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Dolore

Le fiamme ardenti mi bruciano
Bruciano me, la mia anima, il mio corpo
Urla di dolore, odio escono dalla mia bocca rossa come il fuoco assassino
I miei occhi diventano neri, oscuri come la morte
Il mio corpo ancora vivo lotta morendo
si sta indebolendo, brucia,subisce... muore
I miei occhi si stanno chiudendo...
le mie urla sono solo dei lievi lamenti...
ed eccomi... distesa, legata, debole
prego... non di vivere
ma di riuscire ad odiarti
prima di morire..
E arrivata... mi chiama...
2 lacrime... e sono andata.

 

Potrei

Potrei dirti che ho vissuto
amando la vita.
Potrei dirti che ho amato
vivendo la vita.
Potrei dirti che ho odiato
la vita che ho vissuto.
Potrei dirti che ho sofferto
e a volte l’ho voluto.
Potrei dirti che la Signora
l’ho anche incontrata.
Ma quella volta non voleva
essere disturbata.
Potrei dirtelo ora.
Potrei...
 

[ .nero.veleno ]

Scenderò sotto la Pelle in questa Ultima Notte
che mi porta a sospirar Follia
Solcherò gli ultimi limiti
che svestono la mia coscienza  irrequieta
e farò Nuda [ priva di pudore ]
questa Donna che porta un nome infame
Un nome che tradisce la sua Natura
ed il suo Ostinato discenderne da Ossa

Incrocerò le fughe dell'Anima Mia
Le incontrerò nei miei letti disfatti
ed avranno chiodi come lenzuola
e stoffe lacerate negli Altari dei biechi sogni
come Austeri Cimeli
[ strascichi di fiati ]
il tutto arricchito dalle Voci Cadute all'Inferno

Riuscirò a sorridere senza Maschera
[ al Mio Carnefice ]
sarò la Lotta con me stessa sulla sua lingua
La protagonista assoluta del suo Niente
viziandolo in Vena di Neri Veleni
ed Origami di Carezze
e Vincerò sulla mia Morte
come Immobile Corpo Ignoto
donando all'Imperfezione di un'Insipida carne
la Liquefatta sembianza del Piacere Assoluto
che si ghiaccia nel suo stesso gelo
divaricandosi in In_Giusta Pazzia

[ veleggerò come pugnale di carta sul suo volto al solo nascermi in sorriso maligno ]

[ R.uN.a ]
 

Alma mia

Caduta troppo precocemente
su questo terreno,
tieni gli occhi chiusi
perchè tu,
Alma mia,
non sei ancora pronta ad aprirli.
Senti il calore della terra
bruciarti il corpicino senza piume
e
l'ipocrisia dei tuoi simili,
che continuano a volare senza voltarsi
mai.
Cerco di rincuorarti,
vorrei farti un nuovo nido,
potresti rinascere
qui con me e adesso.
Ma le ferite son tante
e la vita talvolta crudele.
Alma mia,
ho sperato nella tua libertà.
Non t'han nemmeno concesso
di provare
a sbattere le ali.
Sii felice,
sii te stessa,
anche se la vita t'ha ucciso.

 

[Dedicato ad Alma,
l'uccellino di pochi giorni
caduto dal suo nido ieri,
che oggi ci ha lasciati.]

L'amore è così

E’ un chiodo nella testa, un chiodo fisso
che ti far sta male quando non la vedi,
come le profondità ignote dell’abisso.
E alle scuse che ti porge davvero non ci credi,
perché anche la gelosia è amore,
ma stai male dentro e quel senso di vuoto…
un amore insano che vivi nel terrore,
perché pensi di perderla, tu che le sei devoto.
E intanto il tempo scorre lento ma inclemente;
i bimbi ridono sulla giostra che gira forte
ma pensieri tetri albergano la mia mente
e in terra le foglie secche, sono foglie morte.
Mi chiedo perché. Ma eccoti quì,
finalmente, sei tu con il tuo sorriso.
Tutto è passato, l’amore è così
e quella lacrima non solca più il mio viso.
 
          
          

ADP

Al mio gemello, Max Pagani, al quale ho rubato
 
di sana pianta la frase finale di Yarik in ADP1 e il bel
dodecasillabo che fa da titolo e da chiusa a ADP2 .
 
E a Daniele, il mio Yarik...
 
ADP1
 
   Yleana si svegliò all'improvviso. Non c'era nessuna luce. Istintivamente allungò la mano per toccare il corpo del suo compagno, ma incontrò solo il freddo del muro di metallo. Si trovava in un letto singolo. Ma come diavolo...? Scosse con forza la testa, come si fa con un vecchio strumento che non funziona a dovere e finalmente ricordò. Era in missione, un'altra volta. Si sentiva un po' stanca di ritrovarsi in luoghi sconosciuti, ma tant'è. Era il suo lavoro, il suo dovere, non poteva farne a meno. 
 

