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Incendio

Quando il fuoco divampa
è difficile impresa placare la sua ira.
Ma se quel fragore non foss'altro che pianto?
E quei ruggiti laceranti urla di dolore?
 
Ma poi è subito silenzio,
un silenzio che non conosce pace.
 
Foto dal web.
 
Alexis
20.05.2010

Chioggia

Chioggia, come lisca di sogliola
spiaggiata nell’incanto della laguna
riarsa dal sole e levigata dal vento
abbaglia il nuovo arrivato e lo cattura
con la magia del suo cuore antico.
 
Allegro brulicare di voci cantilenanti
in altalena lungo la spina dorsale
che sfuma lentamente verso le calli
attirato dal richiamo dei pescatori
e lo stridore dei gabbiani nei canali.
 
L’orgoglio antico di chi sfida il mare
a guardia lassù, issato in piazza Vigo,
racconta la sapienza, il coraggio innato
di chi ha attraversato secoli di storia
piegando la natura al suo cammino.
 
Diversa da tutto quello che ti aspetti
offre stupori ogni giorno a chi vi arriva
a chi la percorre su e giù per le calli
a chi la spedisce verso altri lidi lontani
a me che l’ho scelta ha offerto il cuore. 
 

Non sono terrestri (però)

Era riunita da diversi balm la Corte di Giudizio sugli illeciti di guerra, nella sala principale della Fattoria 888, la maggiore struttura dell’ 8° pianeta del sistema, ed era chiamata a valutare, stigmatizzare, punire se ne era il caso, alcuni comportamenti tenuti dai Combat durante l’ultima campagna contro gli alieni, che molto avevano inciso su una non perfetta riuscita militare dell’operazione e dato adito a lacune di efficienza causando incertezze sul buon esito della medesima. L’accusatore era in piedi su un pulpito, fregiato da tutti i lati coi graffiti della compagnia e della Confederazione delle 7 Stelle, in una sgargiante tunica cremisi, bordata da una striscia dorata, e sul petto l’immancabile segno del rango e l’identità M132, vistosamente ricamato. L’anfiteatro era gremito da astanti interessati ad esserci più che per quanto potesse davvero avvenire, tanto era scontato l’esito del procedimento giuridico, per sentire la retorica aulica sulla battaglia, l'eccitante demagogia connessa a un richiamo ai primordi che i fatti avvenuti, sollecitavano imperiosamente. All’ordine del cancelliere si fece silenzio, lui con voce pacata, autoritaria e autorevole e rivolto al banco dei giudicanti:
- Accusa: il convenuto C11.21, Ufficiale di Accademia, al comando di un drappello di incursori impiegato nella battaglia Libera l’Ottavo di Balum, penetrato con i suoi dipendenti nel covo sotterraneo, dopo apprezzabilissimi interventi militari di bonifica vitale dagli alieni sopravvissuti al bombardamento, rientrava al mezzo da sbarco ed alla base, portando seco materiale saccheggiato assolutamente proibito dai regolamenti e dalle leggi della nostra comunità. Come noto i Combat hanno diritto al saccheggio delle proprietà aliene, ma si devono rivolgere soltanto a materie veniali, commerciali. C11.21 si è reso responsabile della indebita appropriazione, possesso, consumo di sostanze destinate al culto e ai riti dell’alta gerarchia del paese. La qualità, la quantità, il valore simbolico della sostanza, supera di milioni di Cosmic il prezzo di un barile di frodis e mette in discussione la legge, la gerarchia, l’ordine del sistema. L’ordine, soprattutto. L'ordine del sistema.

Scende la luna

 
scende la luna nel silenzio
della sera così fioca e fredda
sprofondo le mani nelle tasche
a cercare un tepore che il ricordo
non riesce più a darmi.
tuttavia sei giù profondamente
incisa e risanguina la ferita
della tua mancanza ma
so che il vento non torna mai.
sei passata furandomi anima
e pensieri lisciandomi lieve
i sogni che azzardai fare con te.
mi avvolgo nel pastrano buono
foderato di malinconia e m'è dolce
il pensiero che ci sei stata.

tra i fili dell'arcobaleno

"nere tempestose e voraci
le onde del tempo
travolgono
gli argini.
ma il vento benigno
soffia sulle sponde
sorregge nel volo
le sparse perle
e ordinatamente
nell'azzurro
ricompone i sogni." 

Capovolgimenti (3D)

Casablanca mon amour

Non ho mai capito com’è che ho potuto
bermi una schifezza di whisky annacquato
seduto al tavolino di un bar un po’ sperduto
che di Casablanca il nome avea copiato.
 
In fondo alla mia destra il solito pianista
suonava note tristi cantando blues e canzoni
col bicchiere vuoto sul piano bene in vista
cercava di ammannirti chissà quali emozioni.
 
Seduta qui al mia fianco la bionda anni trenta
giocava a far la vamp ma era over quaranta
beveva il suo whisky guardandomi contenta
d’aver scroccato un drink al vecchio sui sessanta.
 
Guardandola annoiato le dissi: ”così è perfetto
perché non terminiamo la notte sul mio letto?”
“Ma come si permette? Io sono una signora.."
Urlai verso il pianista: “Sam suonala ancora!”
 
l'autore propone questa sua per 
 

Orli di lingue

Ciottoli vegliano ricordi
d'acqua nel deserto.
Su orli di lingue ancora
vive c'è forse un impensato
da stanare.
 
Fogli e corolle, polline
d'idee e sassi d'ami
infilati su steli di vento.
Il respiro tiene insieme
arabeschi, librandoli d'ali.
 
Ogni voce ha denti
per masticare
e fare a pezzi parole,
raccolte e curate
agli angoli della mente
da chi sa ascoltarle.

Alessia e la luna

Selenica prospettiva delle cose di sempre
entra in scena Alessia sulle strade di Napoli
e ci sarà raccolto. Viene la sera e tutto
si fa inchiostro sul foglio e il cielo è infiorato
di gigli. A poco a poco, in una gioia senza
peso entra in scena Alessia nelle cose
della vita in quel nuotare e migliorare
tessere arabeschi e strategie, affilarsi
nell'amore dietro lamine di cielo. Alessia
rosavestita scrive poesie sul bordo del
diario, sotteso alle maree dell'anima e tutta
resiste la vita nella disadorna via serale.
 
Viene neve nella camera della mente.
Vengono file di persone a recingere
la nebbia dove entra Alessia a poco
a poco, per riemergerne felice, sulla soglia
tra morte e vita. Squilla il telefono
nella camera asettica e tutto appare
un sembiante nuovo. E' l'amica di Alessia
a nascondere e tesere una vita di tramonto
nella conca dei giorni belli allineati
in diari sulle mensole lunari ed è la luna
lì in alto a brillare oltre ogni cosa.
Luna a intessere giochi con i giorni, i chiari
mattini da vedere in uno stupore
di risveglio nel campo animato
di una gioia profana dietro al vetro
gli angeli.

Giungi a lui

Vai mio cuore
oltre il mare,
vola su deserti
di sabbia bionda,
giungi a lui
cuore mio
lungo le strade
lastricate di stelle.
 
Giungi a lui
prima che sbiadisca
la luna
a te affido le note
del mio malinconico
canto. 
 
Giungi a lui
cuore mio
con lento sussurro
tra rami unti
dal vento vai, corri
e digli quanto l’amo.
 
 

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