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Madre...

Immagini sepolte
in uno sciame di ricordi,
ma tu vivi ancora in me...
Sottovoce ti chiamo,
dolcemente rispondi...

Chiuso
in soffitta
ho
la folla d'emozioni
che,
i lustri non scherniscono...

Intatta,
serbo ancor
la tua memoria e
con le mani afferro,
come carezza al vento,
i miei lontani dì
che indietro
il cuor riporta...

lo trasmetto al soggetto primo

 in questa somma di piccoli passi
 ogni sasso,
anche il più minuscolo
conserva l'ombra.
tu ,mio libro
custode del verbo
mi suggerisci
la parte fragile
come un petalo residuo di un fiore
 che s'offre
al bacio del vento.
sono in bilico
tesa verso l'azzurro
conscia
di diventare libera
 d'aria fatta.
respiro ascesa
ma radice mormora.
pazienza
copri i miei stami
l'ultima chance
all'ape di un tuo profumo.
canta con la tua voce
e sospesa scelta
 nel battito di un ciglio.
un infinito scatto
sulla meraviglia
 s'apre
sul particolare residuo
la vita
che aborrisce spreco.
ma sta 
nel volere questo e quello
come e quando
 l'incertezza di un percorso.

Se io fossi...

…e se io fossi una bolla d’aria
vorrei nasconderti tra le parole
per ritrovarti in un attimo quando ti bacio

…e se io fossi la parola che ti sta accanto
ti cullerei fino al dolce approdo
per svanire poi nell’incanto dell’emozione

…e se io fossi te mi ameresti così come sono
non svaniresti nell’aria con le parole vuote
e resteresti con me anche dopo l’amore
 

La versione della notte di un violinista monco ai gamberi

Il mare articolato
verbalizza le strane circostanze della zattera.
 
Senza deriva, a dismisura il senso.
 
Al centro, il foglio della luna - argento liquido ora,
argento fossile in alto - libera i pesci dalla presa.
Sono leggeri;
nel loro fondo, un nuotare illuso si squama.
 
Anche il mare perde voci
se trattiene le parole
al filo e all’uomo;
berchè in mare non si parli
e non si chiede troppo, si disfa spesso l’onda.
 
Poi di colpo, quand’essa ferma,
un gomito e un suono.
Tra la costa e il largo
spesso accade l'orizzonte nuovo:
 
vedessi l’ansa! Un archetto andiriviene
da una qualche insenatura con un violino tutto suo:
è l’onda - esclama, - è l’onda che riforma
tutte le sue onde che lo increspano.
 
Per quote al foglio liquido un gambero irrisolto.
 
Incrostata alle rocce e ai dubbi
sta il peso della notte che addormenta incauti.

dedicata a Franco (Essiamonoi)

La festa della mamma?

Angelic Pictures, Images and Photos Da sempre non ho mai amato queste feste.
Feste fatte per spendere, ravanando tra sentimenti d'amore e nostalgia.
Da figlia ho sempre cercato di dimenticarmene ma senza mai riuscirci, sapevo che la mamma ci teneva.
La mamma, già, la festa della mamma, terribile inventare una festa così.
Tutti gli anni è un obbligo cercare di dimenticarla, difficile però con tutta quella pubblicità sbattuta in faccia senza nessuna pietà.
Fiori a gogò venduti per le mamme, rose recise che gridano la loro morte, rose senza spine e senza più profumo.
Mai regalato mazzi di fiori, piante, quelle si, segno di crescita e di speranza.
Una speranza che da figlia non capivo chiaramente, sicuramente il capirsi era difficile e non bastava un fiore a cancellare tutta l'incomprensione.

Come forbice

Forbice di vento la malinconia
recide i sogni e della fantasia
fa cosa morta, solo nostalgia.
Non li rivive dentro un coccio
raro o un cristallo ch'è soffiato
a bocca, quando son tagliati
la schiena della vita è rotta.
Il tempo lesto viene rintocca
c'è la valigia da far, chiuderla
mentre il giorno cade nella sera
presto la notte ti si stende accanto
e il pensiero diventerà chimera.

Sto cercando l'anima mia

Si dice: chi cerca trova.
Ho trovato le chiavi
di casa psiche,sono felice:
La prima stanza
che ho aperto
grande spavento
c’era acqua stagnante
coccodrilli impazziti
con corazza di scudi
coda robusta
testa depressa
la bocca armata di denti.
Orribile scena
pensavo di trovare
anime quiete.
Brr...brivido freddo
grande sconforto
veder quelle anime in pena.
Chiusi la porta veloce.
D’improvviso ho ricordato
che al corso di psiche mi disse:
attento attento Renato
ad aprir quelle stanze
ci sono ogni tipo
di anime sparse
consiglio prudenza prudenza
riprova non arrenderti mai
apri le stanze
le chiavi le hai.
Aprirò quelle stanze
troverò l’anima mia
e tante anime ancora
come Afrodite
Dea dell’amore
anima pura.                                                     
 
                   Renato Finotti

Memoria

e tu seduta stavi sulla soglia
ordendo tra le mani i tuoi pensieri
il filo s'intrecciava nella maglia
speranza d'un ritorno ormai vicino

il sogno tuo lontano s'appressava
compagno di quel tramite comune
un punto prima poi tutto in potenza
mentre il cuore pulsava in un sussulto

tornava dall'oceano orientale
dopo gli anni di buio tra le spine
baracche illuminate nella notte

ad aspettare il giorno del risveglio
compreso nell'abbraccio di quell'alba
e prepotenti fummo originati

 

 

Copyright © Lorenzo 15.12.09

Oro et laboro d'amore

Ti adoro odoro mio oro di vulva
cerbiatta ai prati d'inchiostro saraceno
mia torre del libano intrisa
di magma di rame schiumoso
feltro d'astarte
esanime mi induro
e odoro tuo oro di schiava razziata
mantide del mare
che in ossimori di fiati
pervade mio lavoro
il mio sordo cantare
da grondaie d'amore.

Mi manchi

dedicata a mia madre

mi manca il tuo sguardo
a volte un po’ severo
che dolce mascherava
il tuo umore nero

mi manca la tua voce
distrutta ormai dagli anni
di troppo fumo usato
per non provare affanni

mi manca la tua mano
passata tra i capelli
la tua benedizione,
per i miei giorni belli

mi manca il tuo silenzio
la tua discrezione
il tuo pudore innato
copriva ogni emozione

mi manca ancora adesso
il tempo del perdono
mentre mi crescevi
e non diventavo uomo

mi manca l’espressione
mutata all’improvviso
per sciogliere il mio errore
aprendoti al sorriso

ora che invecchiando
man mano ti somiglio
mi manca da morire
quel tuo chiamarmi figlio

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