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Un attimo che non vedi

Di arrestarlo cerco sempre l'attimo
si che non mi si faccia ruga in fronte
e raggrinzi l'ansa in gola, sul petto
lasso istante assottigliandosi osceno;
oppure che decori gambe e braccia
memento, affiorando intrichi venosi
a che non lo consideri neppure,
dai capillari bluastri sparsi, assente.
Ma io insisto e inesistente lo dichiaro;
dicendolo leggenda non lo colgo:
fiato dai denti è, di poeti ed amanti
finanzieri, militari, corsari...
che sempre lo declamano fortuna
reclamandolo per sé a proprio amore.
Un attimo è per legarcisi eterni
e sognarsi immortali. Ma l'attimo
non ci sta, non esiste, anzi: è già andato
tant'è fuggente che manco lo vedi.

 #
Effettivamente bisognerebbe arrestarlo quel fuggitivo per poter ambire all’eternità, oppure togliergli la parte del gatto … ci tratta troppo da topi. Apprezzata, grazie. Un caro saluto.
 

 #
Credo che, se lo arrestassimo, non ce ne resterebbero altri: viviamo perchè con altri scorre. Forse siamo venuti al mondo per recitare la parte del topo nella piccola commedia lampo.
Grazie di cuore con un più che caro saluto.
 

 #
Recita, può essere, ma da copione che si scrive strada facendo. Probabilmente sia da protagonista, sia da comparsa. Nulla esclude che in altro spazio/tempo possa “recitarsi” una inversa situazione.  Magari è solo lo sperimentare la nostra reale consistenza fuori dalla paradisiaca magia. Constatare la nostra sostanza in qualunque ambiente, in qualsiasi diluizione, percentuale, tra bene e male.  Troppo facile nei rispettivi 100 % e suoi dintorni. Chi più, chi meno, tutti siamo Tommaso, e per poter sentenziare dobbiamo toccare con mano. L’esperienza ci deve toccare. E fatichiamo lo stesso. Perché per noi, pressoché sempre, esiste quella giustifica in più che, sempre più spesso, agli altri neghiamo. Grazie a te. Un abbraccio.
 

 #
Certo, come si conviene per le migliori commedie, l'improvvisazione deve esser di casa: il colpo di genio dell'artista è quel che impreziosisce l'opera, elevandola a capolavoro.
Un tempo si parlava della nostra come di una dimensione tra le tante. Tante quante le possibilità che qualcosa possa andare in un verso piuttosto che in un altro, o, qualcuno, possa mostrare una natura piuttosto che un'altra: siamo nel mondo del possibile mimetizzato nell'impossibile universo. Illusi che tutto possa esserci concesso, tanto che si cerca pronto un capro espiatorio, dal momento che non si vuole ammettere il proprio fallimento.
E' un po' quel che leggevo oggi riguardo alla società meritocratica. Ovvero al trionfo della corruttela, della boria, del nepotismo... della rigidità della società ingessata nella propria autocontemplazione che non ammette autocritica.
Grazie più che mai con abbraccio sempre
 

ritratto di Marina Oddone
 #
"Un attimo è per legarcisi eterni e sognarsi immortali" splendidi versi cogli veramente il nocciolo del pensiero comune ...un carissimo abbraccio
 

 #
L'ambizione è più che mai sconfinata e spudorata: far d'un attimo monumento è narcisismo all'ennesima potenza!
Grazie di cuore con un altrettanto carissimo saluto.
 
 

ritratto di live4free
 #
Fortissimo come sempre! L'attimo fuggente magistralmente espresso da te. Fermarlo non si può, come giustamente dici, è allora cosa facciamo? Gustiamocelo lentamente, singolarmente,  gioiosamente, con leggerezza, grazia e tanto colore! Bravo, sempre. 
 

 #
E' un attimo anche ringraziarti di cuore con un abbraccio dei più cari...
 

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