza, Fabio, e c'è dentro il mondo, Fabio.
Il mondo intero.
Ci sono la storia, la religione, le arti, la politica, la filosofia, la letteratura.
Ch'espone costei in primo luogo la poesia, Fabio.
La poesia di com'è aggrappata la foglia al ramo verticale.
In alcuni punti farebbe difficile dipartirne dimostrando più grazia, dolcezza e gratitudine, Fabio.
E ci sono i romanzi, Fabio.
Gli epici, nel profilo di quel fiero cavaliere medioevale con elmo appuntito e naso aquilino, i noir, l'assassino è facilmente individuabile, che ha il pullover a strisce orizzontali, in quell'ammasso formato da frasche ed edera, Fabio e la vittima è quella fragolina in alto sporta dal bordo giusto quanto lascia prevedere, volenti o nolenti, a breve s'avventurerà per lande pericolose e zeppe d'insidie, Fabio e...
E dunque ci sono anche le fiabe e non unicamente nel richiamo rosso fragola rosso capuccetto, Fabio.
Una faccia nera, su pietra sfaldata, con espressione tetra, bocca spalancata e sdentata ed occhi freddi, ricorda incredibilmente un orco, Fabio.
Ed ancora fantasmi, Fabio ed altri mostri, Fabio e gente gentile, Fabio,
Perfino un noto politico ed un papa, Fabio.
E con tanto di libro della legge l'uno e pastrano luccicante e bastone del comando l'altro, Fabio.
«E c'è pure la filosofia Giuseppe?».
Assodato, Fabio, assodato.
Lei e la storia e la politica e l'arte e la religione, Fabio.
Che queste ultime, a ben pensarci, si sono già svelate parlando della letteratura, Fabio.
La filosofia d'altro canto però bisogna un minimo cercarla, Fabio.
Lei normalmente nasce dalla considerazione, dal ragionamento, dalla fantasia e dalla capacità di sintesi, Fabio.
Al che, Fabio, io l'immagino benissimo la personale del muschio rigoglioso sistematosi ad abitare proprio nel settore franoso e nello stesso tempo, Fabio, inquadro pure la della felce scheletrica ritrovatasi a dimorare lo, stringato, buco d'un sasso perpendicolare e posizionato, fisso fisso, a due metri dall'acqua, Fabio.
Avrà una sete terribile, Fabio.
E l'abbondanza le scorre sotto il mento.
E mai potrà arrivarci, Fabio.
Nemmeno a quella piovana.
Sotto gli alberi e con dei sassi grandi appena sopra che le fanno da tetto, Fabio.
Vive e vivrà in toto i suoi giorni comunque, Fabio.
Stanne sicuro.
Ma sai che condizione mentale, Fabio?
Ed hai la sua filosofia, Fabio.
Una volta constatato ciò.
Hai in mano la sua filosofia, Fabio.
«Non bellissima presumo Giuseppe».
Nemmeno io, Fabio, nemmeno io.
Gliel'auguro almeno umida.
«Ed il muschio Giuseppe?».
Il muschio sembra preferisce basi ottimiste, Fabio.
Probabilmente è stato dotato dalla natura di buone capacità d'osservatore, Fabio.
Ha visto la felce, potendo l'avrebbe aiutata ma gli è impossibile ed allora ha imparato quel sasso non é buono, Fabio.
E quindi, in attesa d'eventi, migliore la situazione franosa, Fabio.
Un tuffo inatteso, temuto e rischioso ed una piena travolgente, o viceversa un'eroica vincente resistenza multi etnica contro lo smottamento, magari portano a risultati inattesi, Fabio.
«Alla felce una filosofia negata, Giuseppe ed al muschio una filosofia fin troppo possibilista, Giuseppe».
La foto perfetta di lei sparsa per il mondo, Fabio.
Deboli felci in balia di muschi vanamente convinti d'avere giocato il jolly universale.
«E cos'hai notato ancora Giuseppe?».
Ho notato la filosofia è simile al telo che unisce i due estremi d'una fisarmonica, Fabio.
Si tende e si racchiude, Fabio.
Non può mai, d'attimo in attimo, rimanere fissa.
Le fasi e gli umori della vita sono le mani del musicista, Fabio.
E loro fatalmente decidono indipendentemente il lungo rilassamento, la tensione o la pressione.
Ed il resto ha poche opzioni per non subire deviazioni convulse e devastanti, Fabio.
«E le mani suonano uno spartito Giuseppe?».
Sì, Fabio.
Abbastanza orribilmente e chiaramente.
E lui mi fa balzare in mente ho dimenticato una cosa nell'elenco precedente, Fabio..
C'è anche il quotidiano, Fabio, stampato sui giochi di luce, colore ed ombre dei dirupi.
Ed è questione cui rivolgere la massima attenzione.
E questo nostro dialogo lo dimostra inequivocabilmente, Fabio.
Ed assolutamente mai abbandonarti completamente a lui, anzi sorprendilo con la tua fermezza, mi diventa di per cui la fulgida tra le poche opzioni, Fabio.
La fulgida. 
 
