blog di Sara Cristofori

Scivolano veloci

le tappe della vita

-non ci sono appigli –

e mentre scendi via

guardi su alle stelle

Guardo questa domenica

così solitaria

quel senso di vuoto

come un cortile deserto

una casa spenta

Quando la sera

rifuggi la gente

sospeso nel chiarore

di una luna

o di un bar

ti stringe quel senso

La notte ha un suo motivo
che sfugge nel giorno
(limitato è il giorno
la notte è infinita)
si liberano pensieri
ribelli al controllo

Fluttuano pensieri

dalla cima dei capelli

alle ciglia

scendono

verso

quella macchia scura

Giacigli di finto sonno

ci attendono nel buio

-si muore per sempre-

dove irrealmente

potremmo sognare la vita

Era vento appesantito

dal profumo  dei fiori

e rombo di risacca

come ultime note

di tango

tra strida rauche

Sospirano fiori

al caldo dell’estate

cuciono le tele

gli anni di gioventù

ma ancora quell’angoscia

Vira sull’oro

il verde dei prati

la ruggine dei boschi

s’abbina

al viola di Ognissanti