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Lotta intima

A tratti ti urlerei 
vita mia
di riprendertela
quest'anima stupida
che àncora al sogno
i bisogni del corpo.
E dorme
nelle ore che sai
e mi lascia seduta
quando vorrei correre,
mi obbliga all'ozio
e pretende ch'io resista,
sempre.
Non resta che darle
quel po' di veleno
di tanto in tanto
e farla tacere.
Ingannarla no
mai potrei
ché esistere non mi basta mica.

Passeri drogati

Passeri drogati
sui fili dell’alta tensione
proiettano piccole ombre sulla neve
e cantano la morte di un usignolo
giallo e perverso
fuggito dalla gabbia
della figlia del prete.

Anche il sole ha un’ombra
nella pianura gelata
e sconce puttane candelano
luci primitive
sino alle baracche
degli esuli romeni.

Tutto ritorna al padre
anche questo mare
di melma e resti di fogna
che trasportano cocaina
sulle punte spezzate delle onde.

Questa chitarra
ha un accordo violento
violento
come la mia rabbia
su questa strada di scogliera
di barattoli e bottiglie rotte
per l’ultima ubriacatura del Natale.

Per augurarVi Buon Natale

Colpa del Natale, sarà!
Oggi non so che dire
non so cosa costruire
chi lo sà!
Una lettera a Babbo Natale?
Cosa sarà, il succo di questa festa...
Prendo la mia macchina
e scrivo il mio messaggio
sulla neve sciolta
saracinesca il mio cuore
è chiuso per il tempo
ed il meteo dice
ancora neve, ancora freddo
ancora sole, ai posteri.
Possibilità
di entrare in farmacia
Il dardo il radeccio ed il pomodorin
E adesso quando
100
200
Mi fa sempre più piacere la famiglia
Quando un giornooo!!
Taglio il filo son mi o fora
Taglia e piega
Bastieme
Fame dormir qua
A casa non dormo
Me ciapa ben
Sulle careghe
Siiiiiiiiiiiii, viaggiareeeeeee.

Giordano Criscuolo e il gioco dell’equilibrista

 

Giordano Criscuolo e il gioco dell’equilibrista

“Come su un solco di Morrison Hotel” (Arduino Sacco Editore, 2009), il nuovo romanzo di Giordano Criscuolo, è in stretta relazione con il precedente “Le parole che non scrivo” (Il Filo, 2008), per i temi affrontati e per la passione che impregna queste candide pagine di inchiostro.
Il protagonista, Cristiano, è un blogger. Racconta la sua vita e le sue emozioni attraverso il web, e i fogli virtuali diventano un luogo lontano in cui poter sfogare il proprio veleno.
L’autore evoca con malinconia la magia che solo un passato “ingenuo”, spoglio dell’artificiosità di un presente assente, riesce a regalare con naturalezza.
La storia di questo romanzo è un pretesto. Ciò che conta è il potere dell’emozione, il suo fluire, il suo divenire anima.
Canzoni-cult ( E ti vengo a cercare, Love affair, Pelle) accompagnano la vita del protagonista, sostituendosi alla voce del narratore, che, davanti al dolore, necessita della musica, culla ovattata in cui soffocare il proprio pianto.
Criscuolo si cimenta anche con temi delicati, in particolare la droga, dimostrandoci che la vera trasgressione, in un’epoca che non è più rock, è la stabilità.
“Come su un solco di Morrison Hotel” è un libro che profuma, dall’inizio alla fine, di qualcosa che si è perso nel tempo.

“Cosa sono in questo momento? Un equilibrista mascherato da Pierrot, un funambolo del presente.
È proprio così che mi sento:
in bilico,
come su un solco di Morrison Hotel” (p.67).

Mariella Soldo

Perchè il Canto, perchè dei Bambini siamo Eredi

 
Perchè il bianco mughetto profumi
e ci porti qui la sua fragranza
Perchè gli occhi si aprano
dentro il respiro del giorno
Perchè le mani si schiudano
alla ruvidità
così come alla dolcezza
Perchè il canto possa levarsi
alto
sublime
ininterrotto
Ecco il mio canto

Mare

Mare
che trasporti colle tue onde
i desideri di un'umanità intera,
che dai agli uomini
l'idea dell'infinito,
che ti agiti inconsolabile,
e le onde son le tue urla,

Sei un tipo un po' chiuso,
e non appena ti apri un po',
subito diventi oceano.
Ma sempre mare resti.

Io ho da chiederti una cosa:
perchè continui a lambire?
Prima sei tutto timido,
ma non appena la riva ti dà un po' di confidenza,
subito lambisci.
E lambisci, e lambisci, e lambisci,
e non accenni a smetterla.

Vorrei proprio vedere,
diamine,
se ti levassero tutte le barche,
ma proprio tutte,
anche le bagnarole,
di quanto si ridurrebbe il tuo volume...
Ah!
Allora si, che la pianteresti
di lambire!
Quella povera costa non t'ha fatto nulla,
ma tu non ne vuoi sapere.

Mare,
pozzangherona sopravvalutata,
tutto il globo
vorresti conquistare,
ma se ti azzardi a venire sotto casa mia,
te la faccio pagare.

D'inverno

neve
immagine dal web
 
Fluttuano bianchi
questi gelidi fiocchi,
tingon d’argento
le chiome silenziose
di alberi assopiti.

Teatralità

 
Presto! S’alzi il sipario su di me!
E’ l’ora della mia messinscena!
Plausi e applausi dall’arena
E i miei occhi fissi su di te.
 
 
Fermento e voci dietro le quinte
E sul palcoscenico polvere c’è
Che sale e volteggia senza un perché,
Mentre dal pubblico parton le spinte.
 
Conosco a memoria la mia parte
Incisa col fuoco nell’anima mia,
E son pronto a dedicarla a voi
 
Dando sfoggio di questa mia arte
Che non lesina colpi di scena e poi
Vi trasporta come poesia nella magia.
 

Le feste

Un sorriso diverso oggi per me
voci festa calore abbracci
e tanta musica
Il canto incerto di un bambino
esitante e tenera poesia
e tutti noi a soffocarlo di baci.
E poi
di nuovo il vuoto silenzio
e i ricordi.

Inquietudine

Non so cosa pensasse il fiume gelido

mentre furente si legava al mare

né chi tra le acque buie dell'inverno

avesse perso l'amore di una vita.

So solo dei tuoi occhi color sabbia

socchiusi dolcemente al primo lampo d'alba

e che mi manca un bacio quello lo so

tanto da rimanere ucciso dal rimpianto.

Non so spiegare e il tempo non rallenta

va via veloce come le correnti

lasciavo andare tutto e tutto è fermo

tra le ingannevoli lusinghe di un istante. Leggi tutto »

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