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blog di Piero Lo Iacono

Volevo che lo sapessi

Volevo che lo sapessi.
 
Da lettere non spedite
ti ho inviato sempre
il mio affetto tacendo…

Nessuna Euridice

La mente ripercorro
ricordo-per-ricordo
per non giungere
a nessun zenit
da qualunque nadir.

Mentre scrivo la pagina mi ridiventa bianca

Mentre scrivo la pagina mi ridiventa bianca
come quest’alba scialba che mi desta

Mi giungerai con l’addio degli uccelli migranti

Mi giungerai
con l’addio degli uccelli migranti
in esodo da una terra all’altra.
In cerca dello stesso clima.
Un esercizio di sopravvivenza.
 
Dai le tue pene alla rondine
che sverna altrove
lontano dalla ghiacciaia.

Le estati più belle sono quelle invernali

Le estati più belle sono quelle invernali.
Quando il niagara dei raggi
zampilla e non straripa.
 
Quando il sole splende come
un crisantemo senza stelo
che si fa perdonare.
E il suo sfarzo
senza sforzo

Il passato (fra memo e nemo)

E se vi dicessi che il passato
è l’unica eredità che abbia
mi giudichereste povero o ricco?
 
Cosa mi possono portare via
che non abbia già perso?
 
L’ubiqua sua assenza
mi cresce come lievito

Come farò a superare la tua mancanza?

Come farò a superare la tua mancanza?
In controluce non vedo.
 
Avevamo unito
la mia manchevolezza  
al tuo ammanco.
E ce ne avvitammo.
 
Piangono ora le mie parole colpevoli

Acqua e olio

Uno di noi è l’acqua l’altra l’olio
che non si mescoleranno mai.
 
L’albume dei tuoi occhi io non sopporto.
Tu la contrattura del mio sguardo.
La salopette della mia espressione.
 
Io ti enumero i pretesti

Chi mi ha detto che l’allodola canta

Chi mi ha detto
che l’allodola canta
e non ha tempo per la paura?
Chi mi ha dato questa confidenza?
La rondine cupa
o la rosa astiosa?
 
Annaspa l’alba.

Vendemmia del superfluo

M’inerpico 
per questa brulla cordigliera
ad armatura e scudo del golfo, 
violando un letargo 
di pietre antiche
e nidi in rovina.
 
Invisti arcolai sgranano fili assenti

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