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La mamma

e il latte che si scalda
lo sguardo vacuo, una carezza retrattile
le medicine, il piccolo mondo antico
La sovrasto, eppure vorrei prenderla e alzarla
che indossasse un abito da sera
e un luccichio che salta, negli occhi
Ma la mamma ha il latte che si scalda
 
 
vivere non a colori

Solo...arte

 
 
Danzare vuol dire rendere il proprio corpo...un'opera d'arte.
L'arte, assidua ricerca dell'essere interiore ed esteriore.
Continua domanda-risposta
Chi sono io
 
Essere proiettati in una dimensione aliena
Di cui il vocabolario umano
Non da nome
 
E conoscere il Mondo
Per quello che non è...
È una cosa magica.
 
Apparentemente giudicata
Triste,
ma se conosciuta diventa
solo...Arte.
 
 
*scultura di Nicola Manfrini

Alla festa del mare

I muri, le gru di fianco
 
sembrano sposi
alla festa del mare
 
nella sera di vele, su alberi loro
a librarsi i gabbiani
 
la schiuma, sulla rena
di chi è già passato
 
I capelli
 
scompigliati dall'Ostro
a darsi ad un raggio

Mare di silenzio

Stella perduta
fra galassie fluttuanti
in un mare di silenzio,
cala la notte
sulla laguna
di acque stagnanti
mentre vai lontano
dalla foce del fiume,
chi disseta
ora la tua bocca
avida e vorace?
Sei con me ancora,
non puoi andare via
senza che io lo voglia,
che ne farei delle tue parole
tatuate sulla mia pelle
se non posso cancellarle
nè rispedirle al mittente.
 
 
 

Sole d'inverno

Come la terra
ho bisogno di essere amata
per dare frutti,
desideri e passioni si alternano
come il giorno e la notte,
un sole d'inverno non scalda
... troppo lontano,
giro e mi rigiro...
ma non posso farne a meno,
mi accontento
della sua tiepida luce
ma ho bisogno anche
di pioggia e di vento
per dissetare l'arsura
carezzare il mio corpo
e calmare il tormento.

Eccoci tutti quelli degli avamposti.

Al limitare ultimo: una ciocca
e, appena sotto, la residenza di torpori;
eterni non saremo - per il continuo procurare corsa -
ma certo durerà quest’ansia a crescere speranze
dispersi nel ghibli di tutte le stanchezze, che ci spostano i passi fino a confondere le suole
e il sole.
 
Dateci un mattino di caravelle
andremo sulle vele maestre a fare vento di scoperte
andremo sulle tolde a queste nuvole di pioggia
che non lasciano i moli delle vette:
non trapassano; non si dissilvono
come pulsioni eterodosse
nelle carene dell’amore.
 
Non createci, vi prego, il dubbio della rotta.
 
E prego voi che foste i porti, e coloro che armeggiano nei seni
della costa,
ad aprire il ventre delle latitudini
ai nuovi sbarchi, alle piccole isole del cuore.
 
Perché, poi, dovremmo essere solo uomini e non già
un tufo, un mais, un gufo?
Non ho durezza anch’io dall’età?
Non ho forse le mie radici?
E gli occhi, non sono forse avvezzi alle nott’insonni?
 
Abbiamo lame in bocca che l’anima non tocca, ma la lingua,
la lingua è un perfetto lanciatore.
Le voci sono siepi articolate: un conto è fiorire, altro sarà
comprenderne la potatura.
 
Toccano echi le mani: si toccano sì parlandosi.
Tocchiamo le vocali, dai, cambiamo i rumori in spiccioli sonanti
e a i lumini diamo fiamme adatte a pensarsi faro
sulle scogliere perse
per le onde che sulle dita stanno come fedi:

Goder d'amore

questa che vivo, vita non mi pare
batte gelido il cuore a malapena
nel fondo l'anima perde la carena
fremiti non mi corrono la pelle
gli occhi non bevono più le stelle.
questa brezza lieve calma piatta
avvolge tutto come fosse ovatta
il tempo dei rintocchi è fatto lento
non vedo colori ne odori sento
seppure indubbiamente campo.
sorgi fenice vienimi a pigliare
aprimi il petto fallo sanguinare
che duolo ansie e gran tormento
vengono poscia un grande godimento.
 

il domatore delle ombre

...paragrafo quattro. luce che si adagia sul libro. pagine a metà tra la chiarezza e l'ignoto. rumori per strada. vanno e vengono delle idee frammentate che non riescono a fare presa. la mente corre dietro a quel puntino nero. poi lo lascia e si sposta , dietro a quella riga che sembra disegnare qualcosa. c'è un quadro storto (forse facendo le polveri?) e non me ne ero accorta. dovrei alzarmi e rimetterlo a posto, ma non ne ho voglia. lo fisso, forse si sposterà da solo, forse si rimetterà dritto, senza la mia mano. di nuovo quei rumori là fuori. la strada è un circo pieno di acrobati, tutti in giro avanti e indietro per farsi notare. io sono il migliore! io, io, ioooooooooovruuum.  spariscono tutti al di qua e al di là del viale. e il domatore delle ombre resta a guardare....

Sonata notturna

Fili intrecciati
recintati
recisi
son sordi sorrisi
Soli in notturna
Alleati
alle armi
spari e speranze
cadaveri
bari
eco e silenzi
Baci a nemici
tra mani il mio sangue
non sento più niente
neppure il dolore
d’un mio raffreddore
Ridendo
diranno
altro eroe da risparmio
Fili intrecciati
gomiti e miti
mite è la fine
la luce del giorno
sonata
intonata
cantata e tentata
tra tende di merda
tra tre tradimenti
Parti di Patria
da porti partiti
per sempre perduti
e mai stati perdenti
Fili intrecciati
figli lasciati
madri piangenti
e padri morenti

 

Mistero dell'amore

stringi i miei fianchi
nella seta delle cosce
poi accarezzaci il viso
ch'era posato sulle rose
del tuo seno glabro a
odorarne il profumo
così respirando forte
sveleremo insieme
questo mistero.

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