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Incantesimi lab - Speciale San Valentino

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Analisi di Maila Meini, editing e grafica di Manuela Verbasi

Era solo una fotografia

era solo una vecchia fotografia
uno scatto, un’immagine rubata
un lampione illuminava la via
il ricordo di una strana serata
 
la giro lentamente tra le mani
gli occhi brillano ancora di pianto
tu ed io dimentichi del domani
mentre la vita ci scorreva accanto
 
così senza avere alcun pudore
danzavamo in mezzo alla strada
ebbri solamente del nostro amore
e la luna sorrideva alla mattata
 
tempo è passato, la foto è ingiallita
nonostante tutto balliamo ancora
abbiamo dato e avuto dalla vita
non smettiamo adesso, non è l’ora
 
ora la danza è più lenta, trascinata
la musica è più dolce, non fa rumore
non si sente il peso della nottata
il ballo della vita non reca alcun dolore
 
ho riposto sorridendo la foto nel cassetto
sono sveglio e fisso le ombre sul muro
vivere con te è stato quasi perfetto
manca ancora un tratto per essere sicuro
 
così domani ci faremo fotografare
da qualche amico in vena di mattana
chissà se sapremo ancora ballare
la vita non aspetta, la grande puttana 
 

Nelle cose che ami

Ti ho rivisto.
Ho fatto involontariamente la cosa più magica,
nei limiti dell'impossibile.
Questa volta  non ti ho cercato  
in una foto,
 Ho bussato invece
 alle porte della tua anima.
Essa mi ha sussurrato  dove trovarti:
In un sorriso disegnato dal cuore,
Nelle cose che ami.
E ti ho rivisto davvero per la prima volta.
 
Caterina Manfrini

Come acqua

 
Quando il dolore è troppo
diventa come il nero pesto dell’inchiostro
anima come acqua
di corvino l’esistenza tinge.
 
Ora che l’adesso ha spento l’interruttore al tempo
e il sentimento raccatta punti di domanda
ti ritrovi ancora a rovistare
tra scarti di tepore e fiele.
 
Negli spaziosi luoghi dell’assenza
smarrita vivi l’ingorgo della mente
pensieri stropicciati
tenerezza e piombo.
 
Ma la ragione ti porta ad asserire
che anche se il fato ribaltasse il gioco
troppi sono i nei accatastati
che tu comunque non vorresti niente.
 
tiziana mignosa
novembre 2009
 

Oggi

Oggi
mi sento sciocco come il pane toscano
penso a fiori
rose carnicine
vigilie brumaie
 

Come un gatto sclerato

Ti amo ogni minuto
vorrei inventare
ghirlande di parole
per te
cucinare sapori
alla bajadera
riderti di mie suole
distratte e claudicanti

Lontano da me.

il più lontano che so
ha occhi obliqui oppure
pelle scura e palmi chiari
e vorrei fosse più lontano
ancora, più la del sorgere
o del tramontare del sole.
le suole s'incollano all'asfalto
le caviglie s'impigliano nei lacci
e non districo neppure i pensieri
dall'idea fissa che ho doveri
così tanti da non volermi bene
da non respirare ammodo.
eppure vorrei andare via
portar solo i sogni e la voglia
di volare, dove non importa ma
lontano da qui da me.
 

A francaf (Il lavoro del sole)

Hai tu il mio verde scrupolo di luce, Marzo,
con i giorni giusti alla ripresa: quella delle cose
che mai cessano la nascita
e delle altre che rientrano dal lago del sonno.
 
Come le vele escono dai ricoveri, al respiro riaperte;
come ritornato dalla più breve pesca notturna
sarà il lungo sole:
 
che gran lavoro farà lui per me!

Ricomincio da due versi

Ricomincio da due versi.
 
Centrifuga di sensi
senza ritorno, a rallentare
in immagini
a scollare.
 
Sono io,
sono stato.
 
Quel che l’ombra sfuma
a brandelli inumiditi
ricordi di foglie sembra
turbinare.
 
Fotogrammi di gente inerme
che ruba istanti. Santi, inchiodati
ed alti, sopra fragorosi salmi, spasmi
di pensieri sparsi.
 
Arsi.
 
Come un bisogno insano d’incendiare
secondi su secondi e mondi, e frasi,
e sentieri di pozzanghere. Di sole che
non potrà mai asciugare,
per il freddo lontano,
sul sogno d’ognuno, vicino,
a tratti irregolare.
 
Freme la voglia, la soglia del sempre e da sempre del
tornare.
 
Breve, come un tratto di penna
s’un foglio muto incede
d’inchiostro bianco su muschio stanco,
d’orme incerte, aperte,
su frasi, parole, statiche,
emozioni.
 
E sono io
e le mie illusioni.
 
Sebastiano Infantino
13 febbraio 2010

Non ho finito le Centurie dell'Ago, nell'Anello Diciassette

 
(Ineffabile gravità)
.
Ho le nuvole negli occhi
e parole lunghe nelle dita,
legate al filo rosso d'una lama

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