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blog di Manuela Verbasi

L'amor foresto

 
Calle celata ai distratti
ricolma d'afrore pungente
Scorcio notturno, riposto
gerani vivaci e piovasco
 
Frenesia d’amore “foresto”[1]
brama scarlatto sipario
Petali dischiusi, lamento
respiro corto d'alito lento
 
Luna si fa altalena
schiava d’amore in piedi
Arpeggio delizioso, dita
flebile  lanterna antica
 
Manuela
 
[1]  (non della zona, non di Venezia)

Cose Così [di neve 2]

Stai al di qua dei miei abbracci
tra brillanti di neve per terra
nella gioia dei tuoi occhi dentro
lo sgabello ai piedi di due ali
e io vivo,
per sbocciarti fra i rami

 

 

 

 

Cose Così [ieri&oggi]

Così, pensavo oggi
facendo finta di niente
chissà se stavi bene, ieri
così, tra le mie braccia

Così, pensavo ieri
che era ormai domani,
chissà se stavi bene, oggi
così, tra le sue braccia

 

Manuela

Cose Così [di labbra]

Le tue labbra

arrese  nella gioia
dal battito più lento
s’obliano d'un rosa caldo
in cui tu sei il mio centro

sanno l'incanto del silenzio
la potenza ineludibile
lo straripare blu, la notte
d'un letto di brezza tiepida
a stringerti il respiro
il sospiro
la danza

petali schiusi d’alba
di generoso amore

Manuela

Nobiltà

La notte si sfalda
in giochi d'ore stinte
dove il sogno interrompe
ogni pianto ancora prima
che giochi in allusione
voluta di pensiero.
Immorale e maestosa,
pallida di solo amore
sono, sarò... antitesi
sussurro d’estasi ed oblio
brezza tiepida elitaria d'ali
attorcigliate al desiderio
per sorriderti leggera.

Manuela

 

Cose Così [di neve]

Sulla curva della mano
vuota d’altre bocche
respira di gioia

un cielo saettante
di piume che cadono

è amore, Amore
questo tuo mancarmi

Manuela

Cose Così [istanti fuori]

Stupisce ancora l'eufonia
l'ala del respiro che odora di carezze
il ticchettio dell'acqua sui tetti
deliri riversati in tremori, istanti fuori
scorro, come fiume nella grondaia

[scopri le ginocchia, aprile un po']

Tento le falde più dense la notte
mela sospesa tra ciocche ribelli
scivolo nella gola della terra
la stessa brace che l’inferno

[dei miei colori sarà l'alba]

 

Manuela

Gli orchi sono donne

Gli orchi sono donne, capaci di violenze inaudite su bambini incapaci di difendersi.  Ho appena visto un video dove viene torturata una bambina, colpita, umiliata, vilipesa con una malvagità che è difficile da capire. I tg che hanno fatto vedere il video sono stati ripresi e costretti a ritirarlo. Penso invece che in questo mondo marcio, di violenza quotidiana, non solo sia auspicabile, ma obbligatorio mostrare le barbarie di cui esseri schifosi si rendono capaci. Un appunto agli organi d'informazione che le chiama "maestre" "insegnanti"... non sono esseri umani, di certo non insegnano, serve un termine che dica bene cosa sono.
Non vedo ancora molte poesie dei soliti che le scrivono quando c'è la notiziona... ne ho vista una oggi, una sola...
forse che siamo troppo sgomenti per scrivere? Si è per questo che oggi abbiamo scherzato e vissuto come anche ieri, come domani... quasi rassegnati e muti alla violenza che ci investe.

Penso alla morte, anche a farla arrivare lentamente con sofferenze pari a quelle elargite, io ferita, io delusa, io senza dio, io comunista.

Manuela

C. Monet Ninfee


C. Monet Ninfee

 

Vesititi di petali a galleggiarci attorno, una tovaglia acquosa sospinge nembi fra isolotti di frittelle. Scoppia la danza dei contro corrente, in balia dei boccioli insinuati. Sfuma d'indaco la seta della tovaglia, il rossetto è una conferma determinante e marchia i contorni nei soffi caldi. Poggia sul fianco il sereno di un sorridersi, vagheggia trepidante il pomeriggio prima che sia soltanto sera, ci copra le spalle e ci scopra ventagli di carta a graffiarci la schiena. E' pace di lucidità a dondolarsi tempo, l'arrendersi complici del bianco, al silenzio di una notte in divenire.
Manuela

L'amore mio

Timido s'annacqua d'uno sguardo perso nel vuoto appena davanti. Un raccogliersi le spalle in una malinconia calda,  una trasfusione di sentire, nel tocco delle mani benedette da un sorriso. Riprese le redini, deglutito il pane e il crudo del mattino, le tessere spostate di un puzzle difficilmente tornano al loro posto. Vorremmo. Odora la pineta d'estate, odoro anch'io. Ha il palmo lucido,  come anche gli occhi degli attimi in lontananza. Pesa questo cuore. Guarda ancora il vuoto, disperato, in preda all'amarezza. Suda l'inverno di vertigini, il desiderio, le carezze, l'amore, la follia.
 
Manuela

 

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