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Non posso dimenticare

Non posso dimenticare
perché non ho memoria
di corpi senza nome
arsi nel vento gelido
dal fuoco della pazzia.
 
Non posso dimenticare
perché la Storia è la maestra
amareggiata e vana
che il mondo non ascolta
e non vuole conoscere.
Non posso dimenticare
perché il fumo d'innocenza
s'è tramutato in vento
e disperso nel silenzio.
 
Non posso dimenticare
perché non ho mai visto
ali strappate
e respiri rubati
senz'alcun senso.
 
Non posso dimenticare,
ma voglio conoscere,
ma voglio imparare,
ma voglio soffrire
e voglio urlare.
 
Non posso dimenticare
che la follia più grande
sarebbe ignorare
il grido che si cela
nell'urlo del silenzio.
 

Shoah

         Come si può dimenticare?

prego

Farò un rosario
con chicchi di melograno
che la lingua testarda
non paga ancor prega
 
Piovimi occhi e rubini
nel ventre
e diverranno la saliva
che lentamente ingoio
sgranami di baci
tra i denti
a boccate
rabbocca e abbocca
a filo sul palato
oltre le nuvole
Così sia.

Le corriere

Ne guardavo di corriere, l’estate dopo cena
ormai di un vuoto elettrico, ultimo
tratto di profumi
galleggianti fin sulla porta di casa
un blu di olfatti che impediva di dormire
piegavano le notti come il grano
lucciole a noi, di diciannove anni
 
oggi
fra qualche pieno e vuoto
gira e rigira sono sempre quelli
i balsami nell'aria

Ma non durò

Loro era la casa che abbandonammo
loro erano i treni che viaggiammo
loro erano le famiglie che ci divisero
loro era la fame che ci colse
loro era il proiettile che ci trapassò
loro era il gas che arrivammo a sognare
loro era il forno che infuocammo
 
il corpo che morì era il loro
la vita che vissero era la nostra
 
ma non durò.
 
Ossuti e spenti,
stemmo per rinascere.

Purezza

 
 
 
 
 
Come molecola d’acqua
come ossigeno d’aria
come scorrere di fiume
ritroveremo la purezza
di sete
di fame
d’amore
ritroveremo la purezza
tutti.

La luna di Dachau

Li sento i calci del cavallo
il loro nitrire
il lavacro autunnale dell'orrore
il drago che taglia bionde chiome
in questa luna che balugina sbiadita
tra l'oleandro e il limone
qui a Dachau
 
si torcono del buio
gli zoccoli di cristallo
nel chiaroscuro di un lume
in un mistico plenilunio
d'ombra mai vibrate
 
spigolano le anime
meste in un cerchio d'ape
irriverenti nel loro essere carne
morbide d’amore
croci abusate nella pace del solstizio
 
appoggiata alle persiane
vedo pietre grezze
folli giumente
la fibra indegna degli illuminati
occhi di cani lupo
la vita parcheggiata al limitare del campo.
 
E una nera morte da invocare alla finestra
siamo solo transiti
appoggiati a uno spicchio di luna di talco.

rincorrere ...

 
Voglio cercare, trovare i miei passi,
sui sentieri persi in un’anima che rincorre
il suo silenzio.
Ho voglia di trovare la semplicità in quel bambino
di sempre, dove un sorriso,faceva gioire il mondo.
Sento le mani che mi attraversano il viso
piegato verso una scrivania piena di fogli,
le senzazioni che una musica mi dà
solo nel sentirla, portandomi lontano,
ricordandomi parole, momenti, a chi si ha nel cuore.
Sono le gesta umili che si muovono
alla ricerca sempre nel credo in cui tutto vive,
l’emozione di una pioggia leggera che bagna i vetri
della finestra sul cortile, mentre un pozzo si disseta.
Avrei voglia di gridare  a quell’albero,

Suggestione

Memoria

 

Il mondo dei balocchi ormai sommerso
nella cartella un pinocchio rotto
guarda in avanti infante in borderline
e passo dopo passo i sogni persi

ma li mantiene qui per ricordare
in cassaforte posti dopo il guado
cosa l'aspetta adesso solo spine
ed una barca posta sulla riva

con sguardo volto colmo di terrore
in mondo immerso dentro la tragedia
dei campi coltivati dalla morte

ricordi tramandati per memoria
per non dimenticare lo sterminio
anime inermi e occhi nelle fosse

Copyright © Lorenzo 27.1.10

L'importanza di non dimenticare

E' il "Giorno della memoria". Per spiegare il significato di questa ricorrenza  non abbiamo trovato parole più appropriate di quelle scritte oltre 20 anni fa da Primo Levi, superstite di Auschwitz, in un testo indirizzato ai visitatori di quel che resta di quel Lager. Un brano di straordinaria lucidità, che suona come un appello accorato e insieme come un monito severo.

La storia della Deportazione e dei campi di sterminio, la storia di questo luogo, non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: dai primi incendi delle Camere del Lavoro nell'Italia del 1921, ai roghi dei libri nelle piazze della Germania del 1933, alla fiamma nefanda dei forni crematori di Birkenau, corre un nesso non interrotto.

Non tutti gli italiani sono stati fascisti: lo testimoniano gli italiani che sono morti qui. Con noi testimoniano coloro che hanno combattuto contro il fascismo, dai martiri operai di Torino del 1923, ai carcerati, ai confinati, agli esuli, ai nostri fratelli di tutte le fedi politiche che sono morti per resistere al fascismo restaurato dall'invasore nazionalsocialista.

Eravamo partigiani, combattenti politici, scioperanti, resistenti catturati e deportati negli ultimi mesi della guerra. Eravamo ebrei, provenienti da tutte le città italiane, già discriminati dalle leggi antisemite di Mussolini. Eravamo ricchi e poveri, uomini e donne, sani e malati. C'erano bambini e vecchi alle soglie della morte. Tutti caricati sui vagoni, e la nostra sorte è stata la stessa per tutti: un campo di sterminio nazista.

Non era mai successo, neppure nei secoli più oscuri, che si sterminassero esseri umani a milioni, come insetti dannosi; che si mandassero a morte i bambini e i moribondi. Noi, figli cristiani ed ebrei (ma non amiamo queste distinzioni) di un paese che è stato civile, e che civile è ritornato dopo la notte del fascismo, qui lo testimoniamo. In questo luogo, dove troppi innocenti sono stati uccisi, si è toccato il fondo della barbarie.

Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita. Fai che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non siano state inutili tante morti. Per te e per i tuoi figli, fai che il frutto dell'odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia un nuovo seme, né domani né mai.

Primo Levi Leggi tutto »

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