Scritto da © Antonio Ragone - Ven, 15/07/2011 - 14:55
"Giorni sul lungomare insieme a te”
e l’afa mi scende lungo l’anima
di sudore bagnata fino al profondo
fino al centro del suo mondo,
non c’è più posto se non travasi
la ciotola già da tempo camminando
piano che s’asciughi al sole
di troppe azzardate illusioni,
di troppe estati roventi alla faticosa
ricerca d’ombre di secolari aceri campestri.
“Bruciavi più del sole”
nella pomeridiana mia solitudine bagnata
di lacrime versate senza versarle
nel vuoto d’un’estate ancora
da finire prima di definire
l’intimo confronto d’un dubbio profondo
più grande del centro d’un mondo
racchiuso nell’ambito carnoso
così vicino e così dentro
ma così lontano senza che si veda
nemmeno con la mano umida
poggiata sulla fronte di sangue
pur un pulviscolo d’una presenza
dolorosa e dolorosamente assente.
Ho pagato ben oltre il debito
d’una vita ostinatamente misteriosa
che nemmeno il tempo lascia e ti ruba
la libertà d’una fantasia senza immagini,
nel breve spazio chiuso nel tempo
d’una estiva canzone giovanile.
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