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Quando il sole è caldo

Nella mia città
ho scoperto un angolo di paradiso
nascosto
tra i salici del parco
un letto d’erba fresca
profumo di trifoglio
e mi rifugio lì
col mio amico libro
lontano dal mondo
dalle voci dal vuoto
 
e ci vieni anche tu
ti aspetto
quando il sole è caldo
e stridono le cicale
arrivi con un fiore
mi baci
ed è subito amore.

Ada

Ti deprimi
e vuoi sempre dormire.
Non più aspetti con ansia.
Né affanno di gioia o dolore.
Un lungo lunedì (né no né sì).
Hai strappato dal calendario
il giorno di domani.
 
Chiusa in casa,
fissi le margherite nel vaso
e il mondo in TV.
 
Ti siedi e aspetti che nel caffé
lo zucchero si sciolga da solo.
Poi te ne torni a svuotare i portaceneri.
 
In un cimitero vuoi riposare come una morta.
E un morto va coi morti.
Tertium non datur.
 
Ah se ci fosse una fata!
Perché non speri più in Dio.
Come una puerpera maledetta
che ha partorito un camposanto.
Chi rende questo vuoto e ce ne riempie?
 
L’arsenio della vita bevi a sorsi
con dolci baci di labbra rosa.
Dare il cuore ad ore
come una multa.
E l’amore per dogmi di gioie fugaci.

Sei come l'onde

Onda del mare
operosa, volenterosa,
in perenne movimento
lambisce la riva di sabbia e scogli,
come un innamorato amante…
con impeto passionale talvolta,
con indicibile premura, altre.
Fossi io…
Fossi io quel sassolino
scardinato dallo scoglio,
inghiottito nel silenzio profondo
docilmente accompagnato a riva dall’onda gentile.
Fossi io quel sassolino
levigato, custodito
dalla salata, avvolgente mano,
Fossi io quello…
destinato a cullarsi in quel moto eterno
fossi io…
prescelta per godere della perpetua tua carezza.

L'attesa

Rispondendo me assente
all'appello di vita
ebbi un duro
futuro
che dura
e scongiura
il presente a restare
e il passato a passare
Passo
e chiudo
gli occhi sul verbo
che mai si fa carne
Tra croci
resto sempre un rosario
nell'attesa
d'un gloria

 

I Falchi Volano in Orbite Chiuse

 

(Come stampi sulla seta)
 
Scalciano i cavalli del sole
al traino d'imperlati fuochi,
su geometrie di pelle vaga,
divorata e dipinta di rosso,
nel desiderio di folgore strana.
Pugnale fra i denti,
artiglio pianeti confetto,
imboccando il fremito
di una rosa che canta.

(il rossetto dei tuoi baci)

Diversi, gli accenti acuti
d'avide mani in accordo,
a trarre confuse sinfonie
in un gemito spumoso,
aritmico d'apnea lunare
smosso in carni d'orchidea,
dove rassegno l'anima
e l'azzurro del respiro.

(a firmare il desiderio)

Il mare degli occhi

 
Cercavo di perdermi nei tuoi occhi
specchi di mare sensuali
che il velario di ciglia d’oro
nascondeva il tuo pensiero.
Navigare verso il nuovissimo
che era lì appena oltre
allettante sconosciuto travolgente
equanimità di vissuto in marosi o bonacce
saliscendi vitali legati a te.
Seduzione rinverdente fragrante
di odori per te ovvi, per me smania
e quando salmastre stille irroravano
le tue gote bianche, concupivo
la dolce debolezza di un attimo
amandoti con tutto me.
Tuttavia nell’albore di un giorno vago
ancora pregna di profumi e sentori della notte
distese le bianche braccia a cingere
le ginocchia asciutte con lo sguardo
divertito allegro fanciullesco, dicesti
vado via!
Le mie, stavolta, le lacrime scoppiate
dal cuore gonfio, spaventato dall’algore tuo
di oggi e non voglio dirti addio
almeno in questa età senza fortuna.

"Venezia" la mia città...

 
Cioò che acqua non teme è straripar d'amore
su sospiro d'anima inqiueta a me donata...
 
Candido fragor di geli e venti che alba rischiara
sul lungovai dell'onda al suono di cantico antico...
 
Melodia di voci presenti ,,, confuse e perenni
dal cuore che ne ferro ne fuoco può trattenere...
 
Ciò che immagine riflette di carico abbraccio
divine le tue vesti di vapori e nebbie celate...
 
Di ciò e di questo solo ne assaporo il respiro
tu che donna sei candida e d'amare senza fine...
 
Atlantis...

CONVERSE E COINTREAU

Il cielo abbottonava il suo cappotto grigio
mentre il bouquet di diamanti della notte
diventava l'esca per mille amanti
più ghiotti di noi di buio e sortilegi.
Le bugie danzavano su tavole e velluto
e noi salivamo a fatica gli scalini
e le parole avevano il peso di un revolver.
Non ebbi mai il coraggio di puntarlo.
Ed ero stanco di ricamare chiodi rossi
su quella luna macchiata di Negroni.
Non smisi un attimo di fissare
le mie converse sporche e logore
mentre tu bevevi il tuo Cointreau.
Sentimmo il peso delle nostre spalle
baciammo il gusto di albe con le rughe.
Mi sento cieco quando non mi guardi
mi sento sordo quando non mi parli
mi sento inutile quando non sorridi.
 
 
[è il testo di una mia canzone, che definirei "minimal ballad", disponibile on line:
http://www.youtube.com/watch?v=FCGNaZ4BJa0]

Vivere di vento

 
vivo di vento giramondo
che non ha sostanza
e quella sola forza
spesso senza potenza
strappa insensatamente fiori
dai prati verdi della mia esistenza.
mi porta sensazioni incespicanti
insieme ad effluvi forti inebrianti
e quando lieve a sera si fa brezza
trasporta all'anima dolci le risa
gioir di contentezza.
ma passa inesorabilmente
porta via quel che sentivo bello
lascia foglie secche ammucchiate
là nell'angolo scuro come fossero
speranze inutili a far futuro.
 
 
 

E ti cerco

Sono qui e la cerco.
In un sorriso lontano
Rubato e non mio.
Lungo strade e viali

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