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Il ritratto più bello

Quante ti assomiglieranno,
quante donne avranno qualche cosa di te
Magari quella che camminava nel viale
guardando le vetrine,
oppure quella che ho seguito
strisciando nei muri.
No, nessuna era come te.
Allora sono andato ai bastioni,
perso nelle illusioni ti ho cercato,
ma anche li ho capito
che forse mai più ti troverò,
perché nel mio ricordo è rimasto
il tuo ritratto più bello.

Franco

La valigia rossa

la valigia rossa 3

Per anni sono stata custodita in una campana di vetro. Per anni ho tenuto stretto nel pugno della mano destra un brandello di pelle rossa.
Mi rendo perfettamente conto che c'era qualcosa in me che all'epoca non andava bene. Vivevo in un albergo alla periferia di Pensiero, una città allungata sul mare che aveva alle spalle una catena montuosa che scendeva a picco sulla strada di Pinta.
Eravamo in tredici nell'albergo; sette ospiti e cinque inservienti. Io ero la tredicesima e passavo la mia giornata a guardare quella massa di
carne umana che alitava sui vetri della mia campana.
Dal davanzale della finestra dove avevano scavato le fondamenta della mia sferica casetta, potevo contemplare un mondo trasparente come l'acqua mentre il tempo volava insieme al bianco che invadeva il cielo.
Il mio occhio quadrato aveva avversione per tutto quello che riusciva a immaginare di un mondo in cui il buio era solo emanazione mentale. Leggi tutto »

Non so

Mi provo a scrivere in automatico
musico di parole su invisibile rigo
a disegnare immagini nel sogno.

Ad occhi spalancati nel barbaglio
ricerco il fiore ch'è negato al mondo
ch'è oramai piatto nel cervello.

Presi da febbre di consumo tristo
avendo per misura oro e sesso
rari vi amano il vero, il giusto e il bello.

Ma non dispero che domani il verso
riporti alla sua essenza buona l'uomo
se a sè avere non vorrà nome diverso.

Quelle barchette di carta

è una ragazza infinita
come una donna antica
di crepe austere afflitta
dalle quali profumi di vita
sgorgano cantano e si riversano
sull'acqua torbida che soltanto
il riverbero del sole fa brillare.
Non ci sono snelle feluche
candide leggere vele su quell'acqua
al più barchette di carta bambine
di più romantici legni vecchi
di fatica quotidiana
che portano coi suoi canti
nei canali nei casoni
l'umanità che non s'arrende
al bruto bisogno d'ogni giorno.

Sorriso

In attesa di un sorriso
di un si
tra queste mura

tra pelle e cuore
nasce
il senitmento
bello dell'amore

scende la sera
tra foschie e nebbie
misteriose

mi nascondo tra le ombre
in attesa del tuo ritorno

nasce il giorno
e mi immergo nel ricordo
di una dolce notte
trascorsa
tra le braccia
della luna
illuminata dalle stelle
riscaldata
dal tuo amore

mi ritrovo seduta
senza tempo
vagando con docezza
avvolta dal tuo silenzio
felice in un giorno
che non conosce il tramonto!

amministrati gli inferi

hanno dato in pegno
 la nostra bocca
 il nostro seno e i nostri denti

masticazione di capezzoli
 a svenare l'aria.

Lui è basso,
ha un sorriso
bianchissimo da furfante.

un elegante mascalzone
affamato delle nostre sopravvivenze.
 

Qualcosa profondo

ci fossero davvero

tutti quei mondi paralleli
che dicono
dove senti i suoni venire
da dentro e le orecchie sono
beccatelli per orecchini
gli occhi verande sull'anima
mani e piedi piume remiganti
andare vorrei oltre i limiti
a cercare sentimenti
parole musica aliti
e scrivere cantare dipingere
un amore blu profondo cielo
o infinito profondo mare.

L’amore e un’altra storia.

 
 
     Quando mi capitò di parlare per la prima volta dei miei amori, ero ad un angolo di strada su un marciapiede di bar e non desideravo altro che parlare dei miei amori, che allora non erano ancora al primo bacio e non se ne erano andati con il primo treno che restituisce i sogni agli addi. E mentre alcuni raccontavano dei vestiti di carne e dei semi infiniti del melograno dei loro amori col megafono del pianto ed altri col coraggio dell’espiazione e il peggiore persino sghignazzava, io dovevo tacere e sperare che qualcuno m’innammorasse per poterne parlare. Ma non c’erano occhi vicini o lontani a cui affidare uno sguardo che mi avesse a bersaglio.
     In mancanza di storie e mappe d’incontri, dovetti inventarne a tal punto da portarmi dietro persino le carezze più audaci che mi facevo mano a mano che il racconto cresceva dentro me.
 
     Oggi io potrei descriverne le misure alterne: di quelli che t’involano per poco più di un sesso, o gli altri a lungo terminati e mai completamente smessi (perché l’amore è subito o più lento, ma ha sempre un’agonia di luce che da lontano ancora ti rischiara). Giulia Annamaria Marisa Aurora e di chissà quante altre ancora che nemmeno ho colto e resistono al recupero della memoria storna, perchè la marea del racconto è sirena e porta via chi ne ascolta la risacca.
 

Litanie nel tempo

Scordata...una corda spezzata,recisa e una chitarra rauca che sprigiona il suo verso stridente e l' aria ad attutire la melodia.Non sono una musicista,un' abile strumentista,ma accordo continuamente i fili del mio strumento che tutte le mie voci racchiude e conserva nella cassa del petto.Le parole non bastano a rendere i miei sogni eterni,a cesellarli come perle virginee e la paura della contaminazione è tanta...una musica dolce,o anche,perche no,violenta reinventa e solca gli spazi...e culla i miei desideri nell' impalpabile senso delle cose.L' intorno si fa di pane e poi anche acqua...scivolano le mie speranze cavalcandone le onde e abbandonando piccole briciole che si sciolgono nel mio viaggio.Sono le rimanenza dei giorni a sprofondare negli abissi e a consumare la stazza delle mie illusioni...ogni alba perdona il logoramento e mi chiude nello scudo del coraggio;con il fare di una pupazza in preda alla follia estraggo la mia spada per schivare altre ferite..il tempo è mio nemico e schiera altri tramonti e albe volge alla resa.Non finisce qui il gioco...sento il sangue che muta direzione nelle vene e sale nel mio cuore a cucire il dolore.Quello che sento  e che provo è ciò che più mi sfugge...un sole che da lontano mi carezza ,ma che forte scalda il cuore.Non so quanto dista,i miei sensi non ne conoscono la misura e inutile sarebbe contare i passi ...
Non sono qui con me ..le  emozioni mi confondono la pelle,quasi impercettibile l' odore.Una cosa sola c' è,una domanda che pulsa nelle tempie..un segreto da svelare .Io e le mie notti perenni ancora,qui con me nel sonno...

A Nessuno.

domina il bianco la mia pagina
oggi in questa lontana solitudine
e la presenza che non viene
quando senti necessità di bere
segna aspra l'arsura dell'anima.
 
ma vola lontano pensiero ruba
quel sembiante che s'ascende
dalle mie brame assidue forse
spinose ancorché lo son le rose.
 
ridammi oh! sogno il suo fiato
e all'orecchio porta la sua voce
le parole a carezzar la mente
una briccica di spoglia glabra
alle mie dita tremanti.

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