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Fate smarrite

Le notti finiscono
le stelle si spengono
i cuori si infrangono
su albe di fuoco
lucenti d’acciaio.

Forse questo è buono - tanka

tempo di fiori
posa mezzogiorno
sulla tavola
 
spande petali rosa
vento di maestrale

Come opera [fra Uomo e Arte]

E scorrono pagine, fogli d'album intrisi di momenti accennati, aggrovigliati, fusi con le trame della vita in attesa di un pettine che li sciolga, come nodi fra i capelli.
I colori si fanno parole, pensieri inespressi o ermeticamente trascritti in linguaggi noti solo a pochi, se non a nessuno.
È uno scrigno, un forziere del cuore che non può essere aperto servendosi semplicemente di una chiave, d'oro od ottone che sia. È un libro che, per essere letto, non necessita di alcun alfabeto, di alcun codice, di nessuna norma, ma solo di silenzio, del silenzio della ragione, della razionalità.
È un fiore da cogliere che resta disperso e timido tra i mille fili d'erba che lo circondano, lo soffocano, lo nascondono agli occhi di chi si sofferma solo superficialmente sul mondo, non ne coglie l'essenza, la purezza del particolare, si accontenta della visione d'insieme sommaria, distratta, e non si cura di quelle pennellate che si susseguono una ad una freneticamente, che insieme formano, ognuna con la sua intima e peculiare diversità, l'unità, l'opera.
È il mistero d'ogni uomo in fondo, non solo il mio, come opere in musica, in poesia, in arte. Ogni singola parte è fondamentale per comprenderne il fluire, lo scorrere, il susseguirsi, il divenire. Ogni parola, nota, campitura partecipa dell'unità, dell'insieme, del tutto racchiuso nella forma sensibile che a tutti è dato vedere, ma a pochi è dato scoprire, comprendere.
È questione di sensibilità, infine.
 
Alexis
20.03.2010

Momento

ad Angela
 
[ispirata in dormiveglia il 28.10.2007,
a 48 ore dal mio 66° genetliaco]
 
torpore:
velo di tenebra sugli occhi
mano che ti muore nella mano
 
ed è bellezza anche questa:

minimo ritaglio dell’eterno

Insonne Onirica Licantropia

 [accecanti riflessi di luce sulle zanne bianche, occhi torvi che guatano come fameliche iene, risate sinistre che intercalano gli ululati alla luna, la forza bestiale dominatrice della notte]
Sì, forse tutto questo potrebbe piacermi -penso- mentre l’assenzio discende sapido e si impadronisce dei miei desideri. Ancora una volta ho spinto troppo in là il gioco. La luna mi guarda basita, mentre il ronzio del rasoio toglie l’ovatta del silenzio dalle orecchie della notte. Tornerò a trovarti Nera Signora, ammirerai affascinata il bianco brillare dei miei denti e non saprai resistere. Il mio bacio siglerà la tua morte. Cin cin.
 
 
 

Visione al cielo

Con l’occhio spento
la luce nell’angolo del silenzio
il pensiero in un tepore ignoto
e la parola nel ventre,
rivolsi muta preghiera  
alla donna che lasciò la vita
e la portò al cielo.
Ancora adesso rivolgo lo sguardo
in alto
ed attendo che possa anch’io
lassù tornare come una volta
vestito di bianco.

Cantar di fiume

So di una donna
di pietra dura pura
ossidiana lucente
scheggiata dalla vita
lottata sudata conquistata
che si veste dei lai
di tutta una contrada.
graffiandosi l'anima
si squassa il cuore
per riempirsi la vita
di tormentato amore.
ha i piedi nel limo
quasi sinaptiche radici
col mondo delle piene
delle fatiche umili
per buscare il pane.
canta del suo fiume
sulle cui umide rive siede
tra canne fruscianti sogni
sulle prode di golene
immaginifico lido di sirene.
 
 
 
 

Terra nera fertilissima

Io non ho patria ma ho radici
- larghe e profonde -
 
Traggono linfa
dalle strade della mia città
lungo le linee delle generazioni
dai volti e dagli sguardi di chi amo
 
dalla millenaria esperienza del dolore
- terra nera fertilissima -
 
 

Ciecamente.

sono stanco di guardare avanti con gli occhi rivolti al passato
ora guardo nei tuoi occhi il presente e lascio indietro il futuro
 
hanno lo stesso colore di sempre forse solo un po'stanchi
di sorreggere e di medicare l’alternare dei miei sentimenti
 
stanotte ci terremo per mano e faremo l’amore dolcemente
con il cuore rivolto al passato ad occhi chiusi verso il futuro
 

Il nuoto è la barca dei poveri

Il nuoto è una situazione che consente di muoversi nell’acqua con un certo stile e, diciamolo, con tanta presenza di braccia, gambe, mani, piedi, salvagente o altro galleggiante di supporto.

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