in cui va tutto
male.
Sull'autostrada
a casa
al super-
mercato
e da qualsiasi altra
parte
assalti
continui
ininterrotti
feroci
accidentali
a ciò
che è rimasto del
tuo
equilibrio e della tua
suscettibilità.
Gli dei prima
giocano con te
e poi
giocano
contro
di te.
I tuoi nervi
si tendono fino a
spezzarsi.
Nessuno scudo
filosofico
ti proteggerà,
nessuna dose di saggezza è
abbastanza.
Sei allo scoperto
facile preda
dei
cattivi e
delle
folle;
la rottura
del
macchinario
e della
ragione
è
completa.
Poi
c'è sempre
-all'improvviso-
un volto gioioso
sorridente
dallo sguardo
ottuso, qualche
semi-sconosciuto
che ti urla
forte:
"ehi, come ti
va?"
La sua faccia
sempre troppo vicina,
puoi vedere ogni
macchia e
poro della
pelle,
la bocca,
aperta
sembra una pesca
spaccata
marcia.
Il tuo unico
pensiero
è:
dovrei
ucciderlo?
Ma poi
dici:
"va tutto
bene.
E a te
come va?"
E
prosegui,
e la faccia-da-
capra
semi-sconosciuta
è alle
spalle
mentre il sole
filtra
attraverso
le nuvole
acide.
Vai
avanti
mentre gli dei
ridono e
ridono
e
ridono,
metti un
piede
davanti
all'altro,
muovi le
braccia
mentre la comapana
arrugginita
non suona,
e dentro la tua
testa
il sangue
si trasforma in
gelatina.
Ma
questo giorno finirà
questa vita finirà
gli avvoltoi
voleranno
finalmente
via.
Per favore
in fretta, in fretta,
in fretta.
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