Arte e Comunicazione
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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Razza mediterranea
Lirica di Vittorio Fioravanti
Siamo il seme disperso
frammenti d'una diaspora estesa
Siamo gli scampati oltre il muro
dell'orto franatoci intorno
Razza bastarda
fuggiamo da sempre
lungo i sentieri più incerti
delle patrie scelte soffrendo
sui biglietti d'un viaggio
ormai senza ritorno
Sopravviviamo
forti del dolce coraggio
d'una donna incontrata
quasi per caso
appena all'angolo di un'ora
della nostra vita
Sopravviviamo
forti anche dei figli
del nostro esilio
Razza testarda
ci cerchiamo con gli occhi
l'alito d'aglio
le stanche mani sporche
ripulite ogni sera
e quelle poche parole restate
Siamo un'Italia antica
copia sbiadita d'una fotografia
l'ombra del campanile
che attraversa a tentoni la piazza
lungo le stesse pietre
le foglie frementi sull'albero
di una strada di periferia
l'acqua rossa dell'unico fosso
Siamo in quel grido allo stadio
la stessa gente
Siamo un'Italia remota
l'eco di quel violento '45
Siamo i reduci dei due fronti
la rivincita d'una guerra persa
Qui siamo l'emigrazione
le rimesse e i risparmi
l'eco di quel grido allo stadio
un'immagine fatta e disfatta
d'arduo lavoro e di sacrifici
di scontri e nemici
Siamo un volto rassegnato
uno sguardo rivolto al buio
dell'integrazione
C'è una voglia in noi
crescente come la spuma
d'una calda mareggiata
morbida come il volo lento
d'un gabbiano steso nel vento
le ali aperte
sul fragore della risacca
C'è in noi violento
il rimpianto di quelle scogliere Leggi tutto »
- Blog di Vittorio Fioravanti
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I tre uomini in treno / 2
- Permettete? ...sono Romano Garibaldi! ...e questi è mio figlio José, che fa il calciatore di professione, e andiamo a Milano per un provino.
E diede la mano a tutti, anche a suo figlio. L’uomo in grigio, dapprima esitò, poi alla stretta di mano disse soltanto "Rossi", inventandolo sul momento. Il giovane s’era invece preparato ad ogni evenienza e aggiunse - come prescritto - "...piacere, Lombardo", tradendo l’accento siciliano nella sillaba finale.
L’uomo in grigio, che diceva di chiamarsi "Rossi", si tolse infine gli occhiali oscuri e aprì uno dei due quoridiani, offrendo ai presenti le sue pubblicazioni. Garibaldi prese una delle riviste ringraziando in anticipo, e il figlio afferrò l’altra che aveva in copertina le cosce nude d’una sconosciuta. Il giovane a destra invece neanche si mosse. Guardava fuori, ma nel riflesso del vetro del finestrino osservava l’immagine di quel tale. "Rossi", come gli era parso di udire. Leggi tutto »
- Blog di Vittorio Fioravanti
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Pensa a domani
Non tempo
niente ora
qualcosa poi
già morto forse.
Senza convinzione
né scelte
sempre meno noi dentro.
Terrorizzato
un se
uccide
ignora
triste mortificato sterile
di dare un troppo che non basta mai.
Attento
domani è anche non-è.
- Blog di everhere
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Tutto Passa, Lo So, Tutto Passa
Tutto passa, lo so, tutto passa:
ma dall'oggi alla resa dei conti
c'è un gran muro di pena e dolore.
Spero ancora in un nuovo viaggio:
quella bimba che piange in silenzio
troppo grande ha il buco nel cuore.
In silenzio serrando le labbra
scarto i giorni guardando al futuro
e m'invado d'angosciato sudore.
Sempre attendo che torni la gioia:
quel bambino che piange nel buio
troppo a lungo non ha avuto amore.
- Blog di loripanni
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Cassetti
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Mannara malia
Cosa ti faccio cosa ti faccio
che canta dentro la tua anima
che ulula sulla tua pelle
mi chiedi
è tutta la mia poesia
che allaga le tue vene
è tutto il mio dolore
che germina dal passato
ne insemino le sinfonie di ogni tuo brivido
arranco come un buffone
su tavole schiodate in faccia a bolgia di fiera
suono sistri di follia
mannaro mi racconto al tepore dei tuoi silenzi
è allegria il guadagno
con esso alimenti il mio incanto
è la ribelle e picara
favola di mia vita
che ti brilla come ouverture
lupo ti trascino alla mia tana
mi piace divorarti di insana
malia
freak e marinaia.
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Tu non puoi sapere
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Sincera
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Sic (pensiero)
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