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blog di maria teresa morry

25 - Non c'è bellezza maledetta

 
Ho provato molte volte  a scrivere di te
come fossi l’angiporto di Padova est
magari con gli stessi  colori di bassa periferia milanese
immedesimati dalle case popolari di Novara,
case anonime ovunque alle cicatrici dei centri storici.
 

Te gò credesto

Te gò credesto,
vardàndote ne 'i oci
che ti gàvevi beli, ciari,
de un azuro fin.

Ti me spetavi in campo
Puzà sul posso
Un gato te vardàva
Da drìo a un camìn.

Rari momenti del pensiero

Rari momenti  del pensiero
lento come testuggine
seppur cosa incompresa,
di colpo si schiara.
Sol per l’appiglio
vero  picciuòlo di frutto,
l’intero sentire s’affaccia
nel volto  suo nudo.

Izet SaraJlic' : " Un secondo amore"

Un secondo amore
 
 
 
Se in me  un giorno, quando che sia, spuntasse un
         secondo amore
farebbe fatica  con me.
Dovrebbe avere lo stesso viso del mio primo  amore.

18 - Reggio Emilia

Reggio Emilia
caldissimo pomeriggio
nella campagna tua incolore.
Nessun albero
campi
nessun albero
campi.
Un treno attraversava
l’arsura della  tua breccia.
 

Izet Sarajlic' " Ancora una notte"

Vorrei continuare ancora in una proposta di questo poeta  bosniaco, a mio parere di vero valore. Sempre dalla recente raccolta " Chi ha fatto  il turno di notte" (Einaudi  2012) , ho scelto  " ANCORA UNA NOTTE", poesia del  1955.
 
 
 

Lo stridìo di specchi

Laddove tu senti il frammentare
quasi stridìo di specchi
o vetri della tua finestra
forse è il ricordo mai perenne
del dolore e della spina.
Non stupirti delle pozze vaste
di sentimenti
che in cuor tuo colgono voragini.
Puoi aprire ancor più
e ancor più affogare

Tu ed io felici

Come mi piaceva, quanto mi piaceva
arrivare all'orto di John Lee
con le violaciocche sempre stillanti
della prima pioggia serale
nella benedetta terra di Perth.
Davanti alla sua casa
il tappeto di frasche secche
ed il secchio delle foglie
il cumulo di torba
per la stufa cieca.

Proposta di un poeta: Izet Sarajlic' ( poeta bosniaco 1930- 2002)

Pensieri brevi veneziani

Il muro  già mi sporca
di colore, gratta l' intonaco
pare grosso  zucchero.
 
Le punte dei miei piedi
sempre veloci
tra ponti e calli
e poi ancora ponti.
 
Medito sollevata ai barbacani

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