blog di sapone g.

ci sono stati appigli e vento
parole non dette, altre graffiate
rami contorti e granelli di sere

 

eppure

 

la paura che uccide
non è di morire
ma  di chiudere gli occhi

 

-di voltare la pagina
e ricordare soltanto

ho pensato spesso alla morte

a muso duro
nel rispetto del pozzo

 

nuvole e sabbia

gorghi di sete,

Non mi opprime più la notte
-arrogante padrona del silenzio-
né mi toccano ombre
forti d’aria passata

 

Come ieri,

mi abbandono ad ogni virgola  

che cade

In ogni mentre

appoggiato tra le rive

secca l'aria

scricchiola di foglia

e le ombre mantelli

su ritagli di smeraldo

il passo è goccia

Vezzeggia il mare

quel mezzo sole all'orizzonte

guancia a guancia

nel vibrare d’onda,

di un amore antico

le mani sono voce

di una vita ferma al petto,

un senso che rimbomba

gocciando sopra il sasso

 

si aprono