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Or io dico

C'è sopra il mare tutto abbracciato
il tremolare quasi d'una maglia:
in fondo in fondo un ermo colonnato,
nivee colonne d'un candor che abbaglia:
 
una rovina bianca e solitaria,
là dove azzurra è l'acqua come l'aria:
 
il mare nella calma dell'estate
ne canta tra le sue larghe sorsate.
 
O bianco tempio che credei vedere
nel chiaro giorno, dove sei vanito?
Due barche stanno immobilmente nere,
due barche in panna in mezzo all'infinito.
 
E le due barche sembrano due bare
smarrite in mezzo all'infinito mare;
 
e piano il mare scivola alla riva
e ne sospira nella calma estiva.
Giorgio Orelli
 
Or io dico.
taglioavvenuto
 
Vi chiedo di commentarla, se vorrete, facendo esclusiva attenzione alla rispondenza tra i significati e i timbri delle vocali toniche dei tempi forti.
Grazie
Gabriele

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