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blog di baluba

Estratto

Estraggo/ ad uno ad uno i cassetti del comò, e li richiudo/
perché non c’è più niente
tranne/il mio primo milano, la cotoletta/ una traversa conosciuta/ quando ciò per cui ero salito è il gran lesso a casa tua.

prima di ricomparire

Dalla cucina i profumi del ragout

portavano ansia-novità

s'era ( a malincuore i miei)

sostituita la cuoca

:

la vecchia con la camicia della figlia.

 

Tremai, tutto il pranzo

poi, nella pineta i picchi

scavarono, nidi di felicità.

Ottusa mente

prima di ricomparire:

Lucida

Lucida del corpo
primordio che sa
della mente figlia
un’amante stria
paziente, fremiti
al suo uomo.
Non è giorno, sera, notte.
 

Mondo equo

I petali

  Sono stata presente.

Quando hai potuto.

 

  Filtra, il ventaglio

di voci le colline.

Desideri nolenti.

 

  Le nebbie, scendendo

tolgono velo alla valle.

Ai mandorli strenui.

 

Oh mille intendimenti

Già dalla porta a vetri, smaltata dal sole

sul passaggio dall'aria del  marciapiede disciolto

ai venti gradi del salone

di un grigiobianco marmoreo

appena scorta

avrei voluto essere il lift

tra i rossi delle tue unghie e le labbra.

 

Oh mille intendimenti,

Quel giardino robusto di un vialetto di sassi

Ho male qui, e qui, e lì

forse questo vento, la pioggia delle solitu-

dini, i nocciuoli pesanti

bagliori accorati, improvvisi

inutili pomeriggi.

El Cipulin

El cipulin che s’ea iscrito
a la gara internasionale de ciclismo
che se vide rifiutato
che ciarivò la letera
lei non è gradito
s’arabiò, se dixe
quest’altra volta, bada ben
te scrivo a la gara de podismo

Dovrebbe, il giorno

Non c’è altro
che uno spazio,
non c’è, non c’è

oltre l’atmosfera
che polvere miscelata
impastata diversamente coi gas, e freddo

è freddo
nella carne
la sera

dovrebbe, il giorno, scappellarsi
dal ridere

Lasciami

Lasciami, negli occhi un drappeggio
scendere lenta la mente, il magma
del fine scala.
il mal di pancia tuo così simile al mio.
perdiamoci, visto che già siamo persi
di inconsapevolezze sfrenate.
forse ritroveremo sul pavimento, forse appoggiato al risplendere di un lavello d’acciaio,
sul fondo di un bidè o di una vasca, il denominatore
comune dello strazio: fragilità opaca, Leggi tutto »

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