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Il deserto

Giorni vissuti nel deserto degli affetti,
nella mancanza di comprensione:ossigeno vitale
per il fluire dell'amore nel cuore.
All'orizzonte un'oasi di calore.
Non un miraggio, ma un rinnovato Amore.
 

Fiori gialli

ogni notte busso

tante volte alla mia porta
che le nocche sono indolenzite.
vorrei aprire chiedermi che vuoi
chi sei dove vai cosa farai.
ho spiragli esigui di risposta
squarci spuri di luce
difficoltà di decidere
e mi ferisco a fondo - così
mi rifugio nell'etereo e...sogno.
curioso indago voglie e sentimenti
aspiro amare conquistare sempre
ma venir meno sento già le forze.
il passo si ferma
per il terrore di contenere
quello che voglio o quanto dare.
fiori gialli - dall'ombra della stanza
una carezza desiderata mandano
e tre pensieri più là - senza paura
al piacere dei sensi cedere potrei.
ma tremo e quella porta non apro
né aprirò tutta - mai.

Cronache di un viaggio - parte prima -

Ora succede che scrivi come un cretino direttamente sul computer, senza prima salvare su word e poi al posto di salvare, dimentichi che sei su face, clicchi sopra e perdi tutto quello che ti eri scritto.

Così la seconda versione del racconto, perde molto, perché sei già incazzato che devi riscrivere tutto da capo e decidi di cambiare il taglio al racconto.

Non che sia poi uno scrittore e non che il banale racconto del mio viaggio in Venezuela possa interessare qualcuno, salvo quella rompi di mia cugina Pina che dice, beh che ci racconti del Venezuela?

Ora te lo sorbisci tutto il racconto cara Pinuccia.

Insomma si parte il giorno 20 di ottobre a notte fonda da Pescara in autobus con zio Carmine e si viaggia dormicchiando per tre ore.

Poi s'arriva al Leonardo da Vinci  che è notte fonda ancora e sapendo che dovranno passare cinque ore prima della partenza. Mio zio attende meno perché parte con Alitalia, io aspetto di più perché vado con Air Europa.

Non che abbia una grande esperienza di voli, l'unico mio volo è stato con mia moglie nel 1983 vero Palermo.

Certo atterrare a Punta Raisi era già allora un bel viaggio, ma quello che mi aspettava era un viaggio molto più lungo.

Chi si aspetta grandi emozioni dal mio racconto o avventure mirabolanti può smettere qui di leggermi. Leggi tutto »

Ti piace lo scirocco?

Sono tre giorni che subiamo lo scirocco.
Penso che “subire”, nel mio caso sia il termine adatto, perché questo tempo riesce a sfinirmi, accentuando piccoli e grandi malesseri.
Ad essere onesti dovrei fare un piccolo distinguo, lo scirocco non è sempre uguale, io in genere lo divido in due tipi:
lo scirocco “attivo” e lo scirocco “passivo”.
Lo scirocco attivo si manifesta con grandi raffiche di vento infuocato, arde tutto al suo passaggio, fa sbattere le imposte, fischia e ulula peggio del maestrale, però se ti chiudi in casa, trovi refrigerio, ed in fondo è come un amico un po’ invadente, che fa casino e poi va via.
Lo scirocco passivo è quello che detesto.
Non lo senti, perché in fondo non soffia molto forte. Si limita a spingerti addosso una coltre soffocante di nuvole.
Il cielo diventa lattescente, abbacinante, un po’ grigiastro, il sole si intravede a stento, un punto luminoso, che si intuisce dietro una cortina asfissiante, che emana un calore umidiccio, afoso, penetrante, che ti stende.
Tutti sono costretti a tenere gli occhi perennemente strizzati, per la luminosità diffusa, che ti priva delle ombre: gli occhiali da sole servono a poco.
Queste nuvole non hanno una forma, non le distingui, formano uno strato compatto, apparentemente soffice, ma intuisci che non contengono solo acqua, ma c’è dell’altro.
Infatti sono intrise di sabbia del Sahara, una sabbia color terracotta, finissima, che entra dappertutto.
La ritrovi sottilissima sul parabrezza dell’auto e te ne accorgi appena azioni il tergicristalli, perché ai bordi del vetro, rimane una striscia di sabbia spostata.

