Anonimo

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

blog di greamer

il senso scarlatto del potere

aveva l'odore della carne e dell'aurora. se le due cose si fossero potute sentire vicine, sullo stesso piano, si sarebbero confuse inalando lo stesso senso roseo e sensuale. si muoveva ondeggiando e stemperandosi nelle lenzuola come fanno le bianche nuvole di marzo quando girano  sopra la testa sfilacciando il cielo blu. sulle labbra era apparso un movimento appena percettibile di vittoria, sì, il colore rosso  ne aveva proprio la forma. La forma del potere. una linea appena allungata divideva la bocca e si rialzava agli angoli creando due minuscoli punti ombrosi. piccoli, ma unici, nel resto del rosa. due piccoli punti potevano spiegare, contenere, realizzare...  tanto senso scarlatto  di potere?
ma poi, se si seguiva il suo sguardo, indugiando lentamente... lentamente.... lentamente...e si raggiungeva l'altra sponda del giorno, dove i raggi aranciati zigzagavano sulla schiena inerte, dove il respiro raccontava ancora di guerra, dove il calore si confondeva con la  resa.....beh, proprio lì stava   il suo sigillo. il suo regno. allora si, che si riusciva a  capire quell’insostenibile, rosso, turgido,  sorriso di conquista.

senza sacrifici di tempo

...l'estate era ancora lontana, continuava  la fredda insistenza del vento, ma a volte  febbraio ci  regalava delle giornate uniche che non potevo lasciar passare senza un diverso coinvolgimento. allora  mi capitava di camminare per ore e ore. scendevo sul sentiero che portava alla salina e mi piaceva farmi abbagliare dai riflessi accecanti che il sole  creava sulla spianata bianca. era come se mi cancellasse tutti gli affanni in un lampo d'assenza. poi la spiaggia si riprendeva i suoi contorni e la fotografia che ne ritagliavo era pregna di quell'odore di giorno sciolto, senza sacrifici di tempo.un caldo giorno di febbraio, unico e vissuto,  senza sacrifici di tempo...
 
 
 

poterti tutto bere

ti vedo ed è ovunque
guardarti
bere dalla tua bocca l'acqua
che puoi darmi
aspettare
l'addio la sete ovunque
è aspettarti
nuovamente l'acqua ma
non sempre
dove mi fermo e ti vedo
poterti tutto bere
è amarti
 

di mistero e di domani

cercata  la meraviglia nelle pieghe
di un destino
 i vestiti  sul lungomare
a svolazzare in bianco e nero
 mentre i treni passavano tra le palme
a dirci addio
 le luci sulla terrazza tremolavano
canzoni
 
era l'odore del sesso sulle mani
che tornando a casa sapeva di
mistero
e dei nostri  inafferrabili
perdoni 
 
 
 

il domatore delle ombre

...paragrafo quattro. luce che si adagia sul libro. pagine a metà tra la chiarezza e l'ignoto. rumori per strada. vanno e vengono delle idee frammentate che non riescono a fare presa. la mente corre dietro a quel puntino nero. poi lo lascia e si sposta , dietro a quella riga che sembra disegnare qualcosa. c'è un quadro storto (forse facendo le polveri?) e non me ne ero accorta. dovrei alzarmi e rimetterlo a posto, ma non ne ho voglia. lo fisso, forse si sposterà da solo, forse si rimetterà dritto, senza la mia mano. di nuovo quei rumori là fuori. la strada è un circo pieno di acrobati, tutti in giro avanti e indietro per farsi notare. io sono il migliore! io, io, ioooooooooovruuum.  spariscono tutti al di qua e al di là del viale. e il domatore delle ombre resta a guardare....

eccomi tornata all'amore

vieni, siediti su queste rabbie
scomposte
ho solcato i cieli dell'intransigenza
ed eccomi tornata all'amore
per fare posto ai tuoi baci lascio che
le foglie ingialliscano
e la polvere attraversi la graniglia
penso che lo zafferano stia bene
e siano felici i mandarini
non vedo rancore tra la salvia e
l'alloro
e mi faccio amico il rosmarino, il sale
e l'olio
solo perchè c'è vento sulle scale
non vuol dire che sia marzo
nè aprile
vieni, siediti su queste rabbie
sconfitte
ho solcato i cieli dell'intransigenza
ed eccomi tornata all'amore.

la magia dei lontani orizzonti

è la magia dei lontani orizzonti
quella linea accecante
che confonde
le sagome nebulose dei
viaggiatori
sulle strade
sono i suoni che rotolano
in gola
per giorni e giorni
arrivando alle cime estatiche
del nord
tra gli umori delle rocce
e i latrati dei cani
ogni pietra crepita gioia
nel sole della prima
preghiera
mi chiedo chi ci sia sotto
le corolle
dei fiori coraggiosi
di gennaio
forse sono gli spiriti
dell'altopiano
e ricamo un saluto per loro
sulla brina
prima di sentirmi chiamare
in un tuono
 
 

poveri uomini che siamo - per la giornata della memoria

poveri uomini che siamo
ignari della grande bellezza e
del mistero
vittimecarnefici del viaggio
che ci lega alla meta astrale
dove archivi di preludi divini
stanno ad attendere
segni di coscienza
che tardiamo a rivelare
 

diario di un tempo di sabbia

...a volte scrivo per non essere lontana dal mondo. per sentirmi come sabbia in una clessidra, continuamente ri-rovesciata, con la testa sottosopra a  "colare" infinitesimali particelle di me, silenziose e fini che, una dopo l'altra, si rimettono in cima, nel cono del tempo.  scrivo quando  il silenzio di questo luogo è interrotto solo dal russare  del mio gatto e dal ticchettare della tastiera e le sagome scure degli alberi esterni si sfaccettano sui vetri,   offuscati palcoscenici invernali che sanno solo di gelo. scrivo parlando  ad amici invisibili, ombre cinesi che si materializzano nella consistenza di una sensazione o nell'effluvio di un ricordo. scrivo cogliendo il  frutto delle parole di altri che ho letto, a mia volta assorbito, fatte mie dentro come in tanti dialoghi di gioia e di abbandono. a volte scrivo perchè le lettere si leghino e formino parole. e le parole sensi. di vita.

le tue rinunce senza nome

mi pesano  le tue rinunce senza
nome
le ombre cinesi dei tuoi
nemici
le euforiche ricadute dei sensi

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 8129 visitatori collegati.