Scritto da © ariele57 - Dom, 06/06/2010 - 20:58
a te nel rosa tramonto, che dir mai, se sai
Spillo in suol distante
rosso,
di te ogni vena
è ricordo, rivedo
ogni tuo sasso incurante
che assorbe
le carezze
degli astri
e
le sole fronde smosse
che svelano un antro
tra l'oscuro
ed il fresco.
Un occhio
vigila
sul creato
e un cuore pulsante
in falso riposo
è nascosto.
Mai più l'eco
importa a valle,
un gesto che
sul verso s'appoggia.
Sulla ripida china
il muschio di dicembre
ha creato un tappeto.
Attende
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Scritto da © dax82 - Dom, 06/06/2010 - 18:51
Incantesimo
Anche quando le dita di rune
perdute, ed ogni frase scandita,
come chiavi antiche prese a sgranare
profonde serrature,
perdute, ed ogni frase scandita,
come chiavi antiche prese a sgranare
profonde serrature,
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Scritto da © Franco Pucci - Dom, 06/06/2010 - 18:07
Cartolina dal fronte
Mia cara, io sto bene, tu come stai?
E’ tempo che gli ultimi sforzi, affinché il tragitto comune che ci condurrà alla Baia Della Tranquillità venga completato, siano compiuti all’unisono. Finora il nostro incedere bislacco ci ha fatto conquistare pochissime postazioni. Come ben sai il nemico non arretra di fronte ad un ghigno guerresco e una danza traversa da vecchi granchi, nemmeno di fronte all’agitare di chele consunte dal tempo, dobbiamo quindi affilare le armi e perfezionare la nostra strategia. Un maggiore affiatamento nell’incedere verso la meta comune io credo sarà fondamentale per l’attacco finale. Sono ben conscio della difficoltà della nostra impresa e ti scrivo questa cartolina pur sapendo che i tuoi preparativi fervono e sono a buon punto ma, ti prego, affrettati e raggiungimi presto. Il nostro nemico comune, Kronos, non perde tempo, è ben attrezzato e lo scontro si prefigura cruento. Da quassù, dalla mia postazione di avanscoperta, fatico a tenerlo sotto controllo e la tua forza sarà decisiva per sconfiggerlo. Ti attendo con ansia e ti bacio. A presto, Franco.
E’ tempo che gli ultimi sforzi, affinché il tragitto comune che ci condurrà alla Baia Della Tranquillità venga completato, siano compiuti all’unisono. Finora il nostro incedere bislacco ci ha fatto conquistare pochissime postazioni. Come ben sai il nemico non arretra di fronte ad un ghigno guerresco e una danza traversa da vecchi granchi, nemmeno di fronte all’agitare di chele consunte dal tempo, dobbiamo quindi affilare le armi e perfezionare la nostra strategia. Un maggiore affiatamento nell’incedere verso la meta comune io credo sarà fondamentale per l’attacco finale. Sono ben conscio della difficoltà della nostra impresa e ti scrivo questa cartolina pur sapendo che i tuoi preparativi fervono e sono a buon punto ma, ti prego, affrettati e raggiungimi presto. Il nostro nemico comune, Kronos, non perde tempo, è ben attrezzato e lo scontro si prefigura cruento. Da quassù, dalla mia postazione di avanscoperta, fatico a tenerlo sotto controllo e la tua forza sarà decisiva per sconfiggerlo. Ti attendo con ansia e ti bacio. A presto, Franco.
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Scritto da © Princ3ss - Dom, 06/06/2010 - 12:43
Pensiero semplice
Forse sei in giro
e forse non mi pensi
mentre tu sei
fin dentro il mio cuore
Allontanami le ombre, amore
come in un sincrono sbatter di ali
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Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 06/06/2010 - 11:37
Favola
così tacemmo. lasciammo che il silenzio
s'infiltrasse nelle crepe delle ore.
scavasse distanze e rifinisse lo sguardo
come il vento la pietra.
di quale peccato mai, è questa l'espiazione?