Cold November

Il freddo è una gran cosa
pulisce l'aria come da un velo grasso
ridisegna i confini degli oggetti
ricollocandoli nel perno di uno spazio
 
se soffia lieve il sospiro del Carso
presto le sento guizzare nel petto
quelle lamette sgarbate d'ardesia

The Hit. Sfida e colpi bassi

Magdala - Fascista!
Hermes - Stalinista!
Magdala - Trotzkista!
Hermes - Buchariniana!
Magdala - Buchariniano-trotzkista!
Hermes - Trotzkista-buchariniana!
Magdala - Trotzkista-buchariniano-socialfascista!
Hermes - Buchariniana-trotzkista-socialfascista-revisionista!
Magdala - Trotzkista-buchariniano-socialfascista-revisionista-sionista!
Hermes - Buchariniana-trotzkista-socialfascista-revisionista-sionista-deviazionista!
Magdala - Trotzkista-buchariniano-socialfascista-revisionista-sionista-deviazionista-titoista!
Hermes - Buchariniana-trotzkista-socialfascista-revisionista-sionista-deviazionista-titoista-
... Interista!
Magdala - Stooop! Ok, ok, mi arrendo qui. Hermes, perché, quando si gioca, a un certo punto,
devi diventare sempre pesante con le parole?

risonanze

Entrano a piedi scalzi queste risonanze
che scendono leggere
colpevoli come ladre
con l’aria salmastra sulla schiena

Volti ancora assonnati e pieni
di ansie effimere
fanno una fila ordinata con il solito
mansueto silenzio

vanno a pagare le bollette dei sogni.

Un abbaiare di cani ammaestrati
e il vuoto di voci che fa ancora rumore
bruciano nel ghiaccio di luglio
pugnalando il fremito del fango che rimane.

La gente vive ancora nelle pagine
e scava grotte sulla sabbia
ed io guardo da lontano
distillando essenze da ciò che amo

e non resto indifferente alla coda del gatto

che dorme sornione sopra un dizionario
e scodinzola sui baci fugaci
allineati sopra lo scaffale
che mette in bella mostra la vita vagheggiata.
 

Festa d'autunno

Costumi colorati
ressa, caldarroste
piatti caldi e vino novello.
Cani che si rincorrono
sotto alberi dalle foglie rosse.
Piccole felicità di bambini
tra giostre, luci e suoni.
E io, in mezzo a tutto questo,
faccio finta di niente,
continuando a vivere.

Franco

Mille parole solo per te

 
(dedicata all'unico amore)
 
Non avrei bisogno d’altro
se non del tuo amore,
della tua pelle che si slega
passando sul mio corpo
fresco ancora di gioventù vissuta,
della tua esistenza che plasma
su di me modelli di mare calmo,
ritagli d’aria e di cielo,
luce di un sole
che nel mio profondo si ritrova!
La tua parola
seducente come la luna
delicata come la carezza di un bambino,
inebriante come l’intenso gusto
di un vino in fermento,
si solleva nella notte sino all’alba
come musica nell’immenso dell’infinito. 
Nel tuo amore vorrei dormire
e nel tuo ventre anche morire
per non tornar mai più
sulla schiena dell’uomo ombra
dio dell’ignoto e padrone 
dell’urlo che ingoia in un lampo
tutto il silenzio del mondo.
Oggi, inondami ancora della tua bellezza
perché possa unire in me
ogni parte vissuta che perdo,
ogni parte vissuta che il vento mi ruba
e dal pensiero s’allontana.
Nella rosa più rossa del sangue
più vergine di un nido non ancora nutrito
più tenero di un romantico amante

Il passato e il futuro

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.

Diametralmente opposti
i due binari
accolgono
i percorsi della vita.

Il passato e il futuro

s’incrociano
in quell’attimo di stasi
che è il presente.
 

tiziana mignosa
10 2008

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