Il novantaquattresimo estratto
 
( "L'auto racconto " di Sid il tuttora vivo per destino )
 
A volte bisogna anche saper raccontarsi delle cose sai mio caro Sid.
Ed io ora voglio farlo dato che tu... 
Tu ultimamente tenderesti spesso a considerarti un essere sfortunato e per nulla baciato dalla sorte.
Intendiamoci sembra perfino al momento hai ragione, nel senso sei povero e disoccupato, non hai grandi prospettive, nonostante ti dai da fare con arti e mestieri e non si vede all'orizzonte qualcosa in grado d'invertire la tendenza, soprattutto considerando l'età, a meno che appunto non ti precipiti addosso un colpo di fortuna ma...
Ma sei proprio sicuro di questo?
Intendo sei proprio certo di non essere già così come sei una persona iper fortunata?
In fondo lo sai nella vita hai incontrato parecchie situazioni in cui poteva andarti peggio.
Parecchie, parecchie e parecchie.
O ti devo forse ricordare io della circostanza da bambino in cui cadesti in un vasca piena di liquami e fosti ripescato all'ultimo solamente perché la tua mamma, casualmente, volle uscire e buttare i rifiuti nel letamaio, che altrimenti nessuno avrebbe potuto vederti e sentire le tue richieste d'aiuto?
O di quando sul lavoro ti cadde dall'alto, circa sei metri per la precisione, sulla spalla e spappolandotela, una tavola lunga quattro metri e pesantissima e spessa cinque centimetri, che la testa è molto vicina alla spalla e non avevi il caschetto se non erro?
E di quella volta in montagna che un paracarro, seppellito nella neve, fece del tutto casualmente in modo tu e la tua macchina, non precipitaste in un burrone profondissimo, che da lì non è mai risalito vivo nessuno...
Che mi dici di quella volta?
Non sono fortune codeste?
Ed andando avanti, oh intendiamoci sempre per fare degli esempi, quante volte hai rischiato grosso iniettandoti eroina tagliata, con la quale ad altri non è andata di lusso, o prendendo pastiglie assurde in quantità industriali e per di più mescolandole a dosi abbondanti d'alcol, che se non rimembro male in un paio d'esagerazioni ci sei addirittura "collassato"?
E che dire delle tue scelte in amore?
Hai voluto sposarti e dividere tutto senza precauzione alcuna, con una siero positiva e nonostante otto anni da tossici passati sangue a sangue, manco una negatività o una malattia per te nonostante la morte per lei e potrei aggiungere tutto quello che al momento dimentico ovviamente o lo che considero secondario, tipo l'avere in Francia, del tutto ignaro, percorso contromano a velocità sostenuta due, tre, chilometri di curva cieca in superstrada senza incrociare nessuno in direzione opposta... 
Che al ripensarci ancora mi vengono i brividi?
Insomma sei proprio sicuro d'avere bisogno d'una botta di fortuna Sid?
Be' riconsidera allora.
Riconsidera, riconsidera e riconsidera.
Eri arrivato a toccare il fondo.
Non avevi nemmeno il coraggio di farti le analisi, talmente stavi convinto d'essere ammalato e moribondo e consideravi la droga l'unica fonte di vita e sollievo. 
Non avevi alcuna fiducia nelle persone o nella società e del futuro avevi cancellato l'esistenza e...
Ed invece adesso hai una famiglia meravigliosa, una casa, tante cose anche preziose, una compagna magnifica e premurosa, qualche amico fidato e... e... e cazzo sono tutte questioni a cui fosse per te o per la sfortuna non avresti alcun diritto.
Ripeto. 
Fosse per te o per la sfortuna non avresti alcun diritto.
Dai dunque su con il morale, se sei vivo lo sei indubbiamente per destino dato tu non hai fatto niente per rimanerlo e magari...
Magari non sta succedendo per caso diverrà la migliore di tutte le fortune che avresti potresti incontrare.
Ciao. 
 
Il novantacinquesimo estratto
 
( "Boia can" di Leandro il cercatore di verità normalmente sotto considerate  ) 
 
Boia can.
Oramai è una realtà consolidata.
L'autunno cala e praticamente si riporta via il paradiso terrestre.
Cioè la rigogliosità.
La vitalità.
L'abbondanza e...
E tutto il ben stare in cui il mondo s'era dilungato cullandoci durante la gradevole estate.
E noi uomini, pure se in mezzo a qualche suo meraviglioso show, ne rimaniamo attoniti.
Quasi intontiti.
Sorpresi ed avviliti.
Io...
Io credo però abbiamo la tendenza a drammatizzare troppo.
A piagnucolare nel considerarlo come una nuova ingiusta cacciata dal paradiso nonostante...
Nonostante stavolta non avessimo morso nessuna mela di quell'albero antipatico e...
E codesto stato d'animo c'impedisce di pensare ogni cambio di stagione, in fondo, può avere dei risvolti positivi e quindi sostiamo nel limbo mentre...
Mentre invece ci sono i risvolti positivi.
Eccome se ci sono.
Basta osservare e collegare attentamente piuttosto d'abbandonarsi al noi siamo solamente degli sfortunati.
Per esempio.
Qual è la prima immagine che vi sovviene allorché uno dice autunno?
Semplice!
Cadono le foglie.
E vi dice niente ciò?
No?
Non vi fa balenare pertanto... 
Pertanto matematicamente cadrà anche una certa foglia?
E dopo Eva finalmente non avrà più delle parti nascoste e proibite?
Boia can.
La primavera la rimetterà sciocchini.
Altro che stupenda liberazione.
Proibizionismo boia.
Boia can.
 
