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Analessi della vecchia casa.

 
Ho visto la vecchia casa - di cui ci sembrò il civico ostentato -
con quei gesti esortanti dell’andare
ai balconi
nel cosmo di cemento.
 
La sua ombra è uguale, la mia muta;
 
ma saprò d’esserci quando alle spalle
mi toccherà un richiamo da terra.
 
Io attraverso il senso - lei suppone:
- non importa il lato dispari degli anni
o se al contrario siamo congrui in pari.
 
Adesso, e fermo, osserva i tuoi passi:
questa strada ne conserva i poggiati,
i primi guidati.
 
Non vedrà mai i pesanti ravvicinati.

Pangea ultima

Se penso a come sarà questa crosta di terra
Tra il fuoco pesante e l'etereo gelo cosmico
Tra trecento milioni d'anni
La mia immaginazione galoppa sul nulla
Che è ancora un'ipotesi remotissima
E penso che sotto qualche forma anch'io ci sarò
Su quel supercontinente
Ma non so con quali occhi
Vedrò lo stesso sole che mi scalda adesso.

 

Firenze, 26 frimaio dell'anno CCXVIII (16 dicembre 2009)

Non ci sei

Non ci sei più
e sei dentro di me
ti penso
tanti ricordi di te
nostalgie
il tuo sorriso in quella foto che ti scattai
a sorpresa nel parco
e mi guardi (dal nulla)
dal tuo mondo
dal tuo universo lontano
giorni felici amari  duri
la vita
ora ne conosci il mistero
Ciao babbo!

La fuga della luce

così succede a volte
che la luce fugga
e si rifugi in carsici pertugi
al di sotto delle ciglia
 
e lì scavi
cercando vie d'uscita
e faccia sfuggire lampi
in memoria di se stessa
 

Giovane amore salato

Dove eri quando parole feroci
spargevano sale sulle ferite?
Dove eri quando un velo di pianto
oscurava gli occhi allo sguardo?

No non rispondermi, io mento
in fondo l’ho sempre saputo,
eri lì, a me accanto, e ridevi forte
tanto che mi è scoppiato il cuore.

Altro sale, altro sale ci vorrebbe
per curare ferite ancora aperte
il nuovo amore appena arrivato
è così slavato che non sa di nulla.

Come vorrei adesso tutto quel sale
che dava sapore al nostro amore!
 

Chiacchiere

Affronto discorsi d'invadenza
ho l'aria di chi nascosto si difende
quasi mai mi riesce di mediare
quando passato e presente
hanno voglia di parlare.
Del turbamento che ne viene
non potrei neanche un accenno
se per attimi eterni
mi ritrovo estranea alla vita.
Avrei molto da dire
sono però una comparsa
e il copione mi conviene.
Ai tempi miei la scena
li lascio a litigarsela
e a me non resta
che uno sputo di memoria.

Quando i deboli si vendicano

Cammino sola
vicina ad una strada
dove sfrecciano parole ingombranti e
stereotipi regnano incontrastati.
D'improvviso interrompe 
la mia passeggiata,
un precipizio assai buio e poco promittente.
Stendo le braccia e provo a volare,
ma il mio tentativo
è nullo
perché un rumore attanagliante
invade l'aria.
Mi volto,
È un carrello
colmo di gatti
spinto da topi vendicativi.
Si fermano,  mi guardano,
con aria strafottente,
inarcano un sopracciglio
e lasciano lì sull’orlo i nemici.
Ecco l’incubo del precipizio.
Stare o non stare
Cadere o non cadere
Opporsi  o arrendersi
Mi avvalgo del silenzio quando invece dovrei urlare.
Dubbio. Ecco la più atroce vendetta.

Scuro di terra

Il sole brucia ieri
in cenere di vento
fra le ciglia distratte
di chi sbadiglia il cuore
e televisivamente vitreo
d’angoli in maschera
rimbalza finti sorrisi
dal sapore vuoto.
Mentre la notte stinge
l’aria nel vivo di chi
ha perso ogni andare.
 
Solo un po’ di fuoco
ai fianchi ed una croce
nel sangue che spurga
e pesa il suo calvario
celeste di spine dentro
un cielo strappato d’oblio.
Quando ai poveri cristi
resta solo il colore
appassito della terra.
 
Fiori sepolti i tuoi occhi
in una tomba di foglie
e una scritta improvvisa
di luna sul muschio.
 

pallida prima dell'alba

pallida prima dell'alba
un'incauta farfalla
trema
le sue polveri mi svegliano
e i poeti si litigano i miei sogni
sulla strada
 

La casa vecchia

Era immersa nei cerchi di grano
la casa vecchia
nella malia di cicale chiassose e di formiche
tra la malva rosata e il biancospino
in una curva dentro la città
celata delle acacie
dai fruscio incessante dei canneti
dai vecchi nidi queruli dei picchi
coglieva raggi di assenza antica
lo strazio delle foglie
vibrando di rosso e d'arancione
nei suoi fianchi tondeggianti
nel profilo ispessito dei lecci
nelle sue messi cullate a tarda sera.
E noi
nella canicola d'agosto
con collane di semi e conchiglie
navigavamo senza bussola o timone
tra le bisce della tana verde
ebbri di spuma d'onda
ci orientavamo con le lucciole
contando  nel cuore chiodi d'argento
l'alba di un crepuscolo audace
arsi dal sole
facevamo l'amore in silenzio
scambiandoci la foce,il lago,il mare
e con la brezza  azzurra degli angeli
accendevamo le illusioni
spegnevamo sotto un grezza luna
il dolore fecondo della vita.
L'amore esausto sotto le zolle.

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