Scritto da © Marika - Sab, 11/09/2010 - 16:42
In attesa che la mente scivoli
fra le incongruenze del volo
si cerca armonia nel vento
fra le dissonanze di una nota
spazzata dalle nuvole
incombi in nodi, quelli di fulmini
a soccombere il sereno.
E' poi il cambiamento.
Da tempesta sorge il buon tempo
il canto di un infimo uccello
è leggiadro e carezzevole.
Di rallegrarsi si converrebbe
come leggere un sapore antico
polvere agli angoli
da cui accogli il senso
di nuove accoglienze
Intonsi allora
sono briciole e calchi di libri
impronte senza titoli
avvolti da fama e fame di giustizia
bruciati nella loro stessa sostanza
carta e raccolti di capezzoli
nudi autori di nati assetati
in un'esistenza abbandonata al primo supermercato
Inorridisci ai nitriti di sapienti
che sputano assiomi e leggi da dividere
rivedere aggiungere togliere levare
conta fino a dieci: un due tre..stella!
...
Un inno all'inattesa violenza
lo scocco della dissonanza.
Grattano il cielo fino a consumarlo
il nuovo pare estinguersi
allo svelarsi di terre
che viaggiano nell'invisibile,
solo per ritentare la conquista
di numeri primi (?)
Utopia scontrarsi con ciò che è diverso
c'è sempre un'arma non conosciuta
un valore aggiunto
impossibile da decifrare
così si lascia andare.
Queste passioni
così confuse e
giocano a rincorrere
brame di follia
quelle strane forme dell'inconscio
Tu che mi sei pari abilmente
uguale avverti
una sensazione appena nata
la stringi fra le canasse
aspetti che la voce
ricopra di ricami
la parola e giuste rotte
in fogli bianchi
scritti in ippogrifi di buon senso
e umorismo indegno di essere
significato.
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