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Corsa immobile

La mia corsa immobile contro il tempo e lo spazio.
Per arrivare a te.
Ci sono quasi,
mi mancano due o tre nuvole per raggiungerti.
Sono arrivata finalmente nel nostro piccolo Eden.
Ci sei anche tu.
Fermati tempo, fermati spazio,
lasciami solo qualche battito del mio cuore
per perdermi ed annegare nel mare dei suoi occhi blu.
Fermati tempo, fermati spazio,
lasciami solo qualche respiro
per vivere solo un po' nel suo sorriso.
Fermati tempo, fermati spazio,
lasciami qui,
accanto al suo viso.
Ecco la mia corsa immobile contro il tempo e lo spazio.
Per arrivare a te.

Cose Così [istanti fuori]

Stupisce ancora l'eufonia
l'ala del respiro che odora di carezze
il ticchettio dell'acqua sui tetti
deliri riversati in tremori, istanti fuori
scorro, come fiume nella grondaia

[scopri le ginocchia, aprile un po']

Tento le falde più dense la notte
mela sospesa tra ciocche ribelli
scivolo nella gola della terra
la stessa brace che l’inferno

[dei miei colori sarà l'alba]

 

Manuela

E non ti sento più

Sento la tua voce nel vento
ma tu non ci sei
svanito lontano
Cerco un sospiro un palpito
nel silenzio del mio cuore
vago nel buio a mani tese
per non cadere giù
nel baratro dell’illusione
e mi ritrovo sempre qui
coi miei sogni impossibili
Una nuova melodia
ridesta i miei sensi mi piace
mi dà un  respiro nuovo
la seguo
e non ti sento più

Era un sogno

Renato è una persona gentilissima, disponibile sempre pronto ad aiutare tutti e... a portarci cioccolatini speciali per rallegrarci. 

Ti ha cercato
il vento mia musa
e ti vide in volto,
non aveva parole
eri con altri amori
poi smarrito
si perse nell’infinito
nel grande silenzio
dei cieli.
Il vento ha lasciato
solo polvere
fra le mie dita
e la mia voce
un eco lontano
e gente in riso.
Io non credo,
ricordo ieri
le tue ondate di luce,
io ci credo ancora.
Era solo un sogno.
domani rivedrò
il tuo sorriso fine.
 
           Renato Finotti
 

Levo il calice: Di Manu & Giulia

(foto: Siano)

Venexiana & Ventidiguerra
*
Dentro la mia disperazione
infuriano sovrapposte avversità
nessuna radice nè speranza.
A voi, servitù, il pegno inespresso
nel volto miseramente iscritto.
Talora umiliato, rassegno l'inferno
calpesto quieto l'adunco destino
levo il calice e brindo alla vita.
E' scuro, gelatinoso il tempo
e passo vicino a certi fiori
posti su un muro, all' altezza della mano
e mi è ignoto quale segreto,
lontanissimo ricordo
abbia potuto farmi scorgere quel fiore
e un' ombra mi travolge,
indistinta, errante,
si perde in un tenebroso abisso
nella vana ricerca di giorni da ghermire.
Debole schiavo
legato a ciò che non esiste
mi fermo, arretro
in uno stato di sospensione
e di languore, levo ancora il calice
e brindo... alla vita!

 

Cònfessati.

Ti siano mozzate le mani
ancorché giunte in preghiera
verso la croce che ostenti
sul petto e nei riti
che fosse vero Dio
l’avrebbe allora già bruciate
 
Avessi fatto le ultime della vita
con quelle prima di raggiungere
la sua pubertà vulcanica
assetata di mistero nuovo fecondo
di proibiti recessi del corpo
dei sensi della mente
 
Furasti la fede del discente
dalla tua scienza abbagliato
mostrandogli un eliso
sempre dal pulpito dannato.
Come saper qual’era
il giusto dato?
 
Dita bianche tal penne di colomba
l’ostia e il calice alzavano
con studiata grazia
egualmente molcere lui
nel dionisiaco rito altro
e quando venne luce alla sua mente
confessati!  gli dicesti
autoritariamente.
 

 

Effimero

 ... E perdersi
quando lo si voglia
tra la folla, ed essere
al contempo
riconosciuto, amato, rispettato,
libero, ignorato.
E brindo a te, che non mi hai mai amato
e a te, che non mi puoi amare.
Una libertà
lontana dall' appartenermi
crea distanze infinite
ed è molto più facile, reggere a quel male
quando lo stesso male è il maggior bene
ch' io possa possedere.
Talvolta,
inciampo in effimeri sorrisi
e contemplo, con medesima certezza,
quel cielo e quell' inferno
di cui ho, velato, il ricordo...
E brindo a te
e, a una felicità promessa
che, ardente mi affanno
a ricercare in una vita immota
e nello scorrere insulso dei miei giorni
che mi trascina in un vuoto
in cui ha deciso di volermi trattenere.

 

Madre di me

vorrei potermi ingravidare
esser pregno di un me altro
da quello che sono stato
e sono diventato
provare a svilupparmi in nuce
nascermi in acqua di mare
crescermi sulla neve alpina
dissolvere l'ansia che ho
in quella attesa del divenire.
basterà - forse - traversar
tenendomi per mano
un torrente un bosco
un campo di grano
senza uccidermi di pena
come lei che gran madre mi fu
ed io figlio da poco.
aspettando - la sera - in silenzio
seduti sulla spiaggia
di accompagnare il sole
giù nel rosso del tramonto.

 

Blanche

 

Un giorno io

Un giorno io toccherò le nuvole,
sarò avvolta da polvere di stelle,
vivrò guardando il sole e ogni istante sarà eterno.
Un giorno rinascerò e sarò un gabbiano
nel cielo terso, conoscerò nuovi mondi
e non avrò paura di volare in alto dove
la felicità è sinonimo di libertà.
                                    Poldina

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