- chiese lei abbassando gli occhi,
ma la voce si perse nel fremito dell'aria.
così ristette, immobile, sull'orlo di un singhiozzo.
un nibbio reale prese il volo da un picco lontano.
lo vide avvicinarsi, curvare e planare
sorretto dall'invisibile.
e anche lei sognò d'avere forza d'ali
e piume timoniere
per saper veleggiare così, dimentica di tutto.
allora il nibbio le si avvicinò
- il peccato non esiste, le disse cantando.
e lo ripetè più volte, in mille e mille lingue.
lei, che già lo amava per la sua natura di rapace,
sorrise dolcemente e si voltò piano.
- non ho ali, ma ho gambe per camminare,
si disse, inoltrandosi sul sentiero verso la pianura.
così dopo passi, passi ed altri passi,
dopo dossi, tornanti e infiniti incroci,
giunse all'ampia valle verdeggiante ed ubertosa
e si sdraiò all'ombra del grande albero
tra i rami mossi dal vento la luce filtrava quieta,
riempiendola di dolcezza e amore.
lei seppe che era quello il posto,
rise a lungo, e cominciò a danzare.
:-)
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Scritto da © Bruno Amore - Dom, 06/06/2010 - 08:49
Sono le parole
provvisorie presenze
sui rami, a novembre
eterei pappi sui gambi
di tarassaco, a maggio
son le parole, spesso
oppur voce, richiamo
strilla, anche lamento
e quando scendono
a ferire l'anima
silenzio.
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Scritto da © Bruno Amore - Dom, 06/06/2010 - 08:06
Citazione (libera)
- Come sto?
"come la foglia al ramo / a novembre".
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Scritto da © Ezio Falcomer - Dom, 06/06/2010 - 06:50
Rosso a Teatro - Ezio legge "I tre cani", dalle Fiabe raccolte da Italo Calvino
Tratto da Favole di Accademia dei Sensi, DVD diffuso a titolo gratuito presso scuole, ospedali, istituzioni, biblioteche, ovunque ci siano bambini.
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Scritto da © Franco Pucci - Dom, 06/06/2010 - 02:49
Ma tu come stai?
Eccola la domanda alla Gigi Marzullo…(della serie: fatti una domanda e incasinati nella risposta). Io come sto? Uno schifo. Ho la testa vuota, ma soprattutto il cuore in vacanza. Scrivo a fatica, tutto mi pare difficile oppure scontato, un insieme di sensazioni incoerenti che fatico a governare. Vorrei staccare la spina per un po’, ma qualcosa mi spinge irrazionalmente con le dita sulla tastiera e allora fatico, impreco, mi fermo, riprendo, cestino tutto chiedendomi: chi te lo fa fare? Ecco come sto. E tu, Franco, come stai? Aspetta, non rispondere, so già la risposta: “benissimo, mai stato meglio”! Visto? Ti conosco come le mie tasche: bastian contrario dalla nascita e rompicoglioni!
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Scritto da © Marika - Sab, 05/06/2010 - 22:25
Panico
Sentire il respiro estinguersi
lasciare la vita negli angoli
sentirsi bruciare dentro,di un fuoco che non riesco a tenere a bada. D'improvviso fa male questo calore che sale in gola. Sento la mia carne in apnea, in una camera con ceneri di arti sparsi. Oramai divento una carcassa, l'unica differenza è che poi torno a respirare e a muovere parole. Il vento... che mi sbatte contro. Una frusta che annoda i capelli.
Difficile arginare queste fiamme di vita e le lacrime chiedono libertà, ma la forza di ascoltare il loro richiamo non c'è.Non sento nulla fuorchè la paura di dover elargire sorrisi, paura di ripetermi:-...ce la puoi fare Mary!-.In fondo però, Come posso lamentarmi io, che ho questo meraviglioso dono? La salute nel corpo, due polmoni gonfi di aria, una mente con cui costruirmi il mondo che vorrei.Come posso non apprezzare e non vedere quanta fortuna ho nel poter baciare le persone che più amo al mondo. Poterle abbracciare...