Il novantaseiesimo estratto
 
( "Sott'attacco" Faccia D'angelo lo dei puntini sulle i )
 
Chi ha inventato l'arma chiaramente ce l'aveva con noi.
Magari non con tutti, ma di certo con qualcuno ce l'aveva.
Chi ha inventato la ruota sicuramente era uno sciagurato demente.
Basterebbe contare i morti ed i mutilati che il suo mezzo ha prodotto per capire quanto fosse incosciente.
O forse ragionandoci, se l'ha fatto apposta, ce l'aveva con noi.
D'altro canto chi ha inventato Dio ce l'aveva con noi esplicitamente.
È innegabile perché altrimenti lo avrebbe inventato per altri, quindi manco dilungarsi sulle conseguenze del suo agire.
E chi ha inventato la politica allora di testa dev'essere stato suo cugino, di questo di sopra naturalmente. 
Ditemi voi se non ce l'aveva con noi.
Chi ha inventato il motore a scoppio era un folle e megalomane genetico manipolatore di metalli ed altro.
S'è goduto come un porco gli onori ed ha sparso intanto conseguenze pestilenziali. 
Come dire uno astioso.
Ce l'aveva con noi.
Chi ha inventato il televisore, con il tempo è stato dimostrato, non possedeva la più pallida idea di cosa sarebbe diventata la sua scoperta.
O voleva vendicarsi di qualche nostro dispetto o ce l'aveva con noi?
Non è dato sapere.
Chi ha inventato la medicina...
Ecco!
Possibile lui non ce l'aveva con noi, però non era del tutto convinto di non avercela con noi difatti...
Difatti il farmaco e l'operazione ed il vaccino alleviano lasciando strascichi.
Rimediano molto invadente e di guarire per sempre se ne guardano spessissimo bene.
E chi ha inventato la clonazione?
Nemmeno lui tanto tenero nei nostri confronti.
Temo il suo scopo sia sostituirci e di per cui m'appare lampante un bel ce...
Ce l'aveva con noi.
Porca bestia potrei andare avanti per ore se non che non mi piace questo gioco al massacro.
Senza volerlo ci sono dentro pure io.
Indi dico probabilmente noi uomini scegliamo il geniale sbagliato.
Uno fa una cosa e sembra subito un eroe da imitare.
Uno non fa niente e lo consideriamo un deficiente.
Ci lascia fare tutto da soli e per qualche motivo...
Ce l'abbiamo con lui.
Al che dispiace bensì...
Bensì io invece propongo un monumento sulla piazza importante al cretino e stupido somaro indigente che s'è guardato bene e non ha inventato niente.
Uno sterminato monumento intendo con sotto scritto "signori...
Signori vi presento uno da imitare se la terra non preferite rovinare.
Se le persone volete lasciare tutto il loro tempo campare ed anche se le vicende universali non intendete turbare, ergo
praticamente se non ce l'avete con nessuno in maniera assolutamente da coltivare".
 
Il novantasettesimo estratto
 
( "Donne che degli ridono" di Marta in immaginario dialogo con un certo Gino )
 
