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plenilunio

Aveva dimenticato la porta aperta. Come sempre. Cazzo, si diceva, mi devo rialzare! Le gemelle luci lampeggianti a turno sembravano piccole stelle sorridenti, ammiccanti riposo e sesso. E invece, doveva alzarsi. Non sbuffò nemmeno, era abituata ad incassare e ingoiare noiose routine.

La Rosa gialla di Auschwitz di sirenell-uk

È con questo nick che ti conobbi in chat alcuni anni fa.
Era l’estate del 2005.
 
Faceva molto caldo e gli esami di maturità erano appena terminati, io sempre in commissione. 

Da un cielo sereno

Da un cielo sereno,reclusa
nel pozzo della memoria
oltre la grazia del capelvenere
a tratti,tu,ancora
mi sorridi,tremulo ricordo
più bella di Ermione.
 
(in memoriam di Jole Cappiello, mia prima moglie)
 

Gilberto Fanfani

Ultimo Nietzsche

'Oh cielo sopra la mia testa!
Oh tu puro di luce
profondo abisso!
Di divino desiderio
nel contemplarti tremo!'
'Gioiscono i cieli,
trasfigurato il mondo.'

A un tale combattente
doveva pur Iddio
l'onore delle Armi.

Note: le frasi della prima stofa le ho trovate negli ultimi scritti di Nietzsche.
L'ultima strofa è un mio pensiero, e Iddio in particolare é il Deus Sabaoth,
Dio degli Eserciti del Vecchio Testamento.

 

Gilberto Fanfani

Er fiume bionno

Da sopra ponte Mollo
in stà città
dove tutto passa
ma sembra sempre eterno
al venir
del generale inverno
come un Modigliani
me stiricchio er collo

Stasera
dall'alto de sto scranno
m'attardo con piacere
a guardare er fiume bionno
che incazzato veloce corre
e non se da pace
creando
nell'acqua limaciossa
un par de ghiricorò
e quarche tonno

Nell'aria tutto tace
solo er ricordo de n'antica estate
me ronza nella testa
facenno si che un ricordo
triste m'arridesta
ner rivedemme ancora regazzino
sotto la Mole
a torso nudo
sparappacchiato sotto un pino
coi carzoni corti
a fa a serciate co er rione Monti
poi sera con l'amici mia
de ciriole
se n'annavammo a pesca
ussanno un francescano come esca

Mo er tevere è diventato
un vero monnezzaro
pieno de m...
e materiale vario
e da quassù sopra er parapetto
a vorte me pare de senti
la voce sua che parla
dicendomi
de anna in saccoccia a pialla
perchè
me sò stufato
de portà sto peso sulle spalle
vergine a monte
e deflorato a valle
me sò arrugato
de corpo sò invecchiato
no me lamento
pe sto mio eterno
e greve movimento
lasciateme passa che sò romano
d' arrabbiame chi me lo fa fare
perchè sapete gente
er tempo mai non mente
perchè pe corpa vostra
a brutti barbaggianni
sò più de tremilanni
che me vado a disinfettà
le palle ar mare

 

 Leandro Vegni

Domani

Stamani alle quattro
mi sono svegliato
un caffè
e il viso mi sono rasato
Era notte
da una finestra appannata
il cielo ho guardato
l'alba era ancora lontana

la mia Stella
era li
che ancora brillava
mentre lentamente
il giorno avanzava

Con la faccia triste
e un po' stanca
veloce stridevo
dell'auto la gomma
mi recavo
al lavoro alla banca
divorando strscie
di strada asfaltata
volevo far presto
per risentire
un pensiero di donna
da sempre appesa
a un filo
di un arpa dorata
che suona una melodiosa
nota d'amore

Nel piazzale
con le luci ancor accese
ha un tratto
un forte sconforto mi prese
pensando
al quelle solite facce
mi diranno di nuovo buongiorno
mi offriranno
un altro caffè
pur sapendo
che nella mia anima
non è questo il mio mondo
mentre confido
le mie pene di cuore a un amico
già sapendo che metterà
nella piaga il suo dito
E' sera e tutte le anime vanno via
ti penso
poi resto solo con la mia poesia
forse domani trasloco
porterò via le mie cose
dal compter cancellerò le mie prose
stare qui è un melanconico strazio
alla vita
ho già pagato il mio dazio
in cambio di due ali di carta
per spiccare un ultimo volo
e poi riposare
sperando che un domani
per me ci sia in me
qualcosa che tu potrai amare

Non mi è consentito
di sapere quel che domani accadrà

domani è un altro giorno

Si vedrà!!

Leandro Vegni

la diga del cuore

Il cuore
a volte è come una diga
serve solo
a far si che ti pompi la vita

Imponente si erige
al dolore D'amore
che non allenta ma stringe

Ma basta una falla
una crepa sottile
la mente sfarfalla
e un nuovo
pensiero rivive

L'acqua allor.. cheta
a un tratto s'inquieta
si veste da sposa
e tra le tue braccia di seta
si getta maestosa
spaccando l'antico cemento
di chi a un solo cielo per tetto
e speme di trovarvi
una stella
la più bella nel suo firmamento
una stella che brilla di blù
sempre sola lassù

Leandro Vegni

Noi (memento homo quia pulvis es et...)

Noi siamo quel che siamo
finché siamo, poi il vento
ci disperde, cenere
di piacevole bivacco,
e la ritrosa, le nostre orme
sulla sabbia dispettosa
cancella.

Gilberto Fanfani

il re folle

Nella casa dei muti
non c' è posto
per me
perché
dentro nella più indifferenza
vi regna l'assoluto
silenzio

Capi chini
sui tavoli
sotto luci soffuse
schiavi nel loro malessere
hanno smarrito la voce
e le anime
non hanno più dignità
quando ossequiano
rendondosi ciechi
e barattano
la libertà
all'indiscusso volere
del re folle dei sordi

Leandro Vegni

Per inferos ad astra

"Ha cuore chi conosce la paura ma la vince,chi vede l'abisso ma con orgoglio.......chi con gli artigli d'aquila afferra l'abisso,quello solo ha coraggio."

F.Nietzsche in Così parlò Zaratustra

(Ditirambo del superuomo)

Da ogni abisso
sempre una brezza.
Se con fierezza
ed ala deltaplano
ci gettiamo in esso
a maggiore altezza
sempre risaliano.

Gilberto Fanfani

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