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A darci un dito al dio della poesia

 
Nulla di più dispettoso e irrispettoso
oltre che perditempo e ritardatario
del dio della poesia: un giorno ti svegli
e te lo vedi che ti sembra stia a tenerti
palpebre aperte, lasciandoti credere
che ti stia baciando pupilla, opaca
ancora del sogno, con l'ispirazione.
Repentino, indi assente si rende e celia
asserendo dal cielo che, di lui,
non c'è di che fidarsi a dargli un dito
già che ti prende braccio e stanza
con destrezza annullandoti estro.
Chè, la vera poesia, sostiene perfido
sia quella di quando non ci si è più
e resta tazza deposta sul porfido
a distanza ancora fumante d'orzo.

ritratto di Ryan
 #
Credo sia un bene il fatto che l'ispirazione sia ritardataria, a volte. Molti autori scrivono senza che quest'ultima gli sia mai arrivata sul serio. Bisogna fermarsi quando non si è ispirati, anche per mesi, se necessario.
Il Dio delle poesia, quando ci bacia, lo fa con passione, e di questo s'accorge anche il lettore.

Molto apprezzata.

 

 #
Oddio... è vero l'importanza dell'ispirazione, ma dietro ci sta tutto un complesso e duro lavoro di scrittura: in principio fu la luce, l'ispirazione. Però poi dovette faticare per sei giorni, prima di potersi riposare... A parte gli scherzi: son pienamente d'accordo con te: quando non ci si sente ispirati è meglio che ci si fermi, dal momento che si rischia di rimanere prigionieri del meccanismo diabolico della perfezione tecnica. Ho letto diversi autori che vantavano la loro perfezione formale, rivendicando la supremazia sul cosiddetto verso libero. Ma il guaio è che, in passato, probabilmente, avranno avuto anche l'ispirazione, quindi riuscivano a comunicare. Ma, nel presente, mettono in piedi dei sonetti perfetti nella forma, però maledettamente vuoti e fine a se stessi.
In ogni modo, come tu ben dici:"Il Dio delle poesia, quando ci bacia, lo fa con passione, e di questo s'accorge anche il lettore." Di mio ci aggiungerei soltanto: prima o poi.
Grazie di cuore, più che mai felice di tornare a leggere di te.
 

ritratto di ComPensAzione
 #
Sal... Hai saputo umanizzare e rendere perfettamente l'ispirazione che a volte ci illude... 
 

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Mi fai venire in mente che, i poeti antichi, quando iniziavano a scrivere un poema, sempre invocavano la musa o la divinità affinchè li ispirasse. Forse per affascinare il pubblico dando un tocco di sacralità alla composizione; oppure soltanto per riuscire a concentrarsi, mantenendo un punto ben saldo quale la continuità nell'ispirazione di cui si necessitava...
Felice di averti qua ancora e grazie di cuore
 

ritratto di live4free
 #
Verissimo!! Rendi perfettamente l'idea di quanto sia capricciosa l'ispirazione, che ora ti inonda e ti illude e un attimo dopo ti abbandona lasciandoti solo e asciutto! 
 

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volubile questo dio, volubile come solo la nostra mente che, ad esso, ricorre come espediente  per averne ispirazione e guida...
Grazie di cuore
 

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