Marta, mia cara Marta, non è che... 
Non è che vorresti sposarmi?
«Oddio Gino mi cogli di sorpresa.
Di sorpresa, di sorpresa e di sorpresa con questa tua uscita».
Perché Marta da tanto tempo siamo insieme ed io il matrimonio, per la verità, lo vedrei oramai come sbocco assai naturale della nostra storia.
«Perché perché, adesso su due piedi non so Gino ma...
Ma non è vietato qui da noi sposarsi fra gay?».
Sì Marta purtroppo e certamente, però noi non siamo gay.
Io sono maschio e tu sei femmina e ci comportiamo, convinti e sicuri, pari a degli eterosessuali integerrimi.
«Ah quello è sacrosanto Gino, bensì la solidarietà! non bisogna mai dimenticare la solidarietà verso il prossimo ed a me pare giusto se non possono farlo loro, che noi mica abbiamo preconcetti, non è consono lo si faccia nemmeno noi.
No, no, no. 
Non è assolutamente consono, altrimenti si continua nel dare aria a differenze che in seguito certamente diventeranno intransigenze e, sempre noi e ne sono convinta, non vorremo mai diventare responsabili di comportamenti razzisti e discriminatori e poi...
Poi neanche sapremo rispettare in quel caso il ch'è, se possibile, pure peggio.
«Rispettare chi amore mio?».
È ovvio caro, colui che tra moglie e marito usa mettere il dito.
Che ne sarà di lui?
Continuerà a venire accusato ed evitato e magari anche ferito e pestato?
Ancora no, no e no Gino.
Non bisogna fornire pretesti ed il rispetto va espresso per tutti gli esseri della vita, non unicamente a chi ci pare sensato e leale, ed i luoghi comuni sono il male del mondo e solamente con comportamenti esemplari possono venir sradicati.
E la parità dei diritti? 
Maritandoci Gino che combineremo con la parità dei diritti?
«Non saprei Marta».
Te lo dico io cosa combineremo Gino, la manderemo al diavolo e le coppie di fatto continuerebbero a venire discriminate.
In caso di morte tu avrai diritto alla mia Ferrari ed invece un uomo non sposato no ed inoltre tu potrai entrare in possesso del resto a me appartenente nonostante non esista testamento, mentre invece ad un altro i parenti direbbero non ti spetta nulla bieco arrivista e non è corretto. 
Non è corretto per niente.
E continuando a chi dovremo dare una grossa delusione Gino?
«Quale grossa delusione Marta?».
Quale quale, hai pensato a chi tra il prete e l'assessore designato dovremo evitare?
Loro sono lì che aspettano, disponibili e sorridenti, per dare un senso alla loro missione e ci vedono entrare nella porta dell'altro rimanendoci di stucco.
Io sinceramente non me la sento di stroncare, oltremodo profondamente, le persone ed i loro ruoli e le loro carriere. Scusa, non me la sento, non me la sento e non me la sento.
«Ok! ho capito cara e non mi stupiscono codeste tue esternazioni, in fondo mi piaci e sei piaciuta immediatamente causa la tua estrema sensibilità, anche se ora dovrei dirti ogni medaglia ha il suo rovescio.
«Quale rovescio caro?».
Gli amanti Marta. 
Non hai considerato gli amanti.
Ragionando alla tua maniera gli amanti altro non potranno che finire in discarica, inutili e completamente privati di qualsivoglia funzione.
«Intendi si diventa amante fedifrago e degno d'assoluta condanna e meritevole d'essere tacciato per traditore lascivo solo nel caso s'intreccino rapporti segreti con, o alle spalle di, persone sposate Gino?».
Be' la leggenda è questa ed a me, rispetto ai miei parametri, risulta assolutamente pertinente.
«Ecco vedi allora e scusa se te lo dico schietto, non bisogna rendere ufficiale il nostro rapporto in quanto, laddove sei così, ti voglio immensamente bene Gino e dunque non vorrei mai rovinare l'alchimia perfetta creatasi fra noi. 
Tu infatti sai togliermi dei sensi di colpa e dei pesi sullo stomaco e dei rimorsi passati, presenti e sicuramente pure futuri con una naturalezza incredibile Gino ed io non posso non tenerne conto.
Non posso, non posso e non posso.
 
Il novantottesimo estratto
 
( "City" di Calca la mano appena puoi )
 
