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blog di amara

'ma guarda chi c'è!'

 
 
ho ritagliato il tuo contorno
per posarlo su trent’anni
 
tutto combacia ancora
anche i tuoi occhi -come i miei- più stanchi
anche la tua bocca che sorride
nello stesso modo

xy

 
 
solo dell’occhio è lo sguardo orizzontale
 
l’altra coordinata pesa sulle piante
che conoscono appena il duro, il freddo, il lontano
 
è l’occhio, quindi, a dover  risucchiare

così, senza titolo

 
Il dispetto di sogni retrocessi
a idee bizzarre
mi rotola tra gli occhi e i denti
 
ha un suono appuntito
ammorbidito tra i molari
e fa il solletico sul collo
che  piega di lato
 

in sottofondo una milonga

 
 
randagi su ogni segno al suolo
che indichi per dove
 
incapaci del passo retto al viaggio
 
sbandiamo sui piedi in danza
e ci approssimiamo al nero
dove spicca
la connivenza dei sorrisi

intersezioni

 
 
la palpebra bistrata è una prospettiva
che confida il desiderio all’accidia
di questo caldo
 
ne sorridono  la mano
e il riflesso di due occhi castani
 

via da lì

 
sempre è un anello di metallo brunito
viene prima di poi e dopo il già stato
è  quella  fusione goccia a goccia
nella conca delle mani
fino al foro che scola sui piedi
e lì
aspetti altre stimmate o muovi

23 - (la) superba

 
pensa di non dovere altro
che la sua bellezza
 
non si trucca, non invita a pranzo,
 
sa che dal verde all’acqua il tratto è breve
e non c’è tempo per farsi davvero amare

temperato

 
sai dirmi parole che mandino il cuore
all’acqua?
 
 
va bene, resto qui
a piegare il quotidiano
in angoli da navigazione              

il modo mio

 
 
C’è sempre questo voler costruire
balconi appesi all’aria e ballatoi
su scale che scendono soltanto
dove strisciando le scope sulla ringhiera
si pensa di annientare la polvere di casa
sputandola al cortile

anche senza condividere

 
 
Un cordoglio di venti mancati
accompagna da lontano
il feretro
 
Fedele all’immobilità
attende la sepoltura per svestire il nero
e darsi pieno ai fiocchi
sulle prue del coraggio

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