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blog di Silvia De Angelis

Tenuità di rosso

amore mio
Mi sono smarrita
nella distrazione del tuo intuito
ch’emerge dal fremito sommesso
nell’eccepire dolci smanie di pelle
avverto in quei tuoi attimi d’arresa
voluttuosi sapori
ostentano lievi tenuità di rosso
piegato in gemiti incontenibili di voluttà

Dolce attrazione

bici

s’innalza la vertigine
sull’intercapedine statica
memore d'un sentore vacante
nel tatto sopito al cardine emotivo
inarca le papille mobili
su flutti d’amaranto assenso
ne ode il dolce frastuono
trascendente da consuete movenze
disabili dar luce all’iride composta

Malinconico riso

amore
aleggia accoratamente nell'etere
spoglio d'aromatici effluvi odorosi
un senso d'altrove...
dispiega fermenti indissolti e mai taciuti
nell'indimenticabile tempo di te
sommuove ancora un denso alitare di vento caldo
lo avverto nell'uomo che ora mi stringe...
vivendoti disperatamente in lui

Senza parole

dolore
è il gelo a sopprimere
la lucidità dell'iride
precipitata in un non vedere d'arte disfatta
nelle inflorescenze dolenti di zagare appassite
sono conflittualità nei pensieri dolenti
discostati da un sensuale brio sulla pelle
nel gemito d'un male luttuoso
abile nel corrodere la logica rituale

13- Nel maestrale

onda bellisssima
plana nel sottinteso della risacca
agile maestrale
divarica sommosse d’onde
nel brusìo latente invisibili molecole
silenziosamente  pigiano l’un l’altra
mutando la cronaca d’un alcyone spaesato
dolcemente ruota nell’orizzonte d’arie chete

Primo respiro

foglie
s’attarda il muscolo
a retrocedere il passo
nelle considerazioni volatili
di memorie emotive
paiono intagliare fette d’esistenza
ove si è messo in gioco
un cantico affettivo assai di pregio
e smisurata crescita
si modifica quel solco nei giorni a venire…

A un caro amico scomparso

Campi di grano

grano
nel solco affondato profondamente
nelle pieghe della pelle
proietta il riflesso della terra arsa il villico
nei giochi defatiganti d'ardente semina
fasci d'oro zecchino s'inclinano nei refoli
avvolgenti il perimetro scolpito di dure impronte
nel quotidiano rimestìo di possenti braccia

Amicizie finite

amicizia
s'intraprende stupore
negli scorci di vedute affini
modellate nell'architettura
di lagune trasparenti
ritmano flussi
nei sentori di salsedine sfumata
nella bruma d'incanti e turbamenti
riflettono rumori d'aggettivi quotidiani
diluiti nella sagoma di tempie
corrose poi nel tempo

Poveri di oggi

cassonetto
è un rovistare forzosamente
nel recipiente stracolmo di mucillagini avariate
mischiate a chincaglie maleodoranti...
mulinano nelle mani addestrate
ad acciuffare scorie viventi o avvizzite
nella strada accidentata
ove pusillanimi e snob ringalluzziti
sfogliano corolle odorose
nello sfarzo d'avvolgente primavera

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