M'esalto io quando devo andare in città.
E dove lo trovi un altro posto del genere?
Tu c'entri e da subito cambia l'atmosfera interna personale, che diventa improvvisamente più agitata e reattiva e già questo non è male.
Poi c'è di tutto, non appena riesci ad incastrare l'auto fra le sorelle del parcheggio, c'è di tutto.
Pensate ho potuto respirare l'aria di scarico d'un nuovo suv.
Uno di quelli che mai avevo assaggiato prima chiaramente.
È esilarante credete. 
Per un patito del progresso, tale sono io, è esilarante avere a disposizione una simile varietà d'offerta.
Ho dato un ripassino di gola alla Bmw del novantadue.
Ho assaporato di narice, pari da tanto non mi succedeva, un fragrante tram e... 
E non ho potuto resistere, perfino attraversando col rosso ed infilandolo in bocca, all'oramai introvabile scarico di Autobianchi A cento dodici Abarth.
Troppo coinvolgente insomma la città.
Ma non era che cominciato lo spasso.
Volete incroci? 
Ci sono incroci.
Volete vetrine?
Ci sono vetrine.
Volete vedere vite a voi normalmente estranee signori e signore?
Perfetto.
Ci sono tre zoo.
Sì!
Uno con le belve ed affini.
Uno con le piante.
Ed uno con gli uomini famosi.
Bestie pericolose ridotte a divertimento oculare dal nostro proteggere per il loro bene e fuori dai loro ambienti selvaggi e pericolosi, nel primo.
Oh!
Quanto mi trovo propositivo verso i deboli dentro codesta razza capitatami in destino. 
E quante piante deportate al botanico.
E tutte col loro bel cartello.
Filippine, Giappone, Nepal, Senegal, Australia, Sudamerica.
Strappate alla loro terra, alla loro mamma, ai loro amici, vinte dal nostro volere.
Si nota che siamo proprio forti in città.
Si nota maggiormente.
E... 
E nel terzo zoo ci sono gli artisti.
Tutti chiusi nella loro bella stanza, ben controllati, ben neutralizzati.
Potrei fare molti nomi di loro e citare pedine importanti, ciononostante invece preferisco dire finalmente.
E due volte.
Finalmente!
Non se ne poteva più di tipacci del genere in giro.
Deboli di nervi, a volte scellerati nei comportamenti verso cose o persone e sempre in vena di scherzi e bravate ed arroganti.
Arroganti, arroganti, arroganti in ogni occasione e perfino quando tentano d'esporre un basso profilo.
E drogati, ubriachi, depravati.
Giusto dunque internarli ed anche dopo morti.
Ripeto finalmente ora si può dire nel museo abbiamo risolto pure questo problema noi e...
E d'ora innanzi i nostri giovani sanno cosa succederà loro se tenteranno d'imitarli.
Un'apoteosi.
Sì giusto un'apoteosi però adesso e per finire, che sono stravolto dal godimento, vi racconto del mio estasiare allorché isolo, nel caos, melodie paradisiache tipo ansimanti canti di "uccellino" e prugna in coro o minuetto semplice di condominio.
Eccezionale la scoreggia di quella nonna al terzo piano.
Suono sopraffino il rutto del maresciallo del quinto.
E come tiene il ritmo sinscopato il ragionier Rossi giuro... 
Giuro non lo tiene nessuno.
Ed andando avanti il bebè uèuèante è il senso del compiuto, le spolverate di tappeto col battipanni sfolgoranti esibizioni alle percussioni e per quando ho bisogno di un po' di new age ci sono gli scrosci di water e docce.
Potenze divine espresse in musica.
E... 
Ed ecco pertanto ora conoscete qualcuno dei motivi per cui v'invidio a voi cittadini.
Avete condensato il meglio dell'uomo e ve lo godete pavoncelli.
Complimenti.
 
Il novantanovesimo estratto
 
( "Stai fuori ed avrai tutto" di Calca lo ch'era convintissimo di questo titolo )
 
Ciao.
«Ciao».
Capperi me l'aveva detto Saverio consegnandomi le chiavi che se passavo di qua, rispetto al solito, avrei...
Avrei incontrato una piacevolissima sorpresa.
«Eccomi».
Piacevolissima, conturbante e molto attraente mi tocca aggiungere.
«Dai su non esagerare».
Ma quale esagerare, ammetterai non è vicenda di tutti i giorni attraversare un profumato giardino e scovare nel mezzo lì distesa, soavemente nuda, una meraviglia simile a te.
«Adulatore».
Oddio adulatore.
Guarda lì che pelle fresca e faccia pulita e...
E che perfezione di curve assolutamente simmetriche dove tieni i fianchi e... 
E che visione soave laddove increspi il pelo e... 
E che corpo slanciato e... 
Ed il senso d'incarnazione perfetta portato in seno prosperoso una...
Una vicenda praticamente di sogno che s'avvera se... 
Se per caso, scusa la sfrontatezza, dovessi inoltre essere disposta a concederti.
«Wow dispostissima.
Siamo soli, non sei affatto male e Saverio m'ha mollata qui da una settimana senza manco avvisarmi, permetterai...
Permetterai oramai abbia bisogno d'un diversivo e d'un corpo che m'esalti e faccia trasalire.
Sono giovane come sai e dunque vogliosa di maturare esperienze, di provare sensazioni nuove, d'essere... 
D'essere percorsa di qua e di là insomma».
Prometto solennemente farò tutto ciò ed esplorerò ogni tua profondità con dovizia di particolari e stimolando, uno ad uno, i tuoi punti salienti ovviamente.
«Dai su sbrigati e spogliati cavolo.
M'hai mandato in temperatura e lubrificato ulteriormente ove già mi prudeva».
Solo un momento che vedo qui era stato tutto scientificamente progettato alla bisogna, quindi approfitto per una veloce doccetta.
Sai in macchina senza aria condizionata e con il traffico intenso si suda parecchio. 
Non vorrei contrariarti con sapori sgradevoli.
Faccio in un attimo ed intanto approfitto anche per infilare qui, in questa mia testa, un affare di questi in plastica che...
Che nemmeno vorrei rilasciare questioni invasive dentro di te.
E crearti di conseguenza futuri imbarazzi.
«Uhm sei già praticamente eccitato senza toccarmi o essere sfiorato.
Codesta si chiama reattività con la r maiuscola».
Merito tuo chiaramente.
In uno tale a me appassionato nato di codeste situazioni è l'idea che fa la differenza, ma non preoccuparti ho una certa abitudine alla cosa, che la mantengo allenata quotidianamente anche in altri contesti. 
Sarà un'avventura avvincente.
«Non vedo l'ora».
Sicura?
«Sicurissima!».
Arrivoooooo bella...
Bella storia vero?
Vi piacerebbe succedesse anche a voi?
Non è affatto difficile sapete basta...
Basta essere un po' fuori pari a me che m'invento complimenti tendenziosi e dialoghi ammiccanti pure con una piscina e la sua acqua.
Pure con una piscina e la sua acqua.
   
