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blog di Ezio Falcomer

Come un gatto sclerato

Ti amo ogni minuto
vorrei inventare
ghirlande di parole
per te
cucinare sapori
alla bajadera
riderti di mie suole
distratte e claudicanti

La spesa

I robot si scassano
ammiccando,
in fila alle casse,
a scampoli di morositas e mon chéri,
estenuati
da brusii di desiderio vacuo
senza potenza.
 
 
Allora
meglio trasformare le catastrofi
in occasioni
trasandate e spavalde
 
 
sale giochi
per bimbi parcheggiati
da dei eclissati e distratti
 
 
far esplodere strutture
fuochi fatui di cancredini
 
 
e cantare fra
dharma salsedini e filetti di alici
marinate.

Reality

L’Essere inspira
illuminato
da mille rifrazioni
trapassato
da aghi e filamenti
da aculei e da grafite
da vitree aguzze schegge
estranee.
 
L’Essere aspira
sognando cime
picchi di storia e di gloria
sommità di solitudini .
 
L’Essere espira
stremato da pozzi
di arsura
sfinito da paludi di calura
dilaniato
da sciabolate intestine
da braci rabbiose
tizzoni schizzati
straziati da imprecazioni
nidi di uova e di urla
pullulanti
covate di creature
pigolanti reciproci
estranei linguaggi
coltura di ofidi
e scorpioni
anfiteatro
di legioni
di sensori disperati di luce.
 
Inspira, espira
e spira
svuotato dimentico
stupito da tanta
abbondanza
di illusioni.
 
(estate 2007)
 

Farnetico di te

Ti nutro
di abbandoni
di suoni ovattati
nutrimi
di carne
di un manto di crema
di caldo teorema di peli
farnetico di te
che mi sveli
dove abbrancare
il tuo fuoco di onde
dove gettare
il mio stupido incanto
che famelica furia
nasconde.
 
(febbraio, 2009)

Benzodiaze

Stridono ore
nella biacca dello ieri
e un allarme di ipotesi
nella pace del presente
 
si sfarinano minuti monchi
 
rastrello eventi
estremo vegeto onnivoro
nello sciacquio della notte
calma luce di selvaggio
 
maciullo unghie
e strepito su campi di parole
pallore ipnotico delle pagine
apoteosi di eventi
che svetrigliano il sonno biochimico
 
fin quando cede
qualcosa
e il nulla orfico osmotico
mi abbatte
resa al naufragio
 
sfrego ultimi vagiti
in braccio alle brume
 
e la bestia
sfrana in antri
madidi e oppiati.

Ho sgommato

Ho sgommato a manetta fino ai bordi
di mia lurida e fantastica esistenza
per incrociare i vostri occhi
Afrodite di favola milesia
esala profumo d’asfalto
contro arazzo gotico fiammante.
Quar en barzan no us enverse
Madonna, nulla me lo impedisce
ispirata, dettate a me
strazi di labbra mangiate
pesca maleducata
vi assaggio, regredito pisquano,
perduto fra un asterix e il mahabharata.
 
 
(il settimo verso è preso da "Ar s' espan la flors enversa", di Raimbaut d'Aurenga; colonna sonora, “Born To Be Wild”, degli Steppenwolf)
 

Ebbro Ebro

Con questa camicia nera
sfondando vetrine di ovvietà
piogge fangose
sui miei bracieri di anarchia
ho camminato il mio miglio verde
per averti al prezzo
di un'elegia di luce e sinastria
senza di te non sono nulla
nell'uragano rigurgito sangue
e matricidi di civiltà andate
il mio vincolo è un tatuaggio
sull'odore della tua pelle
krishnamurti al kamasutra
del tuo incanto di fata celtica
piovuta su una terra
di silenzi e tori
sacrificati.

Lejos

Come un lupo mi aggiro
nella notte
saturo di coscienza
nell'attesa di spegnermi
e separarmi da figure parole eventi
 
dove sono i tuoi fianchi?
 
felice la mano
si poserebbe
lieve
calda neve
sui tuoi colli addormentati
 
moriria feliz
a tu lado
mi amor.

Aspettandoti

Aspettandoti
perché sei il mio pane
la mia nicotina
l'argilla che le mie mani formano/sformano
indiscrete
 
perché sarai lì e basta
 
e ti guarderò
da sempre straniera, da sempre conosciuta.
 
(febbraio 2009)

Vado tre mesi a Dubai

Vado tre mesi a Dubai. Lavorerò come addetto culturale all'ambasciata italiana. In realtà agirò per la Cia a tempo pieno. Devo sorvegliare alcuni tecnici egiziani che lavorano sotto copertura per l'ambasciata cinese. Il problema è che, abbiamo il sentore, i cinesi a Dubai utilizzano gli egiziani come collegamento a degli uomini d'affari pakistani a Karthoum dove, abbiamo il sentore, potrebbe esserci un punto di partenza di un traffico d'armi a triangolo tra Caracas, Baghdad e alcune cellule affiliate ad Al Qaida localizzate nel Kashmir. Abbiamo il sentore che alcuni elementi di Al Qaida nel Kashmir operino autonomamente nel traffico d'organi proveniente dall'India, in collusione con gruppi della mafia russa che hanno stabilito una testa di ponte nell'UE, precisamente ad Anversa, tramite un prestanome che gestisce un ristorante greco, da cui si irradia un flusso di eroina che ha tra i suoi principali punti di smistamento al dettaglio Los Angeles, con base nel quartiere vietnamita da dove, abbiamo il sentore, partirebbero sospetti movimenti di diamanti acquistati con denaro sporco. Tali diamanti, abbiamo il sentore, finirebbero a Dubai, dove appunto ci sarò io. E nessuno avrà il sentore del collegamento finale.

(novembre 2008)

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