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blog di Ladybea48

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Non chiedermi niente,
non parlerò,
ascolta soltanto

il mio silenzio.

La partita

La vita è un azzardo
da giocare al tavolo verde.
La vita è un grande rischio
e la partita va giocata
in modo che l’avversario
non possa mai scrutarti
in viso.
 
Ma se ciò accadesse
allora che faresti?
 
D’astuto giocatore, qual son io,
con quattro mosse
lo stupirei piantandogli
negli occhi il mio sguardo
e visto che imbonitore sono
l’incanterei, dimodochè
il gioco non vinca mai.
 
Ma è disonesto!
Certo, lo so!
 
Ma se in questo modo
io non faccio
son sicura che non mi salverei.
Disse la mosca al ragno.
Ah, ah, rispose questo,
vedi amica mia,
ch’io senza manco
aver alcuna mossa fatta
la vittoria l’ho ben
che conquistata.
Tu, nella mia tela sei venuta
ed il mio fluido che magico non è
ti ha intrappolata,
così di te stasera
mi faccio una grande e bella
scorpacciata.



Sono farfalla

 
Sono farfalla inchiodata
e tu il collezionista
che l'ha impalata.
Provi e riprovi
a schiodarmi dal cuore
ma vedi caro, dolce amore
non lo permetterò mai.

Fino a

Dietro al salice frondoso,
nell’angolo più remoto
del suo profumato giardino,
trepidante spio cosa fa
il mio amore adorato.
Eccola lì, sotto il buio patio,
la mia bella signora che nella notte
se ne esce a rimirar le stelle
e tutto ciò ch’io posso vedere
sono solo i suoi lunghi
e ricci capelli d’oro.
Mi piacerebbe prenderla
tra le mie forti braccia
e cullarla, dimostrarle
che la so amare.
Ma lei che farebbe se provassi?
mi odierebbe se un bacio
osassi darle o forse
si scoprirebbe un po’
innamorata di me.
“Conosci la risposta”.
Una volta lei mi disse.
“Io non potrei amarti”.
Deluso ho ribattuto:
“Sei così bella e ti
desidero tanto, che non mi
importerebbe affatto se anche
non m’amassi com’io t’amo.
Ti prego e ti supplico dimmi
qual è il nome dell’uomo
che odio così tanto
e per te invece è
il grande amore”.
“Lo sai che non lo posso
dire perché un segreto
deve rimanere, e anche
se mi fa soffrire,
quell’uomo io lo amo
tanto da impazzire.
Perciò, caro amico, lasciami stare,
il mio amore a te
non posso proprio dare.
Il mio cuore a un altro
appartiene che lo terrà
in pugno fino a che dovrò morire”.

S'affaccia l'alba

L’alba s’affaccia di già
e ancora non è pago
il desiderio di noi.
 
Sono isola nel cerchio
delle tue calde braccia,
mare agitato dell’attesa.
 
Stuzzica la lingua
l’ordito delle labbra
mai sazie di baci.
 
E tu giocoliere d’amore,
già nascondi le dita
tra frementi anfratti,
si fan musica i sospiri,
preludio di un valzer

senza fine.

Un tempo

Correvi, cantavi, ridevi,
al vento, al mondo gridavi
la tua gioventù.
Un tempo.
 
Su campi di viole,
baciata dal sole,
di rugiada e d’amore
i seni nutrivi.
Un tempo.
 
Felice ancora sognavi.
Poi, una spada come folgore
la giovinezza ammazzò.
La gioia dal petto squarciò
precipitandoti fuori dal mondo
nel buio profondo.
Un tempo correvi, ridevi,
ora…non più.
 

 

Primo incontro di sguardi

 

Primo incontro di sguardi,
un viaggio nel centro
di sogni incompiuti.
Intrecciata rete di destini,
attimi di vita ancora da scrivere.

 

 

Alla fiera

Alla fiera comprai
noccioline croccanti
da sgranocchiare in fretta
all'angolo di strada.
Alla fiera, per una manciata
di spiccioli ho venduto
illusioni e sogni.
Odio le fiere.

Il dubbio

Un poco alla volta la mente si snebbiava e come in un film, fotogramma per fotogramma, rivissi il viaggio vacanza-lavoro in Russia che mi ero concesso l’anno prima. Allora la fissai ad occhi spalancati pronto a gridare il suo nome, ma accidenti a quel bavaglio che me lo impediva.
Lei si fece più vicina portandosi con il viso all’altezza del mio, scrutandomi con quegli occhi di ghiaccio, mi sputò in faccia il fumo della sigaretta poi, ridendo, disse: <<Ecco, bravo, hai indovinato!>>   Stizzita si raddrizzò e con il piede prese a pestare il mozzicone che aveva gettato sul pavimento, quindi con un movimento rapido mi prese il collo del maglione e si mise a scuotermi come fossi lo zerbino del benvenuto che si mette davanti all’uscio di casa, sbraitando: << Dov’è, dov’è. Ti decidi a dirmelo!>> E io strabuzzando gl’occhi e mugugnando cercavo di farle capire che fino a che non mi avesse tolto quel maledetto bavaglio non sarei stato in grado di parlare, anche se non capivo ancora di cosa.
Finalmente dopo tanti sforzi pareva averlo compreso perché me lo strappò di bocca e puntandomi un dito lungo, lungo sul petto gridò: << Giusto! Ora ti decidi a rispondere.>>
La guardai dal basso all’alto con un sorriso ebete stampato sulla bocca. << Ciao Olga, come stai?>> << Come sto un corno, ti vuoi decider  una buona volta a dirmi dove lo hai messo?>> << Ma messo chi, cosa, C . O . S . A…>> << Senti tesoruccio, non fare lo gnorri che con me non attacca, se non cominci a dirmelo giuro, giuro che ti faccio un buco in testa, così impari.>>

Dilemma

L'amo,
non l'amo,
ma se l'amo
perché allora non dirlo?
Se lo dico
lui mi crederà?
Che farà, m'abbraccerà sorridendo
e dirà : "anch'io, anch'io!"
Se invece non lo dico
mi guarderà frustrato,
senza aprire bocca
mi lascerà così
senza una carezza.
Che dilemma, un gran dilemma.
Però è difficile che l'amore
finisca con un battito di ciglia,
ma, che senso ha tacere.
Beh, intanto io l'amo.

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