Il centesimo estratto
 
( "Tutto per un finale politico" di Radio lo che umanamente ritrasmette assai ) 
 
Ed uno dice «e c'era un pesce attaccato al muro».
Prima reazione.
Fa niente.
Seconda reazione.
Come fa niente?
Terza reazione.
Spero non vivo al chiodo.
Quarta reazione.
Non mi ricordo in che contesto.
Quinta reazione.
Ah vero!
Al circolo del tennis.
Sesta reazione.
Probabile Palla dunque.
Settima reazione.
Sì giallo fosforescente a righette un pochino più pallide.
Ottava reazione.
Su sfondo?
Nona reazione.
Giallo limone!
Decima reazione.
No perché cerco d'immaginarmi la scena.
Un pesce attaccato al muro è troppo generico per me.
Devo approfondire.
Undicesima reazione.
In quadro, manifesto o riproduzione di plastica?
Ed al contrario secco o fresco?
E su vite o gancio?
Dodicesima reazione.
Non è poi così strano.
Ce n'era uno pure a Cartagena, in Spagna, al bar Don Juan.
Lo ricordo benissimo su mensola con tappi.
Un pesce spada impagliato.
Tredicesima reazione.
Uhm! la vicenda si fa seria.
Un luogo malfamato associato ad un raffinato club privato da un pesce impagliato.
C'è del marcio e perfino in rima.
Quattordicesima reazione.
Che s'è il medesimo spada anche al tennis la prova definitiva.
Quindicesima reazione.
Al bar Don Juan sono carini.
Ti vendono, a prezzi interessanti, piccole o grandi quantità.
Chi fra i frequentatori del tennis club ha comparato anche il pesce oltre al fumo?
Sedicesima reazione.
Escludendo ovviamente il parlante che di sicuro non poteva risultarne sorpreso, normale il custode.
Certamente figlio d'una coppia d'ex genitori dei fiori e pertanto poco studiato, considerato accettò una mansione si umile.
E quindi soggetto sensibilissimo ad alcune tipologie di commercio import export.
Diciassettesima reazione.
Altri sospetti?
Oh semplice chiunque.
Bensì il naso mi dice vai sul sicuro con i primi tentativi di scoprire l'arcano.
Diciottesima reazione.
Ecco casa sua.
Suono.
Aprite polizia!
Diciannovesima reazione.
Grazie capitano.
Come sono arrivato ai sette chili?
Studio e senso della professione ed informazione ed esperienza capitano.
Ventesima reazione.
È strano.
Sono un grandissimo poliziotto solo in quanto effettivamente non lo sono.
Chissà che grandissimo sarei se fossi un poliziotto.
P. s. reazione.
Ed uno dice «e c'era un pesce attaccato al muro».
Ok ho fatto un piccolo esempio qui sopra.
Una cosa come di presentazione per cominciare a conoscere il tipo che sono.
E comunque prima nella ventesima reazione m'andava di sfottere e scherzare.  
Facevo il poliziotto veramente.
Da vent'anni e più e rimanendo basso di grado apposta.
Ho infatti rifiutato tutte le proposte di promozione che causa i miei successi di detective mi furono recapitate.
Il fatto è semplice.
Io ho capito tanto di me e, sebbene ancora non mi fido ciecamente, va di lusso.
Ho capito che il primo muro dove poggio gli occhi è fondamentale, almeno quanto la prima parete che mi colpisce altri sensi.
Mi spiego.
Il mio lavoro funziona così.
Io sono tranquillo al parco con le colombe e squilla il telefonino.
«Un omicidio vieni».
E passa uno in bicicletta e dice al collega ciclista "ho pitturato il muro della camera dei bambini color Pimpa" e praticamente il caso è risolto, che la Pimpa ama animare i soggetti e gli oggetti che la circondano e dunque il principale animatore del contesto ne sa qualcosa.
Ed alzo lo sguardo e vedo il cartellone pubblicitario sul muro ed è stata la bionda della situazione, evidentemente resa folle dall'enorme quantità di birra assunta attraverso quello sproporzionato, e traboccante, bicchiere che tiene in mano e sul muro vedo la Porche ed è stato chi l'aveva affittata per la rapina a nome proprio d'un terzo. 
Che il terzo fu costretto a bruciarlo e vedo il panettone ripieno di cioccolato ed è stato quello pieno di brufoli fra i cinquecento babbi Natale, in costume, presenti sulla scena del delitto e convocati in questura.
Una volta vidi un cammello vero spuntare con la testa da una finestrella sul muro.
La sua lingua gocciolante penzoloni dalla bocca era uguale a quella d'un deviato in delirio.
Ma la moglie di famiglia era stata assassinata e non c'era nessun deviato evidente fra i sospettabili.
Fu difficile.
Il figlio fumava gli spinelli.
Niente di strano li fumo pure io.
I filtri di codesti spinelli però presentavano delle anomalie.
Nel cestino li recuperavo usati arrotolati e gettati ridispiegati.
Al figlio non interessava nulla l'effetto degli spinelli.
