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blog di Manuela Verbasi

Cose Così [bla bla bla]

Parlarci per ore, fra battute ed altro, produrre un numero esponenziale di parole che legate divengono considerazioni, motivi per riflessioni da portarci in tasca per almeno due giorni, sviscerarne i doppisensi, crearne quando non ve ne sono...
un gran lavoro se vogliamo, a cui non opponiamo resistenza.
Concatenandosi i pensieri di uno e dell'altra producono altri pensieri, infinite possibilità di ragionamento. Inserendosi nella mente, questi ci costringono ad affrontare prima di tutto noi stessi, le nostre fobie, i nostri blocchi ben nascosti, le cose che preferiremmo accantonare o che da soli non vediamo, riprese e portate in superficie, quindi neutralizzate, o, fatte fiorire se sono germogli. Ramificazioni, come quando un sasso buca il parabrezza.
Capire noi rivedendoci in un altro essere umano (la specifica è d'uopo), apparentemente diverso eppure così affine, scoprirsi nelle analisi di sensibilità ricevute e rese, fa salire di un gradino se si è in un percorso paragonabile ad una scala. 

                                                                                                                          Manuela

Cose Così [dalle finestre]

Lo stesso odore dopo ch'è piovuto sulle rotaie del tram che hanno divelto gli asfalti. Da sopra, dove sono, cupole di nylon sui raggi piegati degli ombrelli rotti. Il numero importante di raggi verso il centro mi dice siamo davvero in crisi. Quanto costa un ombrello non di marca, cinque euro?
Su chi cammina in fretta, un'acqua fresca s'accanisce di strisce trasparenti e vento.
Vento ai mal di gola.
Un cane porta il padrone al guinzaglio, uno tira e l'altro si punta.
Questa è Mestre, signori.

Manuela

Cose Così [di mussola]

S
    connessa
vago con la consistenza di un ectoplasma dilatato da una lente verde.
Il peso soffocante dell'amarezza
fa che

Cose Così [pathway in monet's garden]

Cose Così [di rosa e d'azzurri]

Possono gli azzurri incontrare i rosa, allontanarli dagli infiniti toni di grigio degli ombrelli rovesciati. Raccoglierli dalle ombre dei fiori sfogliati e secchi, spruzzarli di rugiada brillante. Sostenerli.
 
Felicità è un raggio di luce che punta al petto, sulla sinistra, il cui riverbero risale come freccia, al centro finanche la gola a riempirla.
 
E' lo starti dentro, la salvezza, lo starmi sempre tu, come una canzone nella testa che non vuole andare via, sorriso sospeso di occhi in amore.
 
Manuela
 
 

Il verde

Il viola

Dovessi scrivere un colore, deciderei il viola, lo porrei a spirale come un valzer lento, gli darei un'anima di vetro, lo intingerei di mirtillo. Avrebbe la forma dell'uva e il gusto pieno e ripetuto del mare in tempesta. Baluginato e diluito in boccette rifinite come fianchi, sottomesso agli slanci ellittici,  in  variabili spaziali di funzioni lisce, sarebbe ordigno prugna a coinvolgere o sconvolgere.
 
Manuela

Cose Così [al passo calmo]

Altalena di spifferi e di timo, nei ti amo a chiuderci in strette di foulard setosi. Sottopassi dove seminare glicini, vendemmiarli bocca a bocca. Il labbro si piega ad arco, muove un sorriso naturale al passo calmo. Schiude la pioggia agli ombrelli e agli attimi di pelle rasenti ai muri, l'assenza. Già ti cerco il viso, fra le comparse in movimento, tu fermo, coi piedi nello zucchero, i sensi in paradiso.
 
                               [sono quella che si sbraccia, immobile]
 
Manuela

Cose Così [all'infinito]

Con le mani
che ti prendo e affondo
             in secchi d'acqua piovana,
irroro i polsi e inumidisco
             le ossa fino al midollo.
Brividi,
costretti in corone di rovi,
confusi al verde e
             al nero delle more,
muovono in farfalle.
                        Sono lenzuola, ancheggiano
                                 in danza perpetua sul filo.
Ho il coraggio dell'amore dalla mia,
                        mi sussurra e
                                  mi trasporta dentro te.

[all'infinito]

Manuela

Cose Così [la casa bianca]

E' un bosco fitto che si staglia sopra il bordo dei miei occhiali, torma di conchiglie bottiglia su radici di terra rossa. Un movimento ondulato, come di rondine a planare, sospetto primaverile con in tasca  germogli acerbi.

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