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duello

urtarsi frontale
e bocche così vicine
a partorire un bacio
 
invece si resta muti
a duellare con gli occhi
ma stretti
come squali
nell'"angustità"
di una vasca da bagno
 
 
 

 

Il miraggio.

ah! poter essere il vascello
che naviga il mare del tuo corpo
le tue cosce fende con la prua
e il rostro penetra la conchiglia
che vogliosa l'accoglie.
e l'ansimare farsi brezza soave
'sì d'accapponarsi la pelle
in brividi sensuali lunghi
e il movimento un cullarsi
nel piacere che morde e liscia
ogni parte di te e di me.
ma, forse, il piacere è un miraggio.
 
 

Un uomo nel nulla

Parla da solo urla
a qualcuno che non c’è
fissa stranito il vuoto
e ci vede il mondo
aspetta qualcosa
che non arriva mai
cerca una carezza ancora
qualcuno a tendergli la mano.
Occhi mesti persi nel nulla
capelli grigi sempre arruffati
passo incerto
in un equilibrio ubriaco
e parla
parla tanto a tutti e a nessuno
ripete parole senza senso
(chissà se lo hanno per lui)
chi lo ascolta non se ne cura
ma lui continua a parlare
a urlare ai suoi mostri
nascosti nel nulla.

Emozioni

  
Emozioni
Danzano carismatiche,evanescenti

Il selvatico Antico

A piedi nudi, il bambino
carezzava la ghiaia e il prato,
innamorato
d'aria malarica di palude.
Passava accanto a topaie,
cantine che sapevano di muffa,
di sale, di salumi.
Tentava la cattura
della rana dell'anguilla del granchio,
il ginocchio affondato
in palustre melma,
lubrica e accogliente, possessiva,
tiepida.
Ignaro,
felice,
senza lessico per dirlo.
 
Le venture svicolavano, segrete,
per meandri morbosi,
l'inguine urlante di chissacché.
 
Astioso muso, soddisfatto broncio.
 
Era la vita selvatica,
con avi sepolti lì vicino.
Era l’anguria, rossa di festa,
ingozzata per sfida,
con ardenti fauci succhiata:
una mischia, una gara di
acqua piscio e zucchero.
 
Erano i gatti sgozzati, la notte,
da enormi, orgogliose pantegane.
La matriarca, era,
che negli occhi infilzava
forbici
a galline e conigli;
sgozzava e scorticava
con dolcezza e grazia di nonna,
tutto un sapere di secoli
bisbigliato e rubato tra gli alari.
 
Compatto tribale branco
attorno a urla di maiale
e a cipolla con sanguinaccio.
Il sangue fluente, caldo,
su vasca di legno,
libagione
a preolimpici benevoli Lari,
benedicenti già prima di avere.
E i celesti occhi del bambino,
immobili,
da erotica sacrificale furia
ipnotizzati.
 

Ares e l'amore

Io sono il distruttore di uomini
l'assassino
colui che è macchiato di sangue,
Ares, il brutale.
 
Non dio della guerra,
ma della furia cieca della battaglia,
dell'assalto alle mura,
del sangue che scorre a fiumi.
 
Voi, che rispettate Atena,
l'astuta stratega del combattimento,
esperta nell'arte di ingannare il nemico
e spingerlo nel precipizio,
e odiate me,
considerate questo se potete
 
: che io mai ingannai nessuno
e che spesso fui sconfitto
e anche deriso dagli dei.
 
E che è me che lei volle,
lei, la bellissima Afrodite,
infelice sposa del triste dio del fuoco,
mio fratello Efesto,
il deforme.
 
Si, io fui amato dalla dea dell'Amore,
e l'amai.
E con lei generai Armònia
colei che porta la pace,
la prima sposa.
 
E quale segreta trama si nasconda in questo
io non lo so
-ché il fato volle che fossi un bruto-
ma forse voi capirete
cos'è che unisce amore e cieca furia
e me lo direte,
un giorno.
 

Piccolo ricordo

Mi ricorderai
come piuma che vola su un fiume
come  lampo caldo nella neve
 
sconosciuto profumo
malinconica nenia
 
come un giorno di pioggia col sole
carezze su mani gelate
voglia di stare in silenzio
 
dolce richiamo di vita
sussurri di promesse
 
mi ricorderai
melodia senza soluzione
in un tempo di luce dorata
 
senza parole inutili
e ormai senza dubbi
 
mi ricorderai
colorandomi accanto.

Ma la tartaruga non romperà mai da sé il suo scudo

Ma la tartaruga non romperà mai da sé il suo scudo.

 

Freddo-notte

Nessuno ha il tempo di congelare il suono
ed è baccano sulla porta lucida
del silenzio di questo freddo-notte

Cancella tutti gli alibi e quest'effetto fata
esplodi, o sole denso dalle mani sporche
e facci fuori tutti, senza distinzioni
siamo i tuoi inquilini peggiori, facci fuori.

Il vuoto si confonde con le menti,
i baci, i corpi, il peso del petrolio
sul cielo ormai appassito
e le sue chiazze chimiche.

Seduti sulle pareti lisce
di quest'alambicco
scivoliamo nella tua bocca,
freddo-notte.

Le ossa trasuderanno il vino
non ancora smaltito
e sentirò i tacchi spezzati
delle donne che ho tradito.

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