Lui guardava al microscopio i depositi della combustione maria tabacco sul cartoncino ed eccitatissimo ne ricavava chissà che letture.
Potete crederci, perdeva la testa nel mentre interpretava i segni caramellati di catrame secco e si masturbava perfino, e gli veniva la pelle d'oca, e le pupille dilatavano enormemente.
Credo alla fine per lui fosse diventato tipo leggere un tossico bellissimo romanzo a puntate, bensì purtroppo la puntata seguente era sempre nel prossimo filtro e la sua mamma ne buttò via due prima che arrivasse la polizia, secondo lei.
Prima d'aver potuto leggerli, secondo lui.
Ecco avete capito.
Io sul muro non ci piango.
Anzi.
E non è tutto per dirla tutta.
A volte funziono perfino preventivo.
Cioè pardon funziona il muro preventivo.
Collegamenti ancora più difficili.
Una mattina sul presto mangiavo cosce di rana bollite ed insalata cetriolo pomodoro, abbondante mostarda, al chiosco malese ed un negoziante cinese sul muro esterno del suo esercizio espose delle spazzole per scarpe.
Peli neri neri, fitti fitti rasati perfettamente uguali a formare una superficie morbida, ed accattivante, e desiderata assai dalla mia paffuta guancia destra.
Un flash.
Mollai tutto e corsi trafelato ed agitatissimo al ponte alto.
La Rosina stava scalando le transenne.
Avrò avuto sedici anni ma me la ricordavo ancora quella della Rosina sulla guancia.
Un bel triangolo, di quelli oramai estinti causa novella estetica bislacca, che fioriva soffice soffice tra cosce non certo di rana.
Non meritava una fine prematura.
E la salvai ed in seguito poggiai nuovamente la guancia destra ed in un impeto di mammismo esasperato anche la sinistra non... 
Non senza una profonda costernazione comunque.
Il marito durante un moto erotico l'aveva depilata e lei non sopportandosela nuda aveva deciso l'atto estremo.
Preventivamente tentando un rimedio con il costernante lucido testa di moro chiaramente.
Che non è una di facili decisioni la Rosina.
Eh sì non c'è niente di facile nella vita.
In un altro caso credo impiegai sei anni per trovare il collegamento azzeccato.
«Un muro bianco sporco leggermente ombreggiato qua e là e tu un'irregolare, linda, macchia bianca su di lui» disse uno poeticamente in treno all'amica ed era appena arrivato un messaggio sul display.
Omicidio servito in cottage stavolta.
Ci abitavano in sette oltre al morto.
Tutti colorito bianco sporco.
Tutti dal profilo ombreggiato da qualche magagna giudiziaria.
Tutti con un alibi.
Persi la testa a cercarli il muro e la macchia in quella casa.
In quale stanza precisa s'erano svolti i fatti mi sembrava importante.
E niente e niente e niente.
Appunto un muro bianco.
Che cavolo di dritta poteva contenere quel messaggio?
Non ne venivo a capo e non mi venivano nemmeno tante ipotesi a dirla tutta.
Sapevo collegando il muro, le ombre e la macchia avrei avuto il colpevole, ma il vuoto s'era impadronito di me.
E fu una pallottola bum bum di quaranta quattro millimetri, arrivata tempo addietro sul fianco del mio collega, a schiarirmi le idee in sauna.
Erano una schiena il muro ed una cicatrice la macchia bianchissima.
Finalmente!
Feci fotografare di nascosto i sospetti ed individuai il colpevole in un baleno.
Una ritorta, non profonda, coltellata giusto sotto le costole che prima erano le colpevoli delle ombre assieme alla spina dorsale.
Il suo alibi sottoposto ad altre verifiche non resse neanche un minuto.
Prese l'ergastolo.
Fossi al suo posto vedrei ogni volta le solite robe guardando il muro.
Niente buon segno.
Abbiamo a che fare con un assassino seriale se squilla il telefono.
E via vivendo.
«L'informatore è stato precisissimo.
La Queen Sea scaricherà duemila chili di cocaina purissima».
Un'acca rossa disegnata sul muro nero del retro bottega senegalese stampata nel primo sguardo.
Quattromila container sulla nave e tutti della stessa ditta.
La Heny.
E tutti neri con un'acca rossa disegnata.
Un rebus.
Ed io che pensavo cerco quello con l'acca e sono a posto.
Subito una perizia calligrafica all'acca sul muro.
Interessante interessante.
L'ha disegnata un mancino.
Nella grande piattaforma rettangolare di carico, da uno sopra all'altro, con le gru faccio rimuovere diversi container.
L'intento è di lasciare solamente quelli che insieme formino un'acca perfetta.
Eccola ottenuta.
Ora a noi interessa il lato sinistro naturalmente e concentreremo di per cui su di lui le ricerche.
Su che piano potrà essere quello farcito?
Ritorno alla acca sul muro.