Si alzò con calma, con la consapevolezza di non sapere ciò a cui sarebbe andata incontro, là fuori. Fuori... Nella stazione orbitale in cui era nata e cresciuta il fuori era letale e magnifico. La danza delle lune intorno al suo pianeta originario, ormai ridotto ad un deserto inabitabile, era uno spettacolo di tale bellezza da essere quasi insostenibile. Per questo i globi visori erano quasi sempre chiusi. Solo gli innamorati, essendo già a contatto con l'infinito, li aprivano, ed anche lei l'aveva fatto quando aveva conosciuto Yarik. Yarik... chissà che starà facendo adesso. Lontano migliaia di anni luce da lei.
 

Gli Anziani non avevano mai rinunciato all'idea di trovare un altro pianeta dove andare a vivere, dopo che avevano distrutto quello in cui erano. All'inizio, era parsa un'impresa impossibile. La svolta erano stati i balzi spazio temporali. Venne creato il corpo degli esploratori, di cui lei faceva parte. Cercavano un pianeta simile al loro, anche abitato: l'inserimento di ciò che rimaneva della loro civiltà non avrebbe comportato troppi squilibri, purché gli abitanti non fossero troppo diversi morfologicamente. Erano appena un migliaio, a vivere nella Stazione. Erano tutto ciò che rimaneva di millenni di storia.
 


E Voi

Io sto male, ma male malissimo, bene che meglio non si potrebbe stare. Solo ignorandomi, annullandomi, vedo una soluzione.
Pensare anche al cibo dato, ad una trasmutazione a farfalla una buona volta, mi verrebbe utile. Poi metterei le ali in proprio.
Altrimenti chiedermi: mi sarà possibile essere nessuno, sempre? E Voi ?
 
P.Es: il cibo, il cibo

Io sto bene, e tu come stai?

 Sto bene, mamma!  
 
Dissolto l'incubo, evaporato e diluito, andato così com'era venuto. Eppure ancora fatico a credere sia finito davvero, il terrore che ricapiti impedisce di rilassarsi, finalmente.
 

Felice è la vergogna

Felice è la vergogna di averti accompagnato.
...sai della mia pelle?
Sento il ritmo costante
di quest'aura 
che sovviene lucida 
come il primo sole.
Pulviscolo di suoni
tamburi di note
e di aria fresca.
La mia pelle è come musica. Si.
Quella che entra e lascia spazi
ti sfinisce quasi.
Legante e slega conveniente
poi anche riempie.
Di odori sottopelle è
come brulicar di erba canterina
dal vento scossa
prende profumi vibrati nell'aria.
Così si scopre in vita.
Hai mai pensato...(?)
Il contatto sicuro con ciò che batte dentro
e ciò che prendi da fuori
il suono dà certezza
  . note e corde.
in noi l'origine il battesimo!.
Consacra la scelta dell'esserci
Il richiamo che assolve dall'assenza.
 
E in noi prendano l'eco
strumenti di voce parassitaria
nell'innominabile rivolo di noi stessi
avvolti compressi
da carne indecifrata
sotto gli spartiti
della pelle
a modo puntinata.
Doniamo spazi e cuscini
per riempir l'Intorno
del nostro Nome.
 

Pietre sulla strada

Il ponte sotto i nostri piedi
scivolava via,
scivolavano le bombe che lo facevano brandelli.
I minareti alla preghiera
chiamavano,
rispondevano i campanili
batacchi sordi
alle stesse preghiere
e noi in ginocchio…
Il mio ponte
il ponte mio
dell’infanzia mia
gettata
al fiume come roba vecchia
e il fiume come una madre
che l’abbracciava
in un tonfo di tuono
e io
che avevo il cuore in mano
e la mia mano nell’acqua
a catturarne i pesci
e di bambino rivedevo
il gesto
io che avevo del mio fiume
il rispetto
dello stesso suo figlio.
Mio padre mi prendeva di peso
e via mi portava
di corsa verso casa
il mio rovescio del mondo allora
pareva il vero
e il vero era rovesciato
e allora piangevo
che il monte sputava il fuoco
e la gente cadeva a terra
nel sangue rappreso restava giorni
vedevo l’acqua
delle bottiglie bucate alla fabbrica
della birra
vedevo
il ponte cadere ed io che mai
sarei caduto... mai.
Impossibile era credere
al cielo che fugge
e Allah che piange
e Dio lo tiene per mano
che l’aria era il pane
e il pane era l’aria
senza neppure l’intenso profumo
sento ancora
i passi pesanti
lungo le scale
disperati gl’anfibi
io nell’angolo
tenendomi la testa
mio padre a difenderci
che lì rimasi
che tante volte ancora
grande che sono ormai
rannicchio il bambino in me
a quell’angolo e piango
per ritrovare mio padre.

Lì fermo mio padre rimase
in quell’istante mio padre
povero padre rimase
contro il mondo
da solo
mio padre
rimase…

per noi...

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