Da troppo tempo non faccio altro che lamentarmi. Sono diventata cieca, provo fatica anche nel lasciare i miei pensieri liberi, come se avessi già smunto questi pensieri della sostanza che mi appartiene. Anche giocare e prendermi in giro non riesce. Era la cosa che più amavo, come lo stare carponi sul pavimento e guardarmi dal riflesso di una finestra per ridere delle mie pose a sembrar quasi piu bella e più diva. E' da tanto che non guardo in uno specchio. L'unica cosa che mi riesce bene è dormire...abbandonarmi su un letto e cercare di coricarmi, per non sentire lo sforzo nel trattenermi, lo sforzo di sollevarmi, la fatica di parlare... Ah si, mi sono stufata di parlare e mio fratello dice che sono diventata una "predicatrice". Sento questi 24 anni come un macigno. A volte mi cimento in mere litanie, ma non sono cosi avvezza al mondo come credo di essere.
Vorrei vorrei...
Troppi vorrei. Prima pensavo che i sogni fossero uno dei miei punti di forza, ora sono quasi certa che era la bugia più grande che potessi raccontare a me stessa. E ora i silenzi, quelli che servivano a ricaricarmi, quelli in cui sentivo i respiri più dolci, quelli in cui mi abbracciavo...momenti in cui affogare nella mia malinconia
lasciare la vita negli angoli
sentirsi bruciare dentro,di un fuoco che non riesco a tenere a bada. D'improvviso fa male questo calore che sale in gola. Sento la mia carne in apnea, in una camera con ceneri di arti sparsi. Oramai divento una carcassa, l'unica differenza è che poi torno a respirare e a muovere parole. Il vento... che mi sbatte contro. Una frusta che annoda i capelli.
Difficile arginare queste fiamme di vita e le lacrime chiedono libertà, ma la forza di ascoltare il loro richiamo non c'è.Non sento nulla fuorchè la paura di dover elargire sorrisi, paura di ripetermi:-...ce la puoi fare Mary!-.In fondo però, Come posso lamentarmi io, che ho questo meraviglioso dono? La salute nel corpo, due polmoni gonfi di aria, una mente con cui costruirmi il mondo che vorrei.Come posso non apprezzare e non vedere quanta fortuna ho nel poter baciare le persone che più amo al mondo. Poterle abbracciare...
Da troppo tempo non faccio altro che lamentarmi. Sono diventata cieca, provo fatica anche nel lasciare i miei pensieri liberi, come se avessi già smunto questi pensieri della sostanza che mi appartiene. Anche giocare e prendermi in giro non riesce. Era la cosa che più amavo, come lo stare carponi sul pavimento e guardarmi dal riflesso di una finestra per ridere delle mie pose a sembrar quasi piu bella e più diva. E' da tanto che non guardo in uno specchio. L'unica cosa che mi riesce bene è dormire...abbandonarmi su un letto e cercare di coricarmi, per non sentire lo sforzo nel trattenermi, lo sforzo di sollevarmi, la fatica di parlare... Ah si, mi sono stufata di parlare e mio fratello dice che sono diventata una "predicatrice". Sento questi 24 anni come un macigno. A volte mi cimento in mere litanie, ma non sono cosi avvezza al mondo come credo di essere.
Vorrei vorrei...
Troppi vorrei. Prima pensavo che i sogni fossero uno dei miei punti di forza, ora sono quasi certa che era la bugia più grande che potessi raccontare a me stessa. E ora i silenzi, quelli che servivano a ricaricarmi, quelli in cui sentivo i respiri più dolci, quelli in cui mi abbracciavo...momenti in cui affogare nella mia malinconia
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