In un determinato punto, verso il basso, noto il rosso ha un sussulto d'orgoglio e per pochi millimetri si fa più concentrato e viene meglio all'occhio.
Però non in primissimo primissimo piano.
Diremo in nono piano su dodici?
Meraviglia.
Adesso misuriamo l'altezza del lato dell'acca sul muro e quanto è lungo il lato del piano di carico e rapportandoli fra loro, tenendo conto della posizione dell'orgoglio rosso, otterremo, in basso a sinistra nell'acca formata dai container, l'esatta locazione della fila ove si mimetizza il farcito.
Quello al nono piano m'aspettava incredulo scegliessi giusto lui.
E gli spacciatori aspettarono a lungo i duemila chili.
Ed in cella ovviamente.
Chissà che spreco di crimini impuniti l'aver voluto abbattere il muro di Berlino.
Meno male gli israeliti si sono offerti di costruirne immediatamente un altro.
Abbattere i muri è uno slogan.
Accettare ed interpretare fantasiosamente i muri l'unica via di fuga.
Uno di mattoni ne aveva due di rotti a destra sulla base.
E lo zoppo finì dentro.
Uno con le mattonelle non aveva le righe parallele.
Ed il tremebondo giovane tirocinante del geometra aveva colpito per invidia.
Uno aveva un ragno.
Feci controllare i vestiti dei protagonisti.
Il maggiordomo aveva buttato nell'umido un gilet pieno di ragnatele e sangue della vittima.
Uno estemporaneo di mare m'investì in ferie sullo scoglio.
Tre mesi d'ospedale e fratture miste tale la frittura del costaricano.
Dispiace ma non si possono leggere direttamente le comunicazioni che annunciano il tuo suicidio.
Uno reggeva l'epigrafe di Bepi il mio cugino svizzero.
Sapete gli svizzeri usano vendere dei buchi senza peso assieme al formaggio, però il peso di due buchi sul cuore, non di formaggio, del commissario m'indusse ad una connessione.
La ditta Apollo s'incaricherà delle esequie c'era inoltre scritto dal cugino Bepi.
In codesta storia uno che ama follemente o odia matto il formaggio è presente conclusi.
Sbagliavo.
Il commissario contrabbandava soldi in bucolandia per conto del consorzio del latte, invece diceva a chiare lettere quel la ditta Apollo s'incaricherà delle esequie.
Mentre i buchi erano per quando i soldi non sono arrivati a destinazione e per coloro che credono di non pagare il loro peso sul formaggio svizzero.
Firmato il direttore generale.
L'odio ancora.
Il protagonista dell'ultimo decesso indotto che m'è capitato ripeto l'odio ancora.
Ero al museo del cinema allorché piombò l'esse emme esse.
Giuro gli occhi dallo schermo passarono meccanicamente al pavimento.
Per l'occasione specifica non volevo guardare muri.
Poi li chiusi e mi misi a rigirare su me stesso.
A rigirare rigirare rigirare fino a perdere le coordinate della sala.
In seguito mi fermai e li aprii.
Ero di fronte al manifesto originale dell'immortale film Il tempo delle mele.
Unico al mondo capace d'eccitarsi da basso nel frangente.
L'individuo doveva essere stato colpito mortalmente da chi sapeva amare veramente ed in maniera spassionata e totale.
Nessuna ipotesi alternativa.
I muri non mentono.
Uno fa tanto intimo e protettivo.
Due già fanno un certo effetto.
Tre o quattro magari alti e tutto intorno fanno orrore.
Chi sapeva amare a tal punto?
Chi voleva convincere un individuo a tornare sui suoi passi ed essere nuovamente l'amante della sua compagna magari... magari se possibile aumentando le dosi dei rapporti vari?
Ch'era un minimo ninfomane e non le bastavano mai?
Chi?
Chi era capace d'un amore talmente dedicato, e raffinato, da dover sentirsi moralmente costretto al sopprimere colui che la fece soffrire, e disperare, e rinunciare e digiunare sessualmente?
Chi?
Chi era nella possibilità d'interpretare passionalmente le persone nelle loro gesta umane?
Chi? 
Chi se non uno che per vivere s'è sempre aggrappato ai muri? 
Chi?
Andai dal capitano e resi piena confessione.
Per me era troppo evidente.
Rifiutavo l'idea l'intero genere umano non collegasse le mie migliori due opzioni.
Non credette ad una sola mia parola.
Preferì una sua impressione.
Ero da tempo in tiro e stavo cominciando a cedere indi bisognoso di riposo.
Al contrario arrestarono lei e si beccò trent'anni.
Il muro che vale per tutti i reati è comprendere l'amore assoluto riflettei e lasciai quel lavoro.
E diventai investigatore privato esperto in tradimenti matrimoniali aspettandola.
Una sola idea fissa inizialmente timida, e dopo via via maturata, potente in testa.
Senza muri si vive senz'altro meglio.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 6688 